domenica 30 settembre 2012

OPERAI ILVA AI BLOCCHI RACCONTANO E DENUNCIANO....

"Ci danno già per operai senza lavoro e reddito. Prima quando andavamo alle banche a chiedere un prestito, bastava che presentavamo la busta paga Ilva e ce lo davano ad occhi chiusi. Oggi quando facciamo vedere la busta paga, ci mandano via. E questo succede anche da parte di grossi commercianti. se io devo fare oggi un acquisto a rate, non me lo fannno, perchè oggi lavorare all'Ilva per loro significa essere a rischio..."

"Molti di noi operai, di Mesagne, ma anche di altre zone, fanno le accoglienze nelle loro case di bambini che hanno grossi prioblemi familiari, ora non lo possiamo fare più, perchè temiamo che da un giorno all'altro non abbiamo più la sicurezza del lavoro e del salario. Quindi, non solo colpiscono noi, ma anche questi bambini..."

"Ci fanno sentire come se noi siamo colpevoli dell'inquinamento, ma noi siamo i primi ad ammalarci, a mettere a rischio la nostra salute in fabbrica. Dovremmo unirci lavoratori e cittadini, perchè stiamo tutti nella stessa barca..., anche io vivo ai Tamburi...."

"non ci può essere distinzione tra operai di Taranto o di Matera, ecc. Tutti veniamo qui, lavoriamo per 8 ore e respiriamo polveri e i veleni...".

"L'Ilva continua a produrre come prima. All'Acciaieria 1 dove lavoro, sto facendo anche gli straordinari in questi giorni. Riva si è fatto i soldi in questi anni e ora dice che non ha soldi e che per mettere altri per la bonifica degli impianti deve continuare a produrre... Ma basta con le parole, che comincino questi benedetti interventi...".


il circo mediatico torna a taranto - lunedì tocca a gad lerner con l'infedele a tamburi

che si parli di taranto molto spesso in tv è un bene
che tanti tarantini parlino in tv è un bene
quello che non va è che finiscano per parlare sempre gli stessi
quelli che il lunedì sera si trovano a tamburi per la trasmissione preconfezionata

chi viene tagliato fuori da questo è l'operaio massa
che di solito parla con i fatti

2 giorni di sciopero e blocchi della via appia e della 106
non sono la stessa cosa di una trasmissione televisiva

ma nel circo mediatico le cose funzionano diversamente
la realtà che esprime è parziale e sfalsata
e di essa però si nutre autolimenta il luogo comune che la fa da padrone

"I giorni dell'Ilva pride, da Stefano a Vendola"

(da A. Marescotti – 29.9.12)

I GIORNI DELL'ILVA PRIDE, DA IPPAZIO STEFANO A NIKI VENDOLA

“I tarantini sono orgogliosi di un’industria come l’Ilva in cui convivono lavoro ed ambiente”.
Chi diceva queste parole? Il sindaco di Taranto Ippazio Stefano. La dichiarazione è apparsa il 20
novembre 2009 sul Corriere del Giorno.
Ovviamente nulla pretese come prescrizioni all'ILVA nell'ambito dell'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale).

Il 4 agosto 2011 l'allora Ministro Stefania Prestigiacomo annotava – nella parte delle "premesse" del testo dell'AIA - che "il sindaco di Taranto non ha formulato per l'impianto specifiche prescrizioni ai sensi degli articoli 216-217 del Regio Decreto 27 luglio 1934, numero 1265". Quel Regio Decreto offriva e offre al Sindaco dei “superpoteri”, che possono giungere fino alla chiusura di un'industria che arrechi danno alla salute.

Ma non è finita qui. La vigile attenzione del Sindaco di Taranto arrivava a questi elogi verso l'azienda: "Mi complimento per gli sforzi e i risultati ottenuti da Ilva. Attraverso i recenti dati clinici che ci giungono dalle Asl territoriali, emergono dati confortanti in relazioni alle malattie più gravi, patologie che non risultano in aumento, anche grazie al miglioramento dell'ambiente e della qualità dell'aria".

Queste lusinghiere parole del sindaco Ippazio Stefàno sono state poi smentite dalle perizie commissionate dalla magistratura, ma sono state ben evidenziate sulla rivista patinata dell'Ilva "Il Ponte", nell'ottobre 2011.

Tuttavia il Sindaco era in buona compagnia, visto che a maggio 2011 il periodico pagato dai Riva aveva già ospitato questa dichiarazione di Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia: “Chiesi ad Emilio Riva, nel mio primo incontro con lui, se fosse credente, perché al centro della nostra conversazione ci sarebbe stato il diritto alla vita. Credo che dalla durezza di quei primi incontri sia nata la stima reciproca che c’è oggi".

sabato 29 settembre 2012

NO AL RICATTO DI FERRANTE

IL NO ALLA CHIUSURA DELL’ILVA DEGLI OPERAI E IL RICATTO PRODUTTIVO DI FERRANTE SONO DUE COSE OPPOSTE, PER INTERESSI OPPOSTI.

Ferrante pone la continuità della produzione come condizione assolutamente necessaria e indispensabile per mettere altri soldi per la messa a norma dell’area a caldo. Il discorso che sorregge questo è spudoratamente padronale, i capitalisti, in questo caso padron Riva, non si preoccupano di nascondere i loro reali intenti.
Dice Ferrante: l'azienda deve fare profitti, altri profitti, se volete che metto soldi in più; quindi, o voi me li lasciate fare mantenendo sostanzialmente la stessa produzione o niente soldi.
Che questa sia la maledetta logica padronale, è purtroppo scontato fino a che il sistema capitalista, in cui la produzione è sociale e gli utili frutto del lavoro degli operai sono invece privati, non viene rovesciato; ma essa, sostenuta a spada tratta dai dirigenti, capi, tecnici dell'Ilva, non può essere assunta come legittima giustificazione anche da settori di lavoratori.

La realtà è che questa politica se è “logica” per i padroni, è una mazzata sui piedi per gli operai.
Primo, perché è dai miliardi di profitti fatti in tutti questi anni che Riva deve prendere i soldi per la messa a norma. Per dirla banale: a vecchia omessa messa a norma, a vecchi interventi da fare e non fatti, a palese violazioni in tutti questi anni di norme sulla sicurezza e l’ambiente, deve corrispondere l’impiego di “vecchi” utili, di profitti già fatti, grazie allo sfruttamento operaio e anche, in misura rilevante, grazie ai tagli ai costi sulla sicurezza, e quindi ai miliardi risparmiati.
Non stiamo di fronte a un padroncino di un’officina che per tirare avanti e fare degli investimenti deve prima incassare, ma ad un padrone che anche nel periodo di crisi, dal 2008 ad oggi, ha continuato a fare profitti, ad allargare le sue attività a livello mondiale, a spingere al massimo la produzione (tenuta solo per brevi periodi ferma, ma unicamente perché Riva non voleva abbassare i i prezzi del suo acciaio sul mercato).
Secondo, accettare questa politica padronale, vuol dire stare sempre sotto ricatto, senza alcuna certezza di interventi e tempi di bonifica; ogni problema di mercato, ogni momentanea riduzione dei profitti, potrà essere usata da Riva per procrastinare i lavori per la messa a norma o attuare solo interventi tampone. D'altra parte l'uscita dei giorni scorsi di Ferrante su nuove perizie “scientifiche” (celermente commissionate dall'Ilva) che dimostrerebbero che a Taranto non ci sarebbe nessuna “emergenza ambientale” - e quindi, nessuna urgenza degli interventi prescritti dal gp - è un ulteriore esempio che Riva cercherà ogni cosa per non uscire i soldi che servono.
Terzo, Riva è già condannato per le malattie, le morti che ha provocato, dal '95 ad oggi. Ferrante con le sue dichiarazioni, questo, piccolo particolare, lo nasconde, come nasconde che vi è un'inchiesta parallela sulla corruzione che ha accompagnato l'attività di inquinamento dell'Ilva. Chi ha già violato, chi ha fatto azioni criminose, e ne ha goduto in termini anche economici in questi anni, deve pagare!.
E’ come se ad un ladro che deve restituire ciò che ha rubato, gli si consenta di continuare a rubare per fare i soldi necessari alla restituzione del malloppo.
Terzo, dire che l’azienda deve produrre per fare i soldi da investire nella massa a norma, è di fatto dichiarare da parte di padron Riva per i prossimi anni un supersfruttamento degli operai; perché è come dire che gli operai dovranno lavorare al doppio, per consentire all’Ilva di mantenere i sui mercati ma anche di fare più utili per impegnarne una parte per la salute e l’ambiente.
E tutti sappiamo che più sfruttamento, soprattutto e comunque in una fabbrica siderurgica, significa più rischio per la sicurezza degli operai, più lavoro, più rischio per la salute.

Quando gli operai, e noi con loro, dicono che l’Ilva non deve chiudere, che gli impianti dell’area a caldo non si devono fermare tutti insieme perché significherebbe lo stesso bloccare tutto il ciclo produttivo, ma occorrono piani concreti e tempi certi, è per tutt’altra ragione!
E’ per la difesa di tutti i posti di lavoro e del salario, per impedire che l’Ilva diventi una mega Bagnoli, senza riconversione lavorativa, senza risanamento dell’ambiente, e ora in mano alla speculazione privata e della criminalità; per dire NO alla cancellazione di una classe operaia di ben 15mila lavoratori, unica forza che può imporre con la lotta una reale messa a norma dell’Ilva.
Sono gli operai dell’Ilva che negli anni passati hanno lottato, quasi sempre da soli, per la difesa della salute, della sicurezza, dell’ambiente, che oggi sono la “garanzia” per gli abitanti di Taranto.

