venerdì 25 gennaio 2013

Assemblea Nazionale Rete Sicurezza - 8° Parte Intervento di un Lavoratore Cimiteriale

LAVORATORE CIMITERIALE

Vi saluto tutti a nome anche dei colleghi che non sono potuti venire o restare fino a quest’ora.
Lavoriamo al cimitero di Taranto, che significa stare fisicamente a ridosso e a stretto contatto con l’Ilva, a poche decine di metri. Sono tante le polveri che respiriamo, anche e soprattutto nelle ore notturne, il sabato e la domenica, quando all’Ilva approfittano per emettere a più non posso, quando è più difficile accorgersene e che ci siano controlli.
Questa è la realtà che vivo giornalmente con i miei colleghi e possiamo anche documentarlo tangibilmente con filmati che abbiamo realizzato in questi anni. Lavoriamo in una situazione di assoluta criticità. Condizioni che abbiamo in comune con chi vive al quartiere Tamburi.
Nella sentenza del riesame emessa a conferma della ordinanza del Giudice Todisco si scrive:
"la gravissima situazione di inquinamento, prodottasi con la contaminazione della vasta area .... tra i comuni di Taranto e Statte, causata dall'attività del siderurgico e dalle sue emissioni incontrollate e
incontrollabili, oltre che da quelle autorizzate di polveri e fumi, si accompagna ad una allarmante compromissione ambientale delle aree urbane - immediatamente e visivamente percepibile nei rioni a ridosso del siderurgico, in particolare nel quartiere Tamburi e nella zona del Cimitero di San Brunone massicciamente ricoperti (imbrattati) di una coltre di polveri ferrose di colore rossastro... che ha determinato un gravissimo e ormai insostenibile rischio sanitario".
Noi lavoratori cimiteriali da 15-20 anni ogni giorno per almeno 6 ore all'aria aperta e sollevando tanta polvere, pulendo e tumulando ecc, ci esponiamo quindi a queste sostanze inquinanti, con gravi evidenti danni alla nostra salute passata, presente e temiamo soprattutto futuro.
Ora diciamo basta e siamo pronti a mobilitarci. Con lo Slai cobas stiamo portando giornalmente avanti la lotta contro queste condizioni, tra l’altro in una situazione in cui sono morti per patologie riconducibili alle condizioni di lavoro un nostro collega e il direttore del cimitero urbano. Abbiamo avuto anche noi i nostri morti, e questo ci accomuna ancora di più alla lotta degli operai dell'Ilva.


IL COORDINATORE DELLO SLAI COBAS

La questione del cimitero richiama la vicenda dei cittadini dei Tamburi. Molti cittadini di Tamburi e lavoratori del cimitero stanno avviando e vorrebbero avviare una class action e altre azioni risarcitorie. La Rete si occuperà moltissimo di questo anche per sottrarre questi cittadini e lavoratori all’andazzo che si sta generalizzando, di avvocati che si prestano ad iniziare azioni risarcitorie, prospettando risarcimenti milionari, ecc. Per contrastare questo abbiamo contattato e ci ha espresso la sua disponibilità e adesione all’iniziativa l’avv. Bonetto di Torino, che è avvocato di parte civile nel processo Eternit, che ha curato la causa civile di tremila tra lavoratori e cittadini contro l’Eternit. Bonetto è sostenitore da tempo del sindacalismo di tutte le forme di opposizione in fabbrica e molto conosciuto per questo tipo di processi.
Su questo organizzeremo, forse già e gennaio un incontro specifico sulla questione di avvio di cause risarcitorie e costituzioni di parti civili e chiameremo tutti ad associarsi, non tanto all’avvocato, ma per assicurare che si possa fare una battaglia senza secondi fini. Una battaglia che è di alta civiltà e certo non solo di ricerca di indennizzi a fronte di tragedie così grandi. I lavoratori del cimitero saranno uno dei pilastri di questa battaglia, proprio per la loro condizione specifica di lavoratori esterni all’Ilva che per lo più non abitano a Tamburi ma che pure si trovano al centro di questa vicenda.

Nessun commento:

Posta un commento