lunedì 29 ottobre 2012

ci vogliono adottare....

Ilva, l'appello del ministro Balduzzi
«Molte criticità, il Paese adotti Taranto»
Il Riesame: no alla libertà per i Riva

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TARANTO - «Siamo in presenza di criticità permanenti. questi dati più recenti di biomonitoraggio testimoniano la persistenza della propagazione di diossine e di metalli pesanti pericolosi». Lo afferma il ministro della Salute, Renato Balduzzi, sui primi rilevamenti del biomonitoraggio avviato dalle strutture del ministero della Salute secondo cui il 30% del latte di pecora prodotto negli allevamenti entro i 10 km dall'Ilva di Taranto, è contaminato dalle diossine. «Vorrei - auspica Balduzzi - che il Paese sentisse come suo il problema di Taranto. Adottiamo la città perché il quadro sanitario e ambientale è critico». «Se l'Ilva dovesse chiudere - osserva il ministro - la criticità occupazionale avrebbe conseguenze negative anche dal punto di vista della salute». Il ministro sottolinea poi l'importanza del rilevamenti dei dati. «Dobbiamo rendere - afferma - permanente e continuo (e non occasionale) il biomonitoraggio».

Il Riesame. Restano agli arresti domiciliari Emilio Riva, il figlio Nicola e l'ex direttore dello stabilimento Ilva di Taranto Luigi Capogrosso, accusati di disastro ambientale. Il Tribunale del Riesame ha rigettato i ricorsi presentati contro il secondo "no" del gip alla richiesta di rimessione in libertà da parte della difesa. Emilio Riva, il figlio Nicola e Luigi Capogrosso sono agli arresti domiciliari dal 26 luglio scorso nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Taranto per disastro ambientale a carico dell'Ilva. Per quanto si è appreso, i giudici del Tribunale del Riesame, nel respingere i ricorsi dei difensori dei tre indagati, ha confermato la sussistenza sia delle esigenze cautelari che del pericolo di reiterazione del reato. Sempre dal 26 luglio sono sotto sequestro, senza facoltà d'uso, gli impianti dell'area a caldo del Siderurgico tarantino.

Le motivazioni per i Riva. Emilio Riva e il figlio Nicola hanno dimostrato «pervicacia» nella commissione dei gravi reati contestati e questo «rende evidente il rischio dell'allestimento ed organizzazione di ulteriori analoghe attività illecite presso altri contesti industriali, ai quali essi potrebbero avere agevole accesso attraverso altre società controllate dal gruppo Riva Fire». Lo scrivono i giudici del Tribunale di Taranto motivando il pericolo di reiterazione da parte dei due Riva, indagati per disastro ambientale, e quindi confermando la misura degli arresti domiciliari nei loro confronti.

Totale indifferenza alla legge. L'ex direttore dello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto Luigi Capogrosso «ha dimostrato totale indifferenza al rispetto della legge». Lo scrivono i giudici del tribunale di Taranto che hanno rigettato la richiesta di rimessione in libertà dello stesso Capogrosso, indagato per disastro ambientale. La «indifferenza» di cui parlano i giudici, è scritto nel provvedimento, fa particolare riferimento «ai precetti che impongono la protezione dei lavoratori contro i rischi nell'ambiente di lavoro, la riduzione degli agenti inquinanti, l'adozione di cautele nell'uso, nei contesti aziendali, di sostanze pericolose».

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