E’ uno scontro di classe quello che sta e starà sempre di più all’Ilva: gli operai vogliono continuare a lavorare per unire lavoro e salute; padron Riva vuole continuare a produrre per fare profitti sfruttando e ricattando gli operai e subordinando gli interventi sulla messa a norma all’accettazione di tutto questo.
Una linea sindacale di classe deve rovesciare questa logica e questi piani, imponendo l’avvio effettivo della messa a norma con i soldi necessari subito, lottando contro Riva e il governo, contro fim, uilm che hanno difeso prima e continuano a farlo ora la politica aziendale, contro la Fiom, il cui segretario, Landini, ieri nel convegno nazionale della siderurgia tenutosi a Taranto, mentre gli operai facevano i blocchi, invece di dire che Riva deve mettere molti più soldi subito, ha proposto “un prestito pubblico all'Ilva”...

ilva finisce per ora blocco e sciopero

ieri sera alle 20.10 è stato sopeso il blocco delle strade contigue all'ilva, mentre lo sciopero continuava fino a questa mattina.
i sindacalisti hanno spiegato che vi è una accellerazione dell'AIA, che prevede altri passaggi fino al 16 ottobre in cui si terrà la conferenza dei servizi, dopo di che la palla dovrebbe ripassare all'azienda le cui dichiarazioni finora sono contradditorie e non positive.
Lo slai cobas ritiene che questo sciopero e questi blocchi erano necessari e hanno visto la partecipazione della maggioranza degli operai presenti in fabbrica - purtroppo la Fiom dice bugie sull'argomento - ma chiaramente la linea fim-uilm affida tutto all'Aia e al governo come soluzione possibile; noi pensiamo invece che padron Riva, governo e Stato siano le controparti che ancora bisogna piegare con la lotta per la messa a norma degli impianti e la bonifica del territorio.
Da lunedì la lotta di posizione, lo scontro tra le due linee anche tra gli operai riprende in fabbrica.
Lo slai cobas per il sindacato di classe promuove due presidi alle 15 e alle 16 di lunedì alla port. 6
e martedì mattina alle 6 alla port D, port imprese, tubificio.

slai cobas per il sindacato di classe
cobasta@libero.it
29-9-2012

Per informazione, dalla comunicazione di Talò Uilm di ieri sera:
“Il prefetto ha consegnato ai sindacalisti promotori dello sciopero il documento ufficiale del Ministero.
Questa nuova Aia è di 30 pagine, con una sintesi di una pagina, dove viene scritto l'essenziale.
L'Ilva da subito deve fare interventi per le cokerie e parchi minerali e applicare le BAT, anche queste da subito e non nel 2014. Successivamente il Ministero e la commissione hanno preso l'impegno per un documento anche su discariche e acque reflue.
Sui tempi e date. Oggi è stato emanato il documento ufficiale; il 9 ottobre vi è il passaggio con istruttoria regionale per integrarlo con le leggi regionali; l'11 ottobre dovrebbe essere definito e il 16 ottobre vi sarà la Conferenza di servizi, con cui il documento diventa esecutivo...".

venerdì 28 settembre 2012

solidarietà da altre fabbriche e città con gli operai ilva

OPERAI DALMINE SOLIDALI CON OPERAI ILVA - 27-09-2012
Si e' tenuta ieri ai cancelli dell'Acciaieria, e proseguira oggi con presidi e volantinaggi alla port. centrale della tenaris dalmine, la campagna di mobilitazione nazionale per costruire una manifestazione nazionale a taranto in solidarieta' con gli operai ilva e la popolazione di taranto, in stretto legame con l'iniziativa dello slai cobas ilva appalto di cui riportiamo sotto il comunicato diffuso oggi .

gli operai della dalmine hanno risposto con interesse alla parola d'ordine lanciata al presidio: no alla chiusura delle fabbriche, gli operai lavorano per vivere e non per morire, le fabbriche vanno messe a norma e in sicurezza dai padroni con i profitti che hanno fatto in questi anni.
dirante l'iniziativa si e' criticato apertamente la presenza della uilm che diffondeva il proprio periodico provinciale, in quanto il segretario dei metalmeccanici di questa organizzazione palombella e' tra i conniventi della situazione venutasi a creare all'ilva e tra i principali camerieri di padron riva.

inoltre si e' preso l'opportunita' vista la presenza dei delegati fiom che parteciperanno a taranto domani all'assemblea nazionale della siderurgia, per invitarli a schierarsi e ad esprimere come rsu fiom dalmine la propria solidarieta' alla lotta degli operai ilva......vedremo.

nei prossimi giorni metteremo al corrente l'opinione pubblica delle argomentazioni espresse nell'incontro con i dependenti settimana scorsa dall'amministratore delegato della dalmine sig. zanotti in merito alla questione ilva che guarda caso era tra una delle domande che sono pervenute via email durante l'incontro, per ora ci basta dire che come una fotocopia ha ripetuto in merito ad un infortunio mortale negli stabilimenti tamsa di messico, le argomentazioni che riva all'ilva ha espresso quando sono morti giovani operai per una gru spezzata ossia il fatto che in siderurgia non si producono gomme da masticare (riva a veva detto cioccolatini), diciamo questo perche' lavorando ogni giorno nei reparti conosciamo bene la situazione che si cela dietro tutto l'apparato di sicurezza aziendale che ha come risultato, insieme a premi legati al numero di infortuni, che molti infortuni non vengono denunciati dai lavoratori.....e che neanche i delegati sindacali e gli rls si permettano di mettere comunicati ai lavoratori quando succedono gli infortuni .
Dal presidio di lotta quotidiano al palazzo della provincia contro i tagli ai posti di lavoro

DAI PRECARI COOP SOCIALI IN LOTTA A PALERMO AGLI OPERAI ILVA/INDOTTO DI
TARANTO - SLAI COBAS PER IL S.C.
LA LOTTA PER IL LAVORO E LA SALUTE E SICUREZZA E AMBIENTE CONTRO PADRONI E GOVERNO E' UNA!
Per noi la classe operaia è al centro del sistema produttivo, al centro del sistema dei rapporti di forza tra padroni/governo e classe operaia e che questo influenza tutte le altre vertenze, come quelle del pubblico impiego.


ILVA, DALMINE,SIDERURGIA: DIFENDERE LAVORO, SALARIO E SALUTE

Lo Slai Cobas Dalmine invita tutti gli operai a sostenere la lotta degli operai ILVA e della popolazione di Taranto, per affermare in fabbrica e in città una importante battaglia: NON PER CHIUDERE LE FABBRICHE MA PER PRETENDERE SALUTE E LAVORO CONTRO LA LOGICA DEL PROFITTO DI PADRON RIVA E DI TUTTTI I PADRONI, SOSTENUTI DAL GOVERNO.
Quello che sta avvenendo a Taranto, nel più grande polo siderurgico d'Europa, riguarda tutta la società perché gli operai vanno in fabbrica per vivere non per morire, quindi la nostra salute e quella della popolazione  non possono essere messe in contrapposizione al lavoro e alla chiusura delle fabbriche (come vorrebbe l'ecologismo ambiguo), né alle tendenze aziendaliste (sostenute dai sindacati confederali, Fim e Uilm in testa) che vorrebbero far pagare agli operai i costi della messa a norma della fabbrica e dell'ambiente con cassaintegrazione o continuando a lavorare a rischio.

QUESTA BATTAGLIA E' CONDOTTA A TARANTO IN MANIERA CHIARA E DECISA SOLO DALLO SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE, che sta lavorando per far emergere la voce autonoma degli operai, (ogni giorno in balia di due terrorismi: ricatto occupazionale o chiusura della fabbrica), attraverso l'organizzazione sindacale della propria forza in fabbrica, unico modo per tutelare i propri interessi, all’ILVA e in ogni posto di lavoro: per una fabbrica messa a norma e per unire tutta la popolazione nella lotta per una città risanata e salvaguardata.

Questa iniziativa si inserisce nel quadro della campagna nazionale lanciata dal coordinamento nazionale dello slai cobas s.c, che ha visto una prima iniziativa il 21 settembre alla sede legale dell'ILVA di Milano, ma che proseguirà coinvolgendo sindacati di base, organismi che si occupano della sicurezza e tutte le forze politiche che affermino con chiarezza che nocivo è il capitale e non le fabbriche e gli operai,  attraverso assemblee, mozioni, incontri nazionali, con particolare attenzione verso le fabbriche siderurgiche del paese, e attivando con un assemblea a Roma il 6 ottobre la rete nazionale della sicurezza (già protagonista il 18 aprile del 2009 di un grande corteo di migliaia di cittadini e operai che partito dal quartiere Tamburi ha invaso la città di Taranto), per arrivare alla costruzione di una manifestazione nazionale e ad un convegno nazionale a Taranto, per approfondire tutti gli aspetti della questione Ilva all'interno della lotta più generale contro padroni e governo.

MOBILITIAMOCI LA QUESTIONE ILVA RIGUARDA TUTTI GLI OPERAI
PER INVIARE SOLIDARIETA’: cobasta@libero.it

PER INFORMAZIONE QUOTIDIANA: http://tarantocontro.blogspot.it/

 

Slai COBAS Dalmine per il sindacato di classe Sede viale Marconi,1
Cell. 335/5244902 Fax 035/19968666 cobasdalmine@infinito.it http://cobasperilsindacatodiclasse.blogspot.it/
COMUNICATO STAMPA

Gli operai dell' Ilva e la popolazione di Taranto vogliono salute e lavoro.
Milano risponde non siete né sarete soli in questa lotta.

Nella giornata di oggi, lo Slai Cobas per il sindacato di classe dell' Istituto Nazionale dei Tumori di Milano ha dato il via al percorso di iniziative di solidarietà che sono e saranno un “assedio” alla sede legale dell' Ilva, qui a Milano; l'ha fatto convocando una conferenza stampa e portando uno striscione “Solidarietà agli operai dell' Ilva e della popolazione di Taranto. Non per chiudere la fabbrica, ma per pretendere salute e lavoro. Contro la logica del profitto di padron Riva e di tutti i padroni, sostenuti dal governo”.
Sappiamo bene come certa stampa che, in questi mesi, ha riempito pagine intere sulla vicenda Ilva, non ama fare l'informazione che dia voce a chi mette in discussione l'arroganza di padron Riva e del sostegno/connivenza del governo e, quindi, ha ritenuto di non presentarsi; abbiamo, pertanto, proseguito l'iniziativa portando direttamente alla sede di radio popolare di Milano il senso di questa giornata e delle iniziative che intendiamo promuovere.

