venerdì 8 febbraio 2013

cimitero in lotta



"Sommersi dal carbone, risarciteci"

I 52 dipendenti che si occupano della tumulazione delle salme, della custodia e della pulizia chiedono i danni per i problemi alla salute

I becchini di Taranto chiedono i danni all'Ilva. I 52 lavoratori della Cooperativa Ancora, che si occupa dei servizi di tumulazione delle salme nonchè di custodia, guardiania, sorveglianza serale e notturna, pulizia e sistemazione del verde nella necropoli di San Brunone di Taranto, a ridosso dei parchi minerali dello stabilimento siderurgico, chiederanno un risarcimento all'Ilva per i danni alla salute subiti a causa dell'inquinamento. Lo ha annunciato in una nota lo Slai Cobas per il sindacato di classe.

I lavoratori del cimitero di Taranto, che invocano più tutele e controlli sanitari, fanno presente di essere costretti ogni giorno a raccogliere polveri minerali tra i loculi, ma anche negli uffici e nel posto di guardia. A questo proposito è stato preparato un dossier sullo stato di salute dei lavoratori. Lo Slai Cobas aveva già manifestato l'intenzione di costituirsi parte civile nell'ambito del procedimento per disastro ambientale a carico dell'Ilva.



Comunicato stampa 7 febbraio 2013

nella conferenza stampa odierna
i lavoratori cimiteriali cooperativa Ancora Service hanno affermato con chiarezza  che
vogliamo  lavorare al cimitero per vivere.. non per morire

chiediamo che qualsiasi decisione venga prese per le zone inquinate,
venga rigidamente tutelato il lavoro e il reddito di tutti i lavoratori operanti a San Brunone
chiediamo che si intevenga subito per la bonifica delle aree cimiteriali
chiediamo inoltre di fare visite mediche continue e approfondite gratuite
per monitorare la nostra salute
-chiediamo di essere inseriti e beneficiare delle normative per i lavoratori
usuranti, anche nel quadro di una specifica legge taranto

quindi si è passati ad esaminare la causa risarcitoria che viene avviata e
la futura costituzione di parte civile
sia dei lavoratori cimiteriali della cooperativa ancora, sia delle altre
attività,- fioristi,marmisti ecc operanti nel Cimitero


un lavoratore ha esposto la situazione..
Lavoriamo al cimitero di Taranto, che significa stare fisicamente a ridosso
e a stretto contatto con l'Ilva, a poche decine di metri. Sono tante le
polveri che respiriamo, anche e soprattutto nelle ore notturne, il sabato e
la domenica, quando all'Ilva approfittano per emettere a più non posso,
quando è più difficile accorgersene e che ci siano controlli.
Questa è la realtà che viviamo giornalmente e possiamo anche documentarlo
tangibilmente con filmati che abbiamo realizzato in questi anni. Lavoriamo
in una situazione di assoluta criticità. Condizioni che abbiamo in comune
con chi vive al quartiere Tamburi.
Nella sentenza del riesame emessa a confe3+rma della ordinanza del Giudice
Todisco si scrive:
"la gravissima situazione di inquinamento, prodottasi con la contaminazione
della vasta area .... tra i comuni di Taranto e Statte, causata
dall'attività del siderurgico e dalle sue emissioni incontrollate e
incontrollabili, oltre che da quelle autorizzate di polveri e fumi, si
accompagna ad una allarmante compromissione ambientale delle aree urbane -
immediatamente e visivamente percepibile nei rioni a ridosso del
siderurgico, in particolare nel quartiere Tamburi e nella zona del Cimitero
di San Brunone massicciamente ricoperti (imbrattati) di una coltre di
polveri ferrose di colore rossastro... che ha determinato un gravissimo e
ormai insostenibile rischio sanitario".
Noi lavoratori cimiteriali da 15-20 anni ogni giorno per almeno 6 ore
all'aria aperta e sollevando tanta polvere, pulendo e tumulando ecc, ci
esponiamo quindi a queste sostanze inquinanti, con gravi evidenti danni alla
nostra salute passata, presente e temiamo soprattutto futuro.
Ora diciamo basta e siamo pronti a mobilitarci. Con lo Slai cobas per il
sindacato di classe  di taranto stiamo portando giornalmente avanti la lotta
contro queste condizioni, tra l'altro in una situazione in cui sono morti
per patologie riconducibili alle condizioni di lavoro un nostro collega e il
direttore del cimitero urbano. Abbiamo avuto anche noi i nostri morti, e
questo ci accomuna ancora di più alla lotta degli operai dell'Ilva.

Nella causa risarcitaria - che parte in questo mese - ci avvaleremo degli
avvocati dello slai cobas - a taranto avv.mario Soggia -per assicurare ai
lavoratori e ai cittadini una linea processuale collettiva vincente, ma
nello stesso tempo abbiamo contattato e ci ha espresso la sua disponibilità
e adesione all'iniziativa l'avv. Bonetto di Torino, che è avvocato di parte
civile nel processo Eternit, che ha curato la causa civile di tremila tra
lavoratori e cittadini contro l'Eternit.
Su questo organizzeremo, a marzo un incontro specifico sulla questione di
avvio d cause risarcitorie e costituzioni di parti civili
ma stiamo anche organizzando una manifestazione con presenze nazionali
. Una battaglia che è di alta civiltà e certo non solo di ricerca di
indennizzi a fronte di tragedie così grandi. I lavoratori del cimitero
saranno uno dei pilastri di questa battaglia, proprio per la loro condizione
specifica di lavoratori esterni all'Ilva che per lo più non abitano a
Tamburi ma che pure si trovano al centro di questa vicenda.
 slai cobas per il sindacato di classe taranto
 347-1102638


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