mercoledì 30 gennaio 2013

All'Ilva: voci di possibile partenza da lunedì di nuova massiccia cassintegrazione (per cui Clini ha già detto che non ci sono soldi). Se si confermassero, la fabbrica deve essere subito bloccata!

Riportiamo il volantino distribuito dallo Slai cobas Ilva questa mattina alla portineria A.

Ilva.. ore di attesa e necessità di chiarezza
da un documento dello slai cobas per il sindacato di classe

...lasciando da parte la giusta inchiesta della Magistratura... due sono i fronti effettivi che esistono sulla questione, da un lato, padroni, governo, Stato, sostenuti da sindacati confederali e Istituzioni locali, dall'altro operai che vogliono lavoro e salute in fabbrica e sul territorio, masse popolari tarantine che vogliono fermare la catena di morti da inquinamento e di attacco alla salute e che in maggioranza non vogliono la chiusura della fabbrica con un massiccio aumento della disoccupazione e desertificazione, un'altra mega Bagnoli.
Padron Riva non vuole perdere la fabbrica che è stata fino adesso la "gallina dalle uova d'oro" dei suoi profitti e della trasformazione di questa famiglia in una delle grandi potenze industriali in Italia, in Europa e nel mondo... I padroni non mollano mai la fonte dei propri profitti se non quando questi profitti diventino realmente impossibili, e anche in caso di grave crisi innanzitutto chiamano lo Stato borghese al loro servizio e i governi comitati d'affari dei loro interessi, a salvare i loro profitti e ad intervenire perchè si socializzino le perdite e riprendano i loro profitti.
Oggi padron Riva vuole uscire dagli arresti, mantenere il controllo del gruppo, essere sostenuto nello sforzo finanziario dell'applicazione dell'Aia ed essere messo al riparo da conseguenze sul piano giudiziario effettivamente gravi e dall'attacco al suo patrimonio per effetto anche di imponenti cause risarcitorie.
Se questo non fosse possibile, il sistema dei padroni - che all'acciaio dell'Ilva ci tiene - lo Stato e il governo interverranno, o con la vendita ad altro padrone o con l'amministrazione controllata, per mantenere la produzione dell'Ilva. Ma né nuovi padroni, né il controllo dello Stato in questo sistema capitalistico garantiscono il lavoro sicuro e una fabbrica messa a norma non inquinante – l'Ilva è stata già dello Stato e la situazione è stata uguale se non peggio.
Ciò che è realmente importante è che la lotta degli operai e della città vinca in uno scontro che non è solo contro padron Riva, ma contro il sistema del capitale, Stato e governo. Questa lotta si può fare se gli operai restano in fabbrica, se la fabbrica diventa la roccaforte della classe operaia in questa lotta, se le masse popolari si uniscono agli operai e alzano il tiro della battaglia per ottenere risultati reali immediati e futuri.
Questo scontro si vince se gli operai si muovono a livello di massa. Le prossime settimane possono effettivamente essere decisive di questa vicenda: la cassintegrazione straordinaria di massa e il non pagamento dei salari non devono passare e dobbiamo usare tutte le forme di lotta necessarie e possibili per fermarli e contrattaccare.
Per questo la proposta dello Slai cobas è quella del blocco della fabbrica fino all'occupazione e il blocco della città per imporre gli interessi operai e popolari al fronte unito del nemico di classe
Serve in fabbrica l'unità e l'organizzazione degli operai attivi e combattivi, che possano insieme essere punto di riferimento per tutti gli operai in fabbrica per sottrarli al padrone e al suo braccio operativo in fabbrica, l'apparato sindacale confederale. E' fondamentale chiamare tutta la città a mobilitarsi con gli operai, paralizzando la città in una emergenza che imponga risposte all'altezza dell'emergenza di lavoro e salute.
Questa battaglia ha una dimensione nazionale, può servire una manifestazione nazionale a Roma per:
- far rientrare tutti i cassintegrati a lavoro e non aumentare il numero con una nuova cassintegrazione
- la fabbrica deve essere messa realmente a norma in forme accelerate
- gli stipendi devono essere pagati - i fondi e beni di padron Riva requisiti
- i fondi dello Stato per la bonifica della città a partire dal quartiere Tamburi devono essere fortemente aumentati e operai e cittadini risarciti
Ma è necessaria anche una manifestazione nazionale a Taranto che segni una tappa di questa battaglia.
La promozione di questa manifestazione domanda che essa sia non di una sigla sindacale o di un comitato locale ma di una rete nazionale che possa rappresentare le varie realtà e anime del movimento nelle fabbriche e nel territorio a difesa della sicurezza e salute. Vi sono state precedenti manifestazioni, in occasione della strage della Thyssen a Torino e a Taranto il 18 aprile 2009, che hanno indicato la forma con cui oggi questa manifestazione si può realizzare: con il protagonismo attivo di quelle strutture di lavoratori, familiari, esperti, comitati che sono già impegnati in diverse città italiane.
La Rete nazionale per la sicurezza e la salute sui posti di lavoro e territori ha già tenuto il 7 dicembre un'assemblea nazionale a Taranto che ha permesso che punti di vista si siano confrontati e uniti, e ora sta sviluppando una campagna nazionale in diverse città italiane per promuovere e partecipare a questa manifestazione. Tutti devono poterlo fare con libertà di pensiero e di azione, senza qualunquismi e veti di chicchessia, ma mettendoci la propria faccia organizzata e dando il proprio contributo alla battaglia.

SLAI COBAS per il sindacato di classe ILVA slaicobasta@gmail.com – 3475301704 – v. Rintone, 22 TA – 30.1.13

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