Questa prima iniziativa è stata anticipata dall' intervento fra i 300 lavoratori del S. Raffaele in presidio davanti alla Regione Lombardia in lotta contro la politica dei licenziamenti, dei sacrifici per i lavoratori del nuovo proprietario, che ricade anche sul diritto alla salute della popolazione.
All'annuncio della iniziativa che lo Slai Cobas per il sindacato di classe dell' Istituto Nazionale dei Tumori ha promosso c'è stato un caloroso e sentito applauso dei lavoratori che mostra come quanto da noi affermato:”la lotta dell' Ilva riguarda tutti”, sia compreso in altre realtà.
Forti di questa solidarietà/condivisone proseguiremo con altre iniziative, principalmente verso operai e lavoratori, come già avvenuto verso gli operai della Marcegaglia.
Milano.21.9.2012
Slai Cobas Istituto Nazionale dei Tumori Milano per il sindacato di classe
cobasint@tiscali.it
3387211377

giancarlo leone taranto oggi e manifesto deforma le cose

Tra i compiti che ci tocca assolvere c'è quello di denunciare anche l'attività di cattiva informazione che viene svolta sulla questione Ilva da Il Manifesto, che sposando in pieno il punto di vista ambientalista, unisce a buone informazioni sull'inchiesta una disinformazione su quello che accade realmente all'Ilva e tra gli operai in questi giorni.
Sono grottesche la prima pagina e gli articoli fatti per la giornata di ieri.
3000 operai e divenuti 5000 nel pomeriggio che attuano blocchi da un giorno e mezzo per tutta la giornata, diventano nell'ignobile titolo de Il Manifesto “decine di operai che aderiscono allo sciopero aziendale di cisl e uil e bloccano la città contro la chiusura dell'altoforno”.
A parte il fatto, come farebbero decine di operai a bloccare la città?, neanche nei peggiori momenti della stampa padronale nei confronti delle lotte operaie si sono lette simili “stronzate”.
Tutto per esaltare invece l'iniziativa, con aspetti giusti e sbagliati, come abbiamo già commentato di un cinquecento manifestanti tra cui un centinaio di operai Ilva racco,lti intorno al Comitato liberi e pensanti.
Nel titolo si spara un'assemblea per oggi in fabbrica della Fiom che non c'è stata né ci poteva essere, sia perchè oggi più di ieri gli operai erano in sciopero e ai blocchi, sia perchè la Fiom era impegnata in un convegno nazionale sulla siderurgia nel chiuso del Salone della Provincia.

Questo è ingannare chi legge Il Manifesto! Costruire un immagine della situazione dell'Ilva e a Taranto del tutto deformata che cancella gli operai veri, tuttora, certo, pieni di divisioni, confusioni, per offrire un'immagine che contrappone operai e città e che sostiene a spada tratta la chiusura della fabbrica come unica soluzione. Una visione che deforma i rapporti di forza e impedisce alle avanguardie operaie di affrontare i problemi, trattare contraddizioni per vincere la partita contro padron Riva, governo e Stato.
Un'azione profondamente dannosa perchè impedisce ai compagni e al movimento in tutto il paese di avere una giusta informazione e una chiara visione dei problemi e che possa permettere anche a distanza di valutare questa partita decisiva per la sorte della più grande fabbrica del paese e della più grande concentrazione operaia che si vuole smantellare e distruggere, con il risultato, non certo del risanamento dell'ambiente e della fine dei morti da inquinamento, ma esattamente il contrario: trasformare Ilva e Taranto in una nuova Bagnoli.

Ma perchè Il Manifesto scrive tutto questo, dato che anche noi pensiamo che a parte gli eccessi filo Fiom di questo giornale, in generale sulle questioni della fabbriche dà una informazione più attinente alla realtà?
Perchè ormai il giornale nella parte Ilva è fatto da un giornalista tarantino, Gianmario Leone, che scrive quotidianamente su un giornale minore di Taranto, “Taranto Oggi” che è impegnato, come è noto a tutti a Taranto, in una sorta di crociata per la chiusura dell'Ilva e che agisce ogni giorno come portavoce della Procura e dei notabili ambientalisti operanti in città, dal Verde Bonelli ad altri.
Questo giornalista e questo giornale locale, peraltro, tende ad usare il 'Comitato di cittadini e lavoratori liberi e pensanti' come una sorta di “organismo di massa” della Procura e dei notabili Verdi sostenitori dell'ambientalismo antifabbrica; naturalmente il Comitato non è questo, ma le cronache de Il Manifesto lo utilizzano in questa maniera.
Gianfranco Leone non è mai appartenuto alla sinistra cittadina in tutte le sue varianti, e il giornale locale su cui scrive è collocato in un area certo non di sinistra.


oggi al secondo giorno di blocchi

Dopo una notte in cui i blocchi sono stati mantenuti da folti gruppi di operai, questa mattina, 2° giorno di sciopero, ai blocchi gli operai sono aumentati. Il clima è stato più combattivo di ieri. L'estensione della partecipazione dimostra che gli operai volevano una risposta di lotta alle decisioni della Procura e alla staticità delle posizioni dell'azienda.
Durante la mattinata le notizie che via via sono pervenute non spingevano all'ottimismo e accendevano lo spirito di lotta.
Ferrante, per conto di padron Riva, è tornato ad agitare l'opposizione alla Procura, sollevando l'argomento che ci sarebbero altre perizie “scientifiche” che smentirebbero l'emergenza ambientale. Si tratta di posizioni che dimostrano che l'azienda fa estrema resistenza, non solo alle decisioni della Procura verso la quale la sua guerriglia giudiziaria è scontata, ma ad assumersi le sue responsabilità nel rispondere alla denuncia di forte inadeguatezza dei fondi e delle misure annunciate, e questo, peraltro, è sostenuto anche dalle OO.SS. che hanno promosso lo sciopero di questi due giorni. La stessa questione dell'AIA su cui gli operai pongono fiducia e aspettativa perchè possa comunque autorizzare a produrre, attesa da un momento all'altro, in realtà il governo fa sapere che il lavoro procede ma che bisognerà attendere almeno l'11 ottobre.
Queste risposte obiettivamente negative richiedono che la lotta continui e diventi più incisiva.
Le intenzioni di Fim e Uilm vanno nell'organizzazione di una manifestazione nazionale a Roma per il 15 o il 17 ottobre; anche gli operai spingono per una manifestazione a Roma.
I compagni e lavoratori dello Slai cobas, invece sostengono che è meglio lavorare per uno sciopero generale unitario e di massa in città che unisca operai e masse popolari e che sia in grado di esercitare moplta più pressione, costringendo governo e tutte le altre parti a venire a Taranto e a presentare una soluzione che salvaguardi lavoro, salario e faccia avanzare radicalmente una reale messa a norma dello stabilimento.


Tra gli operai resta molta confusione, in parti seminata dalle componenti aziendaliste, in parte proveniente dai livelli di coscienza sindacale che restano arretrati rispetto alla partita in gioco.
Altri motivi di divisione e di contrasto tra gli operai nascono dalla posizione della Fiom che ha scelto di non disturbare il manovratore, di non rispondere alle spinte presenti tra la massa operaia, di non contrastare sul campo nella lotta e nello sciopero le posizioni aziendaliste tra i lavoratori e nelle altre OO.SS. Restare in fabbrica a lavorare quando c'è da lotta su posizioni di classe, è una scelta profondamente sbagliata.
Le proposte provenienti dal Convegno nazionale sulla siderurgia della Fiom, a porte chiuse, fatte a Taranto oggi, al di là del merito che tratteremo in altra nota, nascono morte proprio perchè non si misurano col calore di una tensione e di una mobilitazione che gli operai riversano nei blocchi di questi due giorni.

In questa situazione difficile cammina, con piccoli passi ma determinati, l'azione dello Slai cobas per il sindacato di classe. Già da ieri pomeriggio al blocco della 106 le cose cominciavano a cambiare, capannelli, discussioni accese, ma anche sostegno aperto.
Questa mattina, prima al blocco della 106, in cui è presente e attiva la componente aziendalista, quindi anche capi e ingegneri, i focolai di discussione sono diventati grandi capannelli coinvolgendo circa un centinaio di operai. E qui gli argomenti usati hanno riguardato l'impegno e l'azione dello Slai cobas che in generale in questi anni sono stati nascosti e ostacolati, denigrati da azienda e sindacalismo confederale, quando invece attraverso numerosi esempi di azione concreta essi sono stati la vera alternativa di proposta e di azione, prevalentemente esterna, contro padron Riva, le collusioni del sindacalismo confederale e il clima generale di timore in fabbrica tra la massa degli operai.
Le forti discussioni emerse hanno spostato l'attenzione e favoriscono la continuazione del lavoro di chiarimento e organizzazione, nel quadro necessariamente unitario di questa lotta contro padron Riva, Stato e governo.
Al blocco della via Appia, il più grande, i capannelli si sono accesi, uno dietro l'altro con l'arrivo dello Slai cobas. Vi sono state approfondite discussioni di denuncia della politica di Riva, del ruolo complice sulla questione sicurezza e salute delle direzioni sindacali, ma anche dei delegati e Rls – su questo vi è stato un forte accordo da parte degli operai - sulla battaglia specifica su questo terreno fatta negli anni dallo Slai cobas anche con la Rete per la sicurezza sui posti di lavoro; altre discussioni positive sono state sul problema dell'unità necessaria lavoratori/cittadini, qui lo Slai cobas ha anche chiarito che molte volte vien presentata dalla stampa, in internet, una contrapposizione che nei fatti non c'è tra i cittadini dei quartieri, e che viene alimentata strumentalmente da ambientalisti, che si fanno passare per “cittadini”.
Oggi il tentativo di settori sindacali o aziendalisti di isolarci, basato spesse volte su disinformazione e menzogne sono stati smontati, l'attenzione e i consensi sono cresciuti.
Intorno alle 13 l'apparato sindacale di fim e uilm fortemente presente oggi a questo blocco è intervenuto decisamente sollecitando i suoi rappresentanti che partecipavano alle discussioni a interromperle immediatamente, una mossa difensiva per ridimensionare e isolare lo slai cobas, per toglierci l'acqua in cui stavamo nuotando, e un segno di debolezza.
Lo Slai cobas nel suo volantino, letto con crescente attenzione, richiesto da tanti operai, fa delle proposte concrete che sono unitarie e si rivolgono a tutti gli operai, che tengono conto dell'emergenza e della fase dello scontro di classe all'Ilva.
E su questo il lavoro e la battaglia continua.

