lunedì 29 ottobre 2012

prima i buoi scappano e poi Clini chiude il recinto

Ilva, un ufficio del ministero si occuperà a Taranto  di verificare procedure Aia

TARANTO - Un ufficio distaccato dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale per verificare se, come e quando l’Ilva si adeguerà alle prescrizioni previste dalla nuova Autorizzazione integrata ambientale. È la mossa alla quale sta lavorando il ministro per l’Ambiente Corrado Clini allo scopo di rispondere a quanti, nei mesi scorsi ma anche più di recente, hanno denunciato che la vecchia Aia oltre ad essere tutt’altro che restrittiva, conteneva prescrizioni alle quali l’Ilva si è sottratta senza che nessuno glielo contestasse formalmente. Il ministero ha contattato la Provincia, ottenendo la disponibilità di alcuni uffici nella sede principale di via Anfiteatro e così nelle prossime ore protrebbe giungere l’annuncio dell’aper tura di una sede, per almeno un paio di anni, dell’Ispra in riva allo Jonio.

A tenere i collegamenti con Clini è l’assessore provinciale Giampiero Mancarelli, delegato all’ambiente da nemmeno due mesi e nominato anche nel gruppo istruttore che ha firmato l’Aia per l’Ilva. «Stiamo facendo tutto il possibile per offrire un quadro di certezze a tutti i protagonisti della vicenda - dice Mancarelli - che ha ricadute di tantissimi tipi non solo a Taranto me in tutta Italia. Voglio ricordare che l’Aia prevede immediatamente la produzione dello stabilimento limitata a 8 milioni di tonnellate di acciaio l’anno, la fermata e rifacimento dell’altoforno 1, l’adeguamento degli altoforni 2 e 4, la fermata e il rifacimento delle batterie 3-4-5-6 della cokeria, l’adeguamento delle batterie 9 e 10.
Ora tocca all’Ilva fare la sua parte. È inutile indugiare in tatticismi, mi aspetto che il gruppo Riva convochi quanto prima un consiglio di amministrazione e metta a disposizione le somme necessarie per adempiere alle prescrizioni previste dall’Aia. Stanziati i fondi, vanno firmati i contratti con le ditte che dovranno occuparsi dei lavori. Dopo, con tutta questa documentazione in mano, si potrà andare in Procura per chiedere il dissequestro degli impianti. Farlo prima, senza un impegno concreto e certificabile, non ha senso. L’Aia consente all’Ilva di fare un salto nel futuro garantendo salute, ambiente e lavoro per la terra ionica. Ora all’I l va spetta il compito di investire e credere nella sua eco-compatibilità».

Mancarelli oggi pomeriggio incontrerà in Provincia le associazioni ambientaliste. «Dobbiamo fare tutti assieme il punto della situazione e cercare una sintesi in grado di superare vecchie e nuove divisioni. Abbiamo bisogno di unità, speranze e futuro, non di polemiche».

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