giovedì 11 ottobre 2012

In una grossa assemblea all'Ilva i sindacalisti vengono zittiti

Una buona notizia dall'interno dell'Ilva. Oggi non gli è andata bene ai sindacalisti di Fim e Uilm che stanno tenendo assemblee in fabbrica - puramente informative (notizie che gli operai già possono sapere da Tv e giornali), in cui sembrano fare soprattutto quello che gli riesce meglio: i portavoci dell'azienda.
Ma oggi in una grossa assemblea di più di 400 lavoratori, dove stavano operai del Mua, Ril, ecc. non hanno potuto finire di parlare. Gli operai li hanno presi "a pesci in faccia" - come ha detto un operaio - chiedendo garanzie sul lavoro e sul salario, prima di ogni cosa. E sono stati sommersi da grida di "venduti, corrotti...."!

Intanto oggi pomeriggio alle portinerie A e D lo slai cobas ha tenuto comizi alle uscite delle 15 e delle 16. Molti operai si sono fermati per decine di minuti e hanno concordato su alcuni punti semplici e chiari:
Prima di tutti i lavoratori - la fabbrica non si ferma se PRIMA non c'è garanzia effettiva della continuità lavorativa e della difesa salariale - il risanamento si fa con gli operai dentro, altrimenti finisce anche a Taranto come a Bagnoli - solo gli operai in fabbrica e in lotta possono imporre e controllare una vera messa a norma e risanamento ambientale - Riva bleffa: fa apparire come una risposta la fermata dell'AFO1 che era già in corso e solo per questa dice che gli operai saranno ricollocati, mentre rimanda addirittura al 2015 lo spegnimento dell'Afo5, e a tempi lunghissimi anche la copertura dei parchi minerali, rifacimento batterie, ecc. - il governo/Clini sta varando un Aia che al massimo vuole dare un colpo al cerchio e una alla botte, ma fondamentalmente pro azienda - gli operai non possono essere burattini o invisibili; organizzati possono essere una forza autonoma dai sindacati confederali e dagli ambientalisti che vogliono con la chiusura della fabbrica far sparire l'unica vera forza per imporre lavoro e salute.

Slai cobas per il sindacato di classe ILVA

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