Il Comitato liberi e pensanti questa mattina non si è visto ai blocchi, la linea che i blocchi danneggiano la città ha portato in mattinata a disertarli, per una presenza molto vivace ma abbastanza innocua alla portineria dei camion delle merci,dove l'attività è estremamente ridotta; una presenza che non poteva andare oltre una buona discussione con qualche autotrasportatore.

ilva ieri .. e cosa diciamo oggi ?

all'Ilva di Taranto, la lotta continua,contraddizioni tra gli opera, l'azione dello slai cobas per il sindacato di classe

La giornata di ieri è proseguita con blocchi che complessivamente hanno interessato circa 5000 operai per tutta la giornata, e durante la giornata è cresciuto il peso e la presenza dello Slai cobas per il sindacato di classe, in particolare al blocco sulla 106 in cui è stato distribuito un volantino e si sono accesi lunghi capannelli con gli operai, con momenti attivi di confronto/scontro con la componente aziendalista.
Un dibattito che resta difficile per la confusione presente tra i lavoratori, per le divisioni esistenti al loro interno, per il fatto che la componente aziendalista è combattiva mentre la gran parte degli operai chiede chiarezza e fatti ma non ha ancora una voce autonoma e compatta.
In questo gli strilloni e demagoghi dell'ambientalismo antioperaio intorbidano parecchio.
I compagni e lavoratori dello slai cobas sc hanno spiegato perchè erano presenti e attivi ma non aderivano - quindi niente bandiere slai cobas ai blocchi, anche se questo ci penalizza nella visibilità mediatico/televisiva - alla linea impressa da Fim-Uilm allo sciopero, perchè esso doveva essere chiaramente contro RIVA e il GOVERNO MONTI CLINI, perchè la salvaguardia rigida della fabbrica e della continuità del lavoro -  che lo slai cobas saldamente difende contro demagoghi e reazionari antioperai da strapazzo, che ne vogliono la chiusura con "reddito per tutti" - richiede l'acutizzazzione della lotta di classe all'interno contro Riva e i suoi sostenitori per una vera messa a norma.
Operai hanno sostenuto a gran voce che devono finire le discriminazioni e le calunnie di  azienda, capi e di qualcun altro contro lo slai cobas, e altri operai hanno notato che mentre sindacalisti organizzatori lo sciopero si vedevano poco, lo slai cobas era sempre presente.
I blocchi sono proseguiti tutta la notte.
Un centinaio del Comitato ha fatto nel pomeriggio-sera il presidio alla portineria dei camion delle merci - ma camion da bloccare non ce n'erano; in serata gruppi del comitato erano presenti e attivi anche negli altri blocchi.
La Uilm, il sindacato più attivo tra i due promotori dello sciopero e che aveva parlato con il suo segretario anche dall'Apecar al mattino, sostiene la linea dell'andare a Roma a chiedere a Clini di sbrogliare la matassa.
Lo Slai cobas invece sostiene che i blocchi devono continuare anche nella prossima settimana paralizzando fabbrica e città e che se Tavolo vi deve essere con governo e tutte le parti, deve essere un Tavolo d'emergenza a Taranto, dove operai e masse popolari possono esercitare il massimo della forza e pressione.
Nello stesso tempo lo slai cobas per il sindacato di classe spiega che la lotta è prolungata e che bisogna costruire in fabbrica e città lo sciopero generale unitario e di massa  recuperando alla lotta anche la componente Fiom, uno sciopero che mostri l'unità tra operai e masse popolari di Taranto - arma vincente contro Riva e lo Stato dei padroni nella difesa del lavoro e la salute - unità contrastata dalle componenti ambientaliste antifabbrica presenti anche nel Comitato che contrappongono operai che difendono il posto di lavoro alla lotta in città contro l'inquinamento.
Per questo lavoriamo per uno sciopero generale che proponiamo a tutti per  il 19 ottobre.

comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti - pubblichiamo i loro comunicati di ieri e domani vi diciamo su che cosa siamo d'accordo e su che cosa no - poi ognuno dica la sua

>Agli organi di stampa e alle emittenti radiotelevisive
>con preghiera di pubblicazione e diffusione
>
>
>Il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti ribadisce con forza la
contrarietà a qualsiasi iniziativa di blocco stradale o manifestazione di
protesta che possa essere strumentalizzata a favore dell'azienda Ilva.
>Di fronte alle notizie delle ultime ore, che hanno visto per l'ennesima volta
la magistratura bocciare un piano di presunto risanamento dello stabilimento
che in realtà non garantisce la salute né dei cittadini di Taranto né dei
lavoratori dell'Ilva, invitiamo i lavoratori a radunarsi domani, dalle 6, in
presidio-assemblea dinanzi alle portinerie A, D e IMPRESE.
>Il Comitato non aderisce allo sciopero indetto dai sindacati Uil e Cisl,
volto esclusivamente alla salvaguardia di uno stabilimento obsoleto e
inquinante per il cui risanamento non basteranno i 400 milioni promessi da
Ferrante, ma invita i lavoratori e i cittadini di Taranto a riunirsi e a
partecipare insieme alla costruzione di un nuovo futuro per questa città, un
modello di sviluppo ecocompatibile che non costringa più i cittadini a dover
scegliere tra diritto alla vita e diritto al lavoro.
>Énecessario respingere i ricatti ed impedire che si speculi ancora sulla
salute e sulla disperazione di migliaia di lavoratori che temono di perdere il
lavoro.Non dobbiamo più accettare accordi al ribasso che permettano la
prosecuzione di un crimine e chi lo ha commesso deve farsi carico della tutela
del reddito e della salute dei lavoratori, pagando tutto quello che c’è da
pagare per i danni prodotti. In questo disastro, i lavoratori dell’ILVA non
possono più permettere di essere usati per bloccare la città ed alimentare la
solita strategia del ricatto occupazionale, ma devono essere protagonisti del
cambiamento, per la difesa dei propri diritti.
>Ai cittadini di Taranto chiediamo di unirsi alle nostre assemblee dinanzi
alle portinerie, per far sentire, tutti uniti, la nostra voce e soprattutto per
ribadire che d'ora in poi nessuna decisione verrà presa sulla pelle di
centinaia di migliaia di tarantini, cittadini e lavoratori. D'ora in poi non
permetteremo più scelte politiche non condivise dalla popolazione, che non
contribuiscono al bene comune.
>
>Alle 10 il Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti si riunirà nel
piazzale antistante la portineria A per una conferenza stampa. Gli operatori
dell'informazione sono invitati.
>
>
>Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti
>
>
>
>
>Comunicato
>
>
>Il questo momento il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti sta
bloccando i mezzi Ilva in ingresso e uscita dallo stabilimento alla portineria
C (strada da Tamburi a Statte) e chiede solidarietà alla cittadinanza. "Gli
operai non devono bloccare la città ma devono bloccare l'azienda e la
produzione. Chi sta bloccando invece la statale Appia sono capi e impiegati
alle dipendenze di Riva mentre invece noi operai stiamo bloccando la portineria
C perché stanchi delle bugie e dei giochetti del padron Riva con i sindacati.
Oggi abbiamo convinto i lavoratori a rimuovere un blocco stadale. Adesso siamo
al Varco C e abbiamo già bloccato i camion in entrate e uscita. Chiediamo la
solidarietà della città. Rimerremo a oltranza. Venite ad aiutarci, siamo già
cinquecento".
>Ce lo comunicano per telefono Cataldo Ranieri e Massimo Battista del Comitato
Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti.
>
>Cataldo Ranieri - operaio Ilva (cell.3478605836)
>Massimo Battista - operaio Ilva (cell.3382567801)
>
>
 
>
>

giovedì 27 settembre 2012

IILVA TARANTO: UNA GIORNATA DI LOTTA E CONTRADDIZIONI



Dopo la decisione da parte della giudice Todisco di marciare verso il fermo degli impianti, era inevitabile una forte reazione dei lavoratori, a fronte del pericolo effettivo di fermo della produzione e conseguenti ricadute sul lavoro.
Alle reazioni delle prime ore, ispirate principalmente dalla componente aziendalista filo Riva, con presidi alla Direzione della fabbrica e lavoratori saliti sulla passerella del camino, Fim e Uilm hanno fatto seguire sulla spinta di molti operai, la dichiarazione 48 ore di sciopero, con blocchi stradali per oggi e domani. La Fiom invece ha assunto una decisione filo-giudici ma ha anche dichiarato di 'ritenere che le assicurazioni date da Ferrante, di non immediati riflessi sull'attività e sui posti di lavoro, sufficienti per non promuovere alcuna iniziativa di lotta'.
Una posizione quindi altrettanto aziendalista.
Questa mattina 3mila operai hanno scioperato al primo turno e bloccato via Appia e la SS 106 nelle prossimità dello stabilimento. Una partecipazione quindi abbastanza maggioritaria tra gli operai del 1° turno.Mentre si sviluppava questo blocco è arrivato uno spezzone molto folto di alcune centinaia di manifestanti raccolti intorno al Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti, di questi circa un centinaio erano operai Ilva guidati dai leader naturali di questo comitato; Ranieri, Battista, ecc.
Lo spezzone ha raggiunto il blocco con due obiettivi giusti e uno totalmente sbagliato:
1- realizzare un confronto con gli operai presenti al blocco
2- lottare insieme perchè l'avversario sia padron Riva e che si faccia di più per bloccare la produzione;
3- ostentato in maniera arrogante e aggressiva, è stato quello di pretendere l'immediato scioglimento del blocco stradale perchè “danneggerebbe la città e i cittadini”.
Quest'ultima posizione è apparsa di stampo reazionario, antisciopero e antiblocco. Spesso e volentieri gli operai quando hanno attuato scioperi hanno bloccato le strade vicino alla fabbrica per renderlo più visibile e incisivo; inoltre, il blocco vicino alla fabbrica incide poco sulla città. La pretesa, quindi, di parlare a nome dei cittadini e di usare questo argomento contro il necessario blocco in occasione dello sciopero rappresenta una posizione di destra, per così dire di “ben pensanti” piuttosto che di “liberi e pensanti”.
La posizione di contrapporre cittadini a operai è una posizione dannosa e reazionaria alla lotta per il lavoro e la salute. Una cosa è sostenere e battersi perchè gli scioperi e i blocchi siano contro Riva e il governo, altra cosa è invece usare argomenti sbagliati, quali quelli usati dal Comitato in questa occasione.
Il confronto, invece, sviluppatosi a livello di base a volte in forme aspre,tra operai presenti al blocco e operai del Comitato è stato comunque utile, anche se l'argomento sottointeso a questa discussione, e che gran parte del Comitato sostiene, quello della chiusura dell'Ilva, così come l'altro argomento altrettanto sbagliato che la colpa dei danni prodotti da padron Riva sarebbe anche degli operai che si dovrebbero “scusare” con la città, in questo confronto sono stati tenuti in sordina.
Nel corso del presidio ha parlato dall'Apecar anche il segr. della Uilm che ha ribadito la posizione attuale del sindacato che domanda maggiore impegno a Riva e chiede maggior tempo alla Procura, e in ultima analisi si affida alle decisioni del governo, proponendo per questo una manifestazione a Roma.
Lo Slai cobas per il sindacato di classe presente ai blocchi, come da comunicato che segue, ha vissuto insieme a molti operai con difficoltà questo confronto-scontro; se si contrappongono aziendalismo e ambientalismo, faticano ad affermarsi le necessarie posizioni di classe che sono indispensabili per condurre e vincere questa battaglia.
la posizione dello slai cobas per il sindacato di classe ilva Taranto

Noi siamo per lo sciopero e la mobilitazione unitaria e di massa degli operai Ilva e indotto

ma esso deve essere CONTRO padron Riva e il governo Monti-Clini che non vogliono mettere i soldi necessari al vero risanamento della fabbrica e del territorio

Lo SCIOPERO va fatto per tenere aperta la fabbrica con una vera messa a norma e difendere il LAVORO E IL SALARIO di tutti gli operai e LA SALUTE dei lavoratori e della città.

