domenica 20 gennaio 2013

Assemblea Nazionale Rete Sicurezza - 3° Parte Intervento di Lorenzo operaio Ilva

LORENZO – OPERAIO ILVA DEL REP. OME-MUA

Sono un operaio Ilva, collega di Claudio, anche se non lavoro nello stesso reparto. Ho condiviso lo sciopero che hanno autorganizzato gli operai del MOF perché lo ritenevo giusto, non solo in solidarietà con il nostro collega, ma anche per far decadere un accordo che i sindacati firmarono con l’azienda nel 2010 che permetteva la presenza di un solo operaio nelle manovre ai trasporti ferroviari in Ilva, e a causa del quale Claudio era solo al momento dell’incidente, ed è morto.
Vorrei innanzitutto elogiare questi operai che hanno fatto una cosa mai vista prima nello stabilimento Ilva di Taranto: uno sciopero autorganizzato che è durato ben due settimane.
Per due settimane abbiamo resistito e siamo rimasti in presidio permanente in una tenda fuori della portineria.
È stata anche dura ma abbiamo resistito. Non sono mancate le discussioni, anche del nervosismo e battibecchi tra noi, ma credo sia normale e comunque lo sciopero è durato.
Per fermarlo i sindacati confederali ci hanno invitati a rientrare in stabilimento per discutere con loro di questo accordo, abbiamo rifiutato e anzi abbiamo preteso che fossero i sindacati confederali a uscire dalla fabbrica per venire a parlare con noi.
Solo dopo diversi giorni si sono presentati al presidio due loro iscritti, abbiamo discusso e sono andati via dicendo che avrebbero riferito ai loro dirigenti. Sono tornati subito dopo per dirci che all’indomani rappresentanti ufficiali di tutte le tre confederazioni sarebbero venuti al presidio per parlare con noi, per venire a capo di questo sciopero, parlare e trovare una via di uscita. Ma né il giorno dopo nè nei successivi si è presentato più nessuno. Insomma non c’è neanche un minimo di serietà, di rispetto per Claudio e per gli operai del MOF che in questa lotta hanno perso due settimane di paga, si sono sacrificati a stare sempre lì sotto una tenda alle portinerie, hanno fatto volantinaggi, raccolto firme, richiesto l’anticipazione delle elezioni RSU.
Nessun rispetto per nessuno e per niente di tutto questo, né per chi è morto, né per chi lotta e sciopera.
Se io ho scioperato e sono qua è perché non accetto tutto questo, la linea dei sindacati confederali!
Un ultima cosa: tengo a riferire quanto mi ha detto sull’incidente di Francesco un suo parente con cui ho avuto modo di parlare. Mi ha detto che in quello sporgente del porto ci sono tre gru. Di queste quella centrale è nuova, installata pochi anni fa. Le altre due laterali, su una della quali è morto Francesco, erano molto più vecchie e usurate, tanto che quelle due cabine hanno ceduto e solo una delle due era occupata. Questo fa capire che al di là del dell’imprevedibilità del maltempo, le responsabilità che ci sono. Ancora, sulle gru è installato un sensore che misura la velocità del vento e che si attiva se il vento supera i 50 km orari di velocità. Un sensore che serve a salvaguardare le gru, ma non per mettere in sicurezza la vita degli operai che ci lavorano.

DAL COORDINATORE DELLO SLAI COBAS ILVA
Lo sciopero degli operai del MOF è stata una pagina nuova non solo per questa fabbrica. 15 giorni di sciopero ad oltranza non si sono mai visti in un siderurgico, per di più nonostante tutta una campagna contro chi scioperava orchestrata da sindacati e azienda. Ma alla stesso modo vanno elogiati operai come Lorenzo e tanti altri giovani operai che, pur non essendo del MOF, hanno fanno anch’essi 15 giorni di sciopero, spesso scioperando da soli nei loro reparti, perfino rischiando di più degli stessi operai MOF. Questo dimostra che all’Ilva tante cose sono brutte, ma qualcosa sta cambiando e qualcosa di davvero bello sta nascendo tra le file degli operai, a cui affidiamo tutte le nostre speranze che questa lotta si possa vincere.

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