Noi siamo contro l'aziendalismo pro Riva,
noi siamo contro “ambientalismo antioperaio” che vuole la chiusura della fabbrica nocivo è il capitale e non la fabbrica.

Oggi siamo presenti a scioperi e blocchi per stare con i lavoratori ma siamo senza bandiere, perchè nessuna delle iniziative in corso si muovono su posizioni giuste da noi condivise
1 - noi chiediamo che intanto non si proceda a nessuna chiusura di impianti, senza aver fatto un cronoprogramma graduale che mantenta il ciclo produttivo e il lavoro degli operai
2 - noi chiediamo l'immediata convocazione di un tavolo di emergenza in Prefettura per trovare le soluzioni a tutela di lavoro e reddito degli operai - tavolo a cui sia presente anche lo slai cobas ilva


noi vogliamo uno sciopero generale che unisca operai e masse popolari della città e lavoriamo perchè questo avvenga il 19 ottobre, - se si costruiscono le condizioni per una data più ravvicinata, vi aderiremo

Slai cobas per il sindacato di classe Ilva
cobasta@libero.it347-1102638 - 347-5301704


TA 27-9-2012

martedì 25 settembre 2012

la taranto autorganizzata che lotta

a taranto si lotta anche se molti mettono la testa sotto il sacco

i disoccupati organizzati dello slai cobas per il sindacato di classe presidieranno per altri due giorni da giovedì 27 alle 6 la pasquinelli, rivendicano il completamento delle assunzioni dei corsisti della raccolta differenziata

domani mercoledì si riunisce il Comitato lavoratori del porto - slai cobas TCT per preparare nuove iniziative al Porto e in provincia - ore 16 sede via rintone 22

il cobas ilva questa mattina ha portato locandine a tutte le portinerie e volantini alla portinerie imprese
e giovedì comizio con assemblea alla port. A alle 15 e alle 16


lotta di classe

Operai dell'intera italia sono in lotta per il lavoro,
noi a taranto con l'ilva abbiamo una grande opportunità,quella di far cambiare realente le cose,quella di ricostruire una autonomia operaia attraverso il sindacato di classe,quella autonomia che trasforma la coscienza operaia e la rende capace di grandi trasformazioni e conquiste,come è avvenuto con le lotte dei sindacati degli anni 70.
SLAI COBAS ILVA per il sindacato di classe taranto...un sindacato degli anni 70

Ranieri... un po' di coerenza ogni tanto non farebbe male

sulla pagina facebook di ranieri
 DENUNCIAMO PUBBLICAMENTE TUTTI I GIORNI la MANFRINA di questo utente che ha aperto una PAGINA chiamandola "Sostenitori del giudice Patrizia Todisco" AL SOLO SCOPO DI USARE IL NOME DEL GIUDICE TODISCO PER OTTENERE UNA VISIBILITA' (OLTRE 6000...
"Mi piace" DATA DAGLI UTENTI IN BUONA FEDE ALL'OPERATO DEL GIUDICE TODISCO) USATA INVECE SU QUESTA PAGINA-SPECCHIO-PER-LE-ALLODOLE PER TENTARE DI ACCREDITARE L'IDEA CHE QUEL CONSENSO SIA SU OPINIONI SUE PERSONALI COME QUESTO POST CHE E' IN EVIDENTE CONTRASTO CON QUELLE DEL GIUDICE PATRIZIA TODISCO IL CUI LAVORO ED INTENTO NON HA MAI AVUTO COME OBIETTIVO LA CHIUSURA DELL'ILVA MA LA SUA MESSA A NORMA CON LE BUONE O CON LE CATTIVE. INVITO GLI UTENTI DI FACEBOOK CHE HANNO ESPRESSO IL PROPRIO "MI PIACE" A QUELLA PAGINA-MANFRINA A TOGLIERLELO !!
La parola d'ordine "SI ALLA CHIUSURA DELL'ILVA" E' ASSAI DISCUTIBILE PERCHE' ROMPE L'UNITA' TRA I LAVORATORI E I CITTADINI (E PER QUESTO MINORITARIA) MA LEGITTIMA E CHIEDERNE IL SOSTEGNO ANCHE: MA NON QUI. NON CON L'INGANNO !!


SMASCHERIAMO QUESTA MANFRINA, RIPUBBLICANDOLA SULLE NOSTRE BACHECHE E SU QUELLE DEI NOSTRI AMICI CORRETTI, FACCIAMO GIRARE QUESTO POST PER FAVORE !!Visualizza altro
caro ranieri
siamo d'accordo con la tua precisazione
ma la parola d'ordine 'si alla chiusura dell'ilva" è ampiamente sostenuta  a gran voce e con grandi grida nel Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti e dai palchi delle sue iniziative
gli ambientalisti 'doc' la sparano a ogni piè sospinto
alcuni del comitato sono arrivati a strappare le locandine dello slai cobas per il sindacato di classe
perchè contenevano la parola d'ordine 'l'ilva non deve chiudere, ma padron riva deve pagare e metterla a norma'... 

lunedì 24 settembre 2012

LOTTA PER IL LAVORO

Sono un disoccupato che vive ai Tamburi, sono quattro anni che  con i disoccupati organizzati
stò lottando  per la raccolta differenziata, perchè ci dia lavoro e salute.
Insieme ai miei compagni abbiamo avuto denunce ma non ci siamo lasciati intimidire.
Perchè è una lotta giusta, è un nostro diritto voler lavorare !
Non ci hanno scoraggiati nè  le denunce nè le cariche della polizia , anzi siamo ancora più determinati.
In questi giorni stiamo facendo una compagna di informazione , delle nostre rivendicazioni
al quartiere Tamburi, per far capire ai disoccupati che unendoci nella lotta in tanti si vince,
chiediamo alle istituzioni bonifiche ai quartieri pù disagiati :Tamburi e Paolo VI .
Il lavoro si ottiene con la lotta non con le assunzioni clientelari, è una vergogna che deve finire.

DICO A TUTTI I DISOCCUPATI DI TARANTO SVEGLIATEVI! UNIAMOCI
NELLA LOTTA !

Perchè solo uniti possiamo vincere, ai Tamburi stiamo raccogliendo molti consensi
non ci dobbiamo far prendere in giro da chi ci vuole vendere fumo ,basta con le parole
da chi ci governa vogliamo i fatti.

un disoccupato organizzato

taranto 24\09\12

domenica 23 settembre 2012

LAVORATRICI E LAVORATORI TELEPERFORMANCE A RISCHIO LICENZIAMENTO

Ai lavoratori della Teleperfomance, il colosso dei call center con sede a Taranto, scade la cassa integrazione, e la messa in mobilità è attesa per la settimana prossima.
Lo scorso anno si era ottenuta la cassa integrazione per i dichiarati esuberi di circa 460 lavoratori,
la lotta scongiurò i licenziamenti ma si ottenne la cassa integrazione.
Adesso ci ritentano con esuberi dichiarati a quota 500, le donne sono la maggioranza delle occupate, a Taranto dove la disoccupazione è al 30% e le donne che lavorano non sono neanche una su due è inaccettabile che si perda un solo posto di lavoro.
Le donne considerate dai padroni l'ultima ruota del carro sono state sempre le piu penalizzate,  la maternità aumenta il loro costo, e comunque si cerca di ricacciarle a casa per sopperire alla carenza dei servizi sociali.
Le lavoratrici della Teleperfomance quando dopo una lunga lotta ottennero la sicurezza di un posto di lavoro stabile decisero di avere figli.
La Teleperfomance, con le sue minacce di delocalizzare in Serbia ha ricattato i lavoratori, dopo aver ottenuto dallo stato sgravi, finanziamenti, e infine cassa integrazione hanno continuato a fare contratti a progetto i cosiddetti out bound,  i sindacati e il governo hanno sempre fatto finta di niente .

Per le strade di Taranto campeggiano  enormi cartelloni che invitano a presentarsi per colloqui di  lavoro a termine. TUTTO CIO' E' VERGOGNOSO! 
A Roma ci sarà a breve un sit in delle lavoratrici con l'obbiettivo di avere un confronto con il ministro Fornero, il 18 Ottobre ci sarà uno sciopero generale di categoria.
Noi lavoratrici non ci stiamo a essere ricacciate in famiglia, la lotta è generale e non ci fermeremo.

Taranto 23/09/2012

BAGNOLI... RIFLETTANO I NOSTRI AMBIENTALISTI...

ECCO COSA HA PORTATO LA CHIUSURA DI BAGNOLI:
Prima perdita di migliaia di posti di lavoro e nessun risanamento del territorio
Oggi, tentativo di grande speculazione, affidando interi pezzi di territorio in mano a speculatori privati e settori di criminalità.
RIFLETTANO QUEGLI AMBIENTALISTI CHE A TARANTO SBANDIERANO LA "CHIUSURA DELL'ILVA"! 

(da Contropiano)
"Operazione Bagnolifutura: una privatizzazione di fatto dell'uso del territorio metropolitano.

Martedi della prossima settimana il consiglio comunale di Napoli discuterà lo statuto di Bagnolifutura. Si tratta di una grossa operazione urbanistica e finanziaria sull'area dell'ex Italsider che sta incontrando forti opposizioni da parte dei movimenti sociali del territorio. Bagnolifutura Omnibus infatti si configura a tutti gli effetti come una “società di diritto privato”, il che delinea una evidente privatizzazione della progettazione, trasformazione e gestione del territorio metropolitano.

Ancora più dura è “l'Assiste cittadina per Bagnoli”, una coalizione di forze sociali della zona Flegrea: “...si crea una società di diritto privato che può operare per progettare, trasformare e gestire interi pezzi del territorio cittadino, agendo secondo logiche privatistiche, senza efficaci controlli pubblici”. L’Assise chiede chiarezza sui bilanci della Bagnoli Futura, sulle procedure seguite per la bonifica, sulle trattative intercorse con i proprietari dei suoli oggetto di intervento. “Bagnoli si rilancia a partire dalla trasparenza o affoga nell’ennesimo bluff”.
Sembra davvero lontano il tempo in cui Luigi De Magistris caratterizzava la sua campagna elettorale con duri attacchi a quella che veniva bollata come “una pagina vergognosa di commistione tra politica e crimine attorno al denaro pubblico”, promettendo lo scioglimento. della Bagnoli Futura. 
Ricordiamo che da anni grava sull’operato di Bagnoli Futura un’indagine della Procura di Napoli che mette in discussione l’efficacia della bonifica finora realizzata.... la ripatrimonializzazione “al buio” della Bagnoli Futura con le opere di urbanizzazione secondaria finora realizzate nell’ambito di Bagnoli (e, potenzialmente, con altre insistenti sull’intero territorio cittadino) consentirà infatti alla società di proseguire un pericoloso gioco di indebitamento che rischia di incorporare e compromettere progressivamente sempre nuove risorse pubbliche.
... Si affidano a questa società beni pubblici indisponibili, con lo scopo di incorporarli nel suo patrimonio ed utilizzarli come garanzia per ottenere ulteriori prestiti bancari o la ricontrattazione di quelli esistenti. Pratiche spregiudicate, rispetto alle quali è lecito interrogarsi per i rischi che pongono all’utilizzo sociale delle risorse pubbliche. Se consideriamo la possibilità che investitori privati acquistino quote del capitale sociale della Società di Trasformazione Urbana, divenendo di fatto proprietari e gestori di rilevanti infrastrutture urbane, vediamo profilarsi uno scenario di gestione affaristica della città coerente con le proposte del progetto Insula di Romeo. “Occorre evitare decisioni azzardate che rischiano di riprodurre su più ampia scala le logiche speculative e gli errori del passato” denunciano le associazioni del territorio e i movimenti sociali che si oppongono all'operazione Bagnolifutura".

ILVA: SCIOPERO CONTRO CHI E PERCHE'

Gli operai non possono stare alle notizie dell'ultim'ora,
con un giorno l'allarmismo sul lavoro, e un giorno l'allarmismo sull'ambiente,
ora serve uno sciopero autonomo degli operai sui loro interessi.

SCIOPERO
NON per Riva, ma CONTRO Riva e il governo che non vogliono mettere i soldi necessari per il risanamento

NON per chiudere la fabbrica, nè per fare solo una manutenzione "ordinaria", ma per la vera messa a norma dell'area a caldo, per DIFENDERE LAVORO, SALARIO E SALUTE

Padron Riva che non vuole realmente risanare la fabbrica, mette in gioco il lavoro
Gli ambientalisti che non difendono il lavoro all'Ilva, mettono in gioco la reale messa a norma della fabbrica

venerdì 21 settembre 2012

Clini nega l'evidenza, Bonelli sbandiera morti e tumori come se fossero trofei ...

una oscena contesa è in atto sulla stampa sul numero dei tumori a taranto
il ministro Clini tende a minimizzare , mentre i dati veri ancora non escono
d'altra parte questo ministro è dalla parte di padron riva
ma non ci piacciono personaggi come bonelli che usano taranto e i suoi morti per
fare carriera politica e quindi li amplifica, li ostenta al servizio di una sola tesi
chiudere tutto così a morti e inquinamento si aggiunga disoccupazione di massa, deindustrializzazzione

noi siamo per una taranto in lotta contro padron riva e l'ambientalismo antioperaio
per la taranto operaia e popolare che difenda lavoro e salute contro padron riva e lo stato dei padroni
siamo per l'unità tra gli operai ilva e indotto e tra l'unità tra operai e masse popolari

questa taranto che vogliamo non è ancora scesa in campo in questa città
perchè in fabbrica domina l'aziendalismo e sindacati confederali collusi
e in città si vuol far prevalere coloro che vogliono la chiusura delle fabbriche e che accusano gli operai
di essere complici e corresponsabili dell'inquinamento - chi dice questo è un demagogo e un imbroglione -
gli operai all'ilva sono stati in tutti questi anni le prime vittime di morti sul lavoro e malattie da inquinamento
e tutti hanno fatto di tutto perchè non si autorganizzassero e lottassero padron riva sindacati confederali partiti parlamentari anche di 'sinistra'
ma anche quelli che sono stati dentro i sindacati confederali a fargli da copertura 'critica'- fiom compresa e compreso quelli che oggi si dichiarano paladini della salute dei cittadini
quelli che non si sono manco interessati per sbaglio degli operai dell'ilva - compresi quelli che pure avrebbero dovuto interessarsi nei sindacati di base - tranne lo slai cobas -  e che ora sono al carro degli ambientalisti impegnati a raccattare voti

sono molti i colpevoli di quello che accade, ma sono anche molti gli ipocriti

tarantocontro





giovedì 20 settembre 2012

SU LAVORO E AMBIENTE IL SINDACO STEFANO DIVENTA ISTERICO?

I disoccupati organizzati avevano chiesto un incontro col Sindaco per oggi per discutere su “Lavoro nelle attività di risanamento ambientale e corsi di formazione”, per tutta risposta Stefano ha mandato una letteraccia con toni inaccettabili e con l’affermazione tassativa che l’incontro “non avrà luogo né in quella data né in altre successive”, condita poi con parole offensive su presunte “strumentalizzazioni a danno dei cittadini”.

Su una problematica così attuale e urgente che riguarda il rapporto ambiente/lavoro nella nostra città un sindaco non può rifiutarsi di incontrare un’organizzazione di disoccupati che da tre anni, come è notorio, ha aperto una vertenza a livello comunale, provinciale e regionale su questa tematica.
Il Sindaco scrive che “il Comune non può aderire a richieste di parte”; una posizione assurda sia perché i Disoccupati Organizzati hanno sempre portato avanti le istanze di tutti i disoccupati, sia perché chi vieta al Sindaco di incontrare altre rappresentanze su queste tematiche?
Il Sindaco poi rappresenta in termini negativi “le pregresse vicissitudini che hanno caratterizzato l’avvio della raccolta differenziata nelle zone di Lama-S.Vito”, quando invece lo sblocco di tale servizio, anche in termini finanziari (rispetto ad un piano che era rimasto per anni e anni nel cassetto) grazie alla mobilitazione dei disoccupati in tutte le sedi (comunale, provinciale, Ato, regione) con iniziative di lotta, incontri, interventi nei quartieri, ma anche Convegni che hanno portato un contributo costruttivo programmatico, ecc., è un fatto molto positivo.
Circa i “corsi di formazione”, sappiamo bene che non rientrano nella competenze del Sindaco, ma della Provincia/Regione, e nè prima, né nella ns ultima lettera abbiamo detto che è il Sindaco che se ne deve occupare. Perchè, quindi, questa polemica? Ciò che chiediamo al Sindaco è di farsi con noi oggi parte attiva verso Regione e Provincia perché si avvii nuovamente un percorso virtuoso formazione/lavoro, sia per il ciclo raccolta differenziata in tutta la città (per cui occorrono almeno 200 lavoratori formati e oggi ne restano appena 49 dei precedenti corsi), sia soprattutto per impegnare i giovani disoccupati o coloro che hanno perso il lavoro nelle attività, più complesse, di risanamento ambientale.
Ma anche in questo campo, è ben strano che il Sindaco invece di dare un giudizio positivo di questa esperienza – rapporto corsi di formazione/lavoro, sostenuta tra l’altro da Provincia e Regione, che per la prima volta non ha sprecato soldi pubblici in corsi fini a sé stessi, che ha già permesso, e permetterebbe molto di più in futuro, di occupare disoccupati formati e motivati nel lavoro, che ha consentito un’assunzione da parte delle ditte sulla base di criteri trasparenti e pubblici (appunto la frequenza dei corsi di formazione) - né dà invece un giudizio negativo.

Ma veniamo alle affermazioni gravi fatte dal Sindaco sugli interventi di bonifica.
Questa degli interventi di bonifica è una problematica urgente che tocca la salute dei cittadini e il Sindaco invece di cominciare a fare un piano concreto degli interventi di bonifica da fare, scrive di “non ingenerare inutili aspettative”!
I Disoccupati Organizzati è da tre anni che hanno posto in maniera concreta problematiche di risanamento di quartieri come Paolo VI e Tamburi, facendo anche proposte concrete (vedere anche su questo gli atti del Convegno “lavoro differente”); certo, sappiamo bene che gli interventi non sono semplici e occorre anche qui un crono programma, ma finora, a parte ordinanze di divieti non si sa quali interventi il Comune intenda programmare. E la gente aspetta eccome!
Ma il Sindaco invece di cominciare a rispondere nel concreto, arriva nella lettera a scrivere di “stroncare sul nascere facili strumentalizzazioni a danno dei cittadini ignari e in buona fede”?
Primo, in questa maniera offende anche i cittadini, che sicuramente non sono affatto ignari e manipolabili come li rappresenta in Sindaco e sanno distinguere bene (si ricordi il Sindaco che poche settimane fa sono state gli stessi cittadini dei Tamburi a denunciare come inconcludenti le ordinanze comunali di divieto sulle aree in cui giocano i bambini).
Secondo, se non fosse grave che un sindaco faccia questa affermazioni di “strumentalizzazioni”, ci sarebbe da ridere: quale strumentalizzazione? I disoccupati organizzati non hanno poltrone da difendere, non hanno soldi da avere (anzi ce li rimettono, e hanno solo sacrifici e denunce), non hanno voti da chiedere.

La lettera del sindaco continua reclamando il “rispetto delle norme nazionali per l’affidamento di lavori e servizi”. Ma chi e quando questo sarebbe stato negato? Nello stesso tempo noi chiediamo che avvenga quanto prima l'affidamento di lavori e servizi. Perchè non le norme, ma la burocrazia, non diventi la giustificazione per rimandare sine die decisioni e azioni da parte del Comune. I disoccupati organizzati, con accordi verbalizzati con Provincia, Comune (di cui possiamo a chi non ha memoria produrre copia), hanno solo detto in questi anni che le ditte che hanno questi appalti devono assumere dal bacino dei disoccupati dei quartieri da risanare, dei corsisti, altrimenti invece di unire ambiente e lavoro, si riduce drasticamente il lavoro a Taranto. La realtà purtroppo in questa città è ben altra e questa sì richiederebbe trasparenza.
Su questo chiediamo noi al Sindaco di rispondere, non a noi ma a tutti i disoccupati e alla cittadinanza, a queste domande?
Perché 650mila euro, stanziati dalla Regione dal Fondo sociale, a fronte di lotte, tavoli e incontri e finalizzati al servizio di raccolta differenziata, da marzo ancora non si sa perché non vengono utilizzati?
Perché quest’estate vi è stata l’interruzione di due mesi del servizio di raccolta nonostante una determina della Regione e perché le 400mila euro stanziati dalla regione a fronte della nostra lotta, da destinare alla prosecuzione del servizio sono andati all’Amiu per pagarsi il proprio personale?
Perché, a proposito di rispetto di norme e di trasparenza, quando vi sono affidamenti o appalti pubblici del Comune, il Sindaco manda liste di persone da “assumere”.
Il Sindaco che scrive a noi di non voler guardare a “disoccupati appartenenti a questo o ad altro gruppo organizzato”, ci deve spiegare a quale gruppo allora appartengono quelli mandati da lui?
I Disoccupati Organizzati hanno sempre parlato a nome delle migliaia dei disoccupati a Taranto - parliamo della necessità di 200 assunzioni nella raccolta differenziata e di 1000 nei lavori di bonifica, e possiamo assicurare il Sindaco che i Disoccupati Organizzati non sono certo migliaia!
I disoccupati non sono tutti come li vorrebbe lui, in tranquilla attesa di un lavoro che non arriva mai. Tra i disoccupati ci sono quelli che si organizzano e lottano per il diritto al lavoro e la loro battaglia serve tutti; noi non vogliamo le attese apparenti e gli intrallazzi clientelari reali. Noi vogliamo che tutte le migliaia di disoccupati e senza lavoro di Taranto si mobilitino, per dire basta a clientele, elemosine ai politici, alle istituzioni.
Il Sindaco ne sta facendo una battaglia personale che non interessa né i disoccupati né i cittadini, noi invece vogliamo fare una battaglia pubblica su lavoro e ambiente.

CONVOCHI IL SINDACO UN INCONTRO PUBBLICO DI TUTTE LE PARTI SOCIALI, SINDACALI, POLITICHE E PARLIAMO DI PIANI DI LAVORO CONCRETI. 
 
PERCHÈ A TARANTO NON SOLO SI MUORE PER INQUINAMENTO, MA NEANCHE SI VIVE SENZA LAVORO E SALARIO

Ferrante i soldi sono pochi e così non si risana

la cifra annunciata dall'ilva di 400 milioni euro - che poi sono i 146 di prima e altri 254 - sono tutt'ora pochi per il piano di risanamento
bisogna lottare in fabbrica e in città non per chiudere la fabbrica ma perchè questa cifra aumenti e sia impiegata subito secondo un cronoprogramma credibile
serve innanzitutto che gli operai ilva prendano l'iniziativa autonoma per imporre lavoro e salute come una lotta sola
intanto però non un posto di lavoro deve essere perso
l'annuncio di ferie forzate per 400 operai alle ditte è un brutto segnale
i lavoratori del cobas ilva  sono tutt'ora pochi e sottoposti a mille pressioni da azienda e sindacalisti confederali comunque i loro 3 rappresentanti si riuniranno con lo slai cobas provinciale domani alle 10 al centro sportivo magna grecia - via zara 121 - una sede pubblica per permettere anche a chi non è iscritto allo slai cobas di partecipare e confrontarsi
in questa sede oltre che fare il punto decideremo uno sciopero autonomo degli operai ilva per mettere gli operai tutti davanti alle loro responsabilità

per gli operai del cobas ilva
andrea e piero

mercoledì 19 settembre 2012

oggi al porto agli operai del porto e allo slai cobas volevano vietare perfino di entrare

a fare il presidio assemblea del neonato comitato lavoratori del porto
ma abbiamo detto che non se ne parlava e alla fine ci hanno fatto entrare
il presidente dell'autorità portuale con motivazioni pretestuose non ci ha voluto incontrare- lui incontra solo sindacati collusi, corrotti come cgil-cisl-uil
abbiamo fatto l'assemblea e programmate le prossime iniziative
non è che l'inizio !

al cimitero i lavoratori dell'ancora vogliono restare vivi !

sono venuti tutti i quotidiani locali e studio cento questa mattina alla conferenza stampa indetta dai lavoratori cimiteriali della coop ancora, in larga parte iscritti allo slai cobas e i lavoratori hanno parlato di morti- 2 lavoratori morti di tumore negli ultimi al cimitero, malattie e rischio , di lavoro di 6 ore al giorno da 20-15 anni  all'aperto, con tanta polvere sollevata e inchiottita, di un cimitero a due passi dai parchi minerali,
ora dicono basta e scendono in campo
chiedono subito interventi asl-arpa - chiedono visite mediche e misure per tutelare la salute- chiedono risarcimento e lo chiedono come lavoratori a dimostrazione che sono i lavoratori le prime vittime dell'inquinamento e se organizzaati da un sindacato come lo slai cobas sono loro chiedono lavoro e salute e non fanno la fine degli operai dell'ilva burattini di riva tramite i sindacati confederali, o vittime sacrificali del giustizialismo ambientalista che vuole togliergli il lavoro e il futuro
ma questa iniziativa dimostra che i sindacati non sono tutti uguali come strillano alcuni del comitato liberi e pensanti, ma c'è chi lotta da sempre contro padroni e stato dei padroni per difendere lavoro e salute e che invece che essere appoggiato viene attaccato e gli si vuole negare perfino le bandiere.. ma va...

a poesie

Ferrante ha ditt' "o si produce o si chiude"
Uè cape de firr'...nind'è capite?
a tarand ci è c'adda chiudere... si tu.

A fabbrica è a nostr, ca già l'amme pajate
cu a fatije,u sfruttament e l' muert avvelenate.
Japre l'uecchie ,sind' a rime 
ca a rivolt s'avvicine
n'è nguajate,n'è sfruttate,
 mo ne uè disoccupate.
Vatt'è jacchie na fatie,
ca a rivolt se stè avvie.
Scappe,fujie,gambe all'arie,
s'à svegliate u proletarie,
ca mò chiù no se lament
cu u bastone è chiù cuntent
le padrune addà sprangà
e s'arripigghie a dignità.

19 settembre - Non vi dimenticate la rivolta a Taranto delle lavoratrici pulizie....

Si sta preparando un nuovo attacco a fine anno al lavoro e al salario delle lavoratrici delle pulizie delle scuole statali, anche a Taranto. 
A chi, delle Istituzioni, ha scarsa memoria, vogliamo ricordare che nel 2008 Taranto fu messa a "ferro e fuoco" proprio dalla rivolta di queste lavoratrici che per settimane bloccarono ripetutamente la città.
Attenti, queste lavoratrici sono oggi pronte a riprendere quella rivolta!
Per rinnovare la memoria ripubblichiamo quest'articolo.

Dalla precedente rivolta delle lavoratrici pulizie

Le lavoratrici delle pulizie sono state il cuore e il motore di questa rivolta.

Da la ‘Guerra civile in Francia’ di Marx: “… al posto delle cocottes (le ricche signore che) avevano seguito le orme dei loro protettori, gli scomparsi campioni della famiglia, della religione e soprattutto della proprietà: Al loro posto ricomparvero alla superficie le vere donne di Parigi, eroiche, nobili e devote come le donne dell’antichità. Parigi lavoratrice, pensatrice, combattente insanguinata, raggiante nell’entusiasmo della sua iniziativa storica, quasi dimentica, nella incubazione di una nuova società, dei cannibali che erano alle sue porte…).

Il pesante attacco al lavoro e al salario, alle condizioni di vita, colpisce doppiamente le donne. Prima di tutto c’è un dato oggettivo: tra i lavoratori che rischiano il licenziamento, il taglio alle ore la maggioranza sono donne. (...)

martedì 18 settembre 2012

appalti pulizie e nuove gare d'appalto

A luglio 2012 la Consip ha indetto le nuove gare d appalto per i servizi di pulizia nelle scuole statali.  la convenzione ha un valore di 1,63 miliardi di euro più un importo aggiuntivo di 163 milioni di euro come plafond, per quattro anni, che" dovrebbero" soddisfare la domanda annua dei servizi di pulizia per le  scuole che affidano tali servizi a ditte esterne.
La gara è divisa per 13 lotti geografici e prevede un massimale di fornitura. La durata della convenzione è di 24 mesi, più eventuale proroga di 12 mesi. La gara sarà effettuata a procedura aperta e verrà aggiudicata con la modalità dell' offerta economicamente più vantaggiosa (leggi al massimo ribasso) .
l' apertura delle buste è prevista per il 26 Settembre.
Gli scenari che si aprono per i 700 operai, impiegati nel servizio di pulizia per Taranto e provincia sono tragici, come già accadde nel 2007 con il passaggio dalla ditta Polignano alla Dussmann, l'orario di lavoro sarà di due ore giornaliere e la cassa integrazione che eravamo riusciti a  ottenere con la forte lotta del 2007 cesserà a Dicembre e da Gennaio 2013 dovremo tirare a campare con la bellezza di 300 euro mensili, e con un carico di lavoro triplicato però!
AL nostro governo questo non interessa minimamente, non interessa che a Taranto la disoccupazione è al 30%, non interessa neanche che tra dissesto, cattiva ammininistrazione clientelismo, morti sul lavoro adesso ci saranno anche i morti per fame.
 seguiranno aggiornamenti.........

un operaia delle pulizie.

L'ultimo salto della quaglia di Rizzo

L’USB annuncia in pompa magna nel suo sito e con un volantinaggio alla fabbrica la sua nascita all’Ilva di Taranto.
Che ci sia necessità del sindacato alternativo ai confederali all’Ilva è noto a tutti, ma che questo debba essere un sindacato di classe in grado di essere realmente uno strumento di lotta ai padroni, è meno chiaro.
Il sindacato di classe all’Ilva si chiama Slai cobas, questo è ben noto a padron Riva e al sindacalismo confederale che fanno una guerra spietata all’ingresso dello Slai cobas in fabbrica: non riconoscimento delle deleghe e di ogni diritto sindacale, campagne quotidiane di persecuzione di lavoratori che ad esso aderiscono, denunce sistematiche da parte dei dirigenti sindacali corrotti, quali Palombella, Fiusco, ecc., per “diffamazione”, fino al processo per “Riva assassino!” intentato da padron Riva in persona.
L’obiettivo di tutti è impedire al presenza dello Slai cobas. Ai padroni, al sindacalismo confederale tutti vanno bene tranne lo Slai cobas.

una città in lotta oggi,domani,dopodomani.. sempre, perfino al Cimitero


ilva taranto

martedì 18 settembre ore 15-ore16 Port:D

il testo del volantino odierno
Tutti all'assemblea operai Ilva del 22 settembre ore 10 al Centro Sportivo Magna Grecia - via ZARA 121 TARANTO  Discussione e approvazione di una seria piattaforma dei lavoratori
         per la messa a norma con tutela del lavoro, salario, salute e sicurezza

Padrone, Governo, ognuno nelle sue competenze, come si dice, stanno lavorando sulla nostra testa e sulla nostra pelle. Padron Riva e il suomaggiordomo, Ferrante, ancora non ci dicono quanti soldi vogliono mettere, a parte le briciole già programmate, presi dai profitti accumulati in questi
anni, per mettere realmente a norma lo stabilimento e avere quella continuità produttiva che dicono di volere. Senza questo passaggio le promesse di Ferrante, in mensa, sui giornali, negli incontri, sono aria
fritta e i sindacalisti fanno da cavalier serventi.
Il Governo, per bocca di Monti, Passera e Clini, usa i "guanti bianchi" verso l'azienda e fa il  'gioco delle tre carte' per quanto riguarda i soldi per le bonifiche. I soldi stanziati sono presi da voci già precedenti la
crisi Ilva, una parte rilevante di essi riguardano il Porto e non l'Ilva, che fare poi di questi soldi, attesi come tante orde fameliche da politicanti e istituzioni locali, ancora non si è capito nei tempi e nei piani.

Gli operai di questa fabbrica non possono continuare ad essere o vittime o burattini!  Ci dobbiamo liberare con decisione di ricatti, pressioni aziendali e padrini!

Nel frattempo in fabbrica peggiorano le condizioni di lavoro con ulteriore rischio per salute e sicurezza,  vedi ultimo infortunio, operaio ustionato nell'appalto ilva -e nessuno - tranne lo slai cobas - dice niente.

Il posto di lavoro si difende con la lotta per mettere realmente a norma lo stabilimento, che non va chiuso, con buona pace degli ambientalisti antioperai.

Serve ora la forza autonoma e organizzata dei cobas per il sindacato di classe nelle mani dei lavoratori
per affrontare la situazione difficile che si presenta.

Noi non siamo per stare fermi a guardare.....
 ma per tornare a bloccare la fabbrica e ad occupare l'intera città,
ma per i nostri interessi e non per quelli di padron Riva, Ferrante e capi.

L'assemblea del 22 settembre serve a questo!

SLAI COBAS ILVA
per il sindacato di classe
VIA RINTONE 22 TA
cobasta@libero.it - 3471102638
13.9.12

ilva taranto

Agli operai Ilva del Comitato lavoratori cittadini liberi e pensanti

IL 22 SETTEMBRE ORE 10 PRESSO IL CENTRO SPORTIVO 'MAGNA GRECIA' VIA ZARA
121, TARANTO, ASSEMBLEA OPERAI ILVA

PER:

- Discussione e approvazione di una seria piattaforma dei lavoratori per la
reale messa a norma dell'Ilva con tutela del lavoro, salario, ambiente,
salute, sicurezza, per costruire una voce e azione autonoma degli operai in
fabbrica;

- per impedire che l'azienda metta nel dimenticatoio tutte le altre
questioni, faremo il punto sullo stato dell'esposto e ricorsi "Cambio tuta"
(con il primo calendario delle udienze), delle problematiche sui livelli,
sicurezza sul lavoro, contratto siderurgici;

- rafforzare la forza indipendente in fabbrica degli operai, attraverso il
cobas ilva; non basta cancellarsi dai sindacati filoaziendali, senza
organizzazione gli
operai non contano niente e rischiano di prendere "mazzate" da tutte le
parti.

Invitiamo gli operai del Comitato liberi e pensanti a partecipare
all'assemblea del 22, per avere il vostro contributo e decidere insieme
l'attività in fabbrica.


Per informazioni: tel. 3475301704 - cobasta@libero.it


SLAI COBAS per il sindacato di classe ILVA

TA. 15.9.12

porto di taranto

taranto - lotta al porto

mercoledì nuova iniziativa del Comitato Lavoratori del Porto
ore16 all'autorità portuale - richiesto incontro con il Presidente Prete


nei giorni scorsi oltre 70 lavoratori hanno dato vita al Comitato Lavoratori
del Porto  su proposta e iniziativa dei lavoratori TCT iscritti allo slai
cobas taranto

I lavoratori della TCT sono stanchi di leggere sui giornali la sorte che gli
tocca, che diventa anzichè più chiara, più incerta e nebulosa ogni giorno
che passa; mentre nel frattempo vengono trattati come dei "lavoratori a
chiamata - sms", senza rispetto dei diritti, della privacy, in
cassintegrazione a zero ore che finora ha significato zero euro, con una
rotazione annunciata ma applicata con la politica di "figli e figliastri",
con una gestione concertata TCT/sindacati confederali, in cui tutto è deciso
senza mai sentire la voce, il parere dei lavoratori.
La cassintegrazione è al servizio di un piano stabilito ma finora tutto
sembra essere rimasto sulla carta e non si vede ancora quelle azioni che
permettano di valutare se il piano annunciato è mantenuto.
Intanto il Ministro Clini annuncia fondi per la crisi Ilva, ma dentro questi
fondi ci sono tutti i 197 milioni di euro previsti per il porto. L'assessore
Minervini conferma apertamente che 35 milioni di euro vengono dal de
finanziamento del Distripark, anch'esso presentato come futuro di salvezza e
sviluppo del porto.
 Infine, Lei sig:Presidente dice chiaramente che se si ferma la
movimentazione Ilva è il 70% dell'attività portuale che viene meno"
I lavoratori del Porto si preoccupano seriamente del loro presente e
soprattutto del loro futuro.
Per questo chiedono di incontrarLA e ottenere direttamente dalla sua
autorevole voce le rassicurazioni necessarie
La data che proponiamo è mercoledì 19 settembre alle ore 16, pur restando a
disposizione per altra  data disponibile. Per l'incontro è stata predisposta
la presenza di 3 lavoratori del porto, rappresentanti del neonato COMITATO,

per il COMITATO LAVORATORI del PORTO
slai cobas TCT  tel. 347-1102638 cobasta@libero.it  fax099-4792086



cimitero taranto

cimitero san.Brunone a Tamburi...
il posto più inquinato di Taranto
i morti - di cui tanti da inquinamento - son morti .. e chi vive e lavora al
Cimitero, che fine farà ?

Comunicato stampa -invito a conferenza stampa mercoledi 19 ore 10
 presso cimitero s.brunone tel 347-1102638

A pagina 69 della sentenza del Riesame del 7 agosto 2012  emessa a conferma
della ordinanza del Giudice Todisco si scrive
" la gravissima situyazione di inquinamento, prodottasi con la
contaminazione della vasta area .... tra i comuni di taranto e statte,
causata dall'attività del siderurgico e dalle sue emissioni incontrollate e
incontrollabili.oltre che da quelle autorizzate di polveri e fumi, si
accompagna ad una allarmante compromissione ambientale delle aree urbane -
immediatamente e visivamente percepibile nei rioni a ridossso del
siderurgico, in particolare nel quartiere Tamburi e nella zona del Cimitero
di San Brunone massicciamente ricoperti (imbrattati) di una coltre di
polveri ferrose di colore rossastro...che ha determinato un gravissimo e
ormai insostenibile rischio sanitario."
I lavoratori cimiteriali attualmente nella cooperativa Ancora Service, e
prima ancora molti di essi nella cooperativa La solidarietà, da 15-20 anni
ogni giorno lavorano nel Cimitero per almeno 6 ore all'aria aperta e
sollevando tanta polvere e pulendo e tumulando ecc, esponendosi quindi alle
sostanze inquinanti, di cui sopra, con gravi evidenti danni alla loro salute
passata, presente e temiamo sopratutto  futuri
ora dicono basta e sono pronti a mobilitarsi

la situazione e le loro iniziative saranno espresse direttamente a stampa e
tv- con invito a telecamere e fotografi a documentare il tutto
mercoledì 19 settembre alle ore 10 conferenza stampa Cimitero San brunone
Taranto

disoccupati organizzati taranto

20 settembre ore 10
piazza castello  manifestazione

Taranto è in movimento, le TV e i giornali ora puntano i loro riflettori
sulla città, ma non emerge tutta la situazione.

A TARANTO NON SOLO SI MUORE PER INQUINAMENTO, MA NON SI RIESCE A VIVERE!
SENZA LAVORO E SENZA SOLDI NEANCHE SI PUO' VIVERE!

NOI DISOCCUPATI ORGANIZZATI da 3 anni, da quando abbiamo cominciato a
lottare per il lavoro, abbiamo fatto volantinaggi e promosso iniziative
rivendicando il lavoro nella raccolta differenziata porta a porta in tutti i
quartieri per occupare 200 disoccupati, e il lavoro nelle  bonifiche e
manutenzione e risanamento dei quartieri, che potesse dare lavoro a 1000
disoccupati e abbiamo rivendicato per questo corsi di formazione retribuiti
e finalizzati a questo lavoro.

Abbiamo ottenuto finora corsi di formazione e lavoro nella raccolta
differenziata nei quartieri Lama - S. Vito. Ora più che mai è necessario
estendere questa lotta per tutta la città

Sulle bonifiche e risanamento Provincia e Comune hanno fatto solo parole e
promesse ma nulla di concreto anche di fronte a proposte precise che come
Disoccupati Organizzati abbiamo fatto.

Ora la situazione può cambiare. PER QUESTO COME DISOCCUPATI ORGANIZZATI
FACCIAMO APPELLO A UNIRCI E A LOTTARE.

Ma a non abbiamo fatto solo questo. Abbiamo avviato la campagna contro
Equitalia, rivendicando l'esenzione dal pagamento per lavoratori a basso
reddito, precari e disoccupati, poveri, raccogliendo firme anche nel
quartiere.
Così come rivendichiamo con forza che ci sia l'abbassamento come città
disastrata  dell'IMU e Tarsu e la riduzione delle tariffe, perchè non
possiamo essere danneggiati due volte.

Ora è necessario organizzare una MANIFESTAZIONE su queste rivendicazioni e
organizzare una VERA VERTENZA per ottenere risultati concreti,  tutti in
piazza castello 20 settembre ore 10


DISOCCUPATI ORGANIZZATI
Slai cobas per il sindacato di classe
TA. 8.9.12
cobasta@libero.it
347-1102638
347-5301704