sabato 9 febbraio 2013

Pulizie asili - ma a quale incontro hanno partecipato Cisl e Cgil?

Lo Slai cobas per il sindacato di classe che ha fatto, anch'esso ieri - sia pur separatamente dai confederali, e unicamente per volontà di questi ultimi - l'incontro con l'Ass. Scasciamacchia sul problema dell'aumento dell'orario di lavoro e delle mansioni delle 94 lavoratrici delle pulizie nelle scuole materne e asili nido comunali, ha una valutazione totalmente differente da quella espressa da cisl e cgil, tanto che sembra che abbiamo partecipato ad incontri molto diversi. 
La responsabile della Cgil, Aida Briganti dichiara: "Riscontro apertura, mi auguro che sia reale e che questa sia davvero la volta buona..."; Antonio Arcadio della Cisl, addirittura è entusiasta: "E' stata una riunione interessante che ha confermato la volontà politica di venire incontro alle esigenze dei lavoratori...".
 
Purtroppo, invece, da parte del Comune non si è intravista una concreta volontà di aumentare realmente l'orario di lavoro. L'Ass. al lavoro all'inizio ci ha riferito la dichiarazione del sindaco secondo cui si sta, ancora!, valutando l'ipotesi di un parzialissimo aumento di ore legandolo ad un "vero" servizio di custodia all'ingresso e uscita dei bambini - cosa che già fanno le lavoratrici e non è che aggiungendo la parolina "vero" cambia la situazione; poi la pulizia degli spazi esterni e la pulizia più accurata nelle scuole che praticano tempo pieno - in totale solo 2 scuole.
Quindi, un impegno di incremento ore ultralimitato, che addirittura potrebbe interessare solo alcune scuole, e generico nei tempi: parlare, infatti, come ha fatto Scasciamacchia che per una valutazione tecnica ci vogliono almeno due settimane, vuole dire, tra elezioni in mezzo, arrivare a marzo, solo per la "valutazione".
 
Tutto questo quando - come hanno subito detto le rappresentanti dello Slai cobas - c'è già un progetto di Delibera fatto agli inizi del 2012 dal precedente dirigente Aquilino, che rimase congelato in attesa della sentenza del Tar sul mantenimento dell'appalto alla Trial, attualmente confermato. Questa delibera indicava il passaggio dalle attuali 11,50 ore settimanali a 20 ore settimanali, in applicazione anche dell'indirizzo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per l'infanzia e l'attenzione all'igiene dei bambini - indirizzo quanto mai attuale a Taranto per l'inquinamento Ilva e industriale che colpisce anche le scuole.
Quindi perchè ora l'amministrazione non applica questa Delibera e invece si ricomincia sempre da zero? Tra l'altro con una sottile forma di ricatto, per cui un'aumento dell'orario e incremento dei costi sarebbero poi scaricati sulle rette delle famiglie, con conseguenti minori iscrizioni e, quindi.... con licenziamenti delle lavoratrici.
Ma c'è un altra questione posta dallo slai cobas nell'incontro. Mentre il Comune non applicava la bozza di delibera di aumento delle ore, nello stesso tempo soprattutto da luglio scorso, con un altro appalto ha affidato ad un'altra cooperativa parte delle mansioni di ausiliariato che facevano le lavoratrici delle pulizie della Trial. Perchè questo, che tra l'altro diventa spreco di soldi pubblici? L'assessore ha riferito che questo nuovo appalto 'clone' nella parte che riguarda tali mansioni terminerà a fine marzo. Staremo a vedere.
Per tutto questo a conclusione dell'incontro lo Slai cobas ha detto che non di generico impegno si deve trattare, non di valutazione tecnica che riparte da zero, ma di applicare subito la delibera già pronta da più di un anno, di riassegnare alle lavoratrici delle pulizie le mansioni di ausiliariato che già facevano, per garantire subito alle lavoratrici le 20 ore settimanali previste.
 
Lo Slai cobas alla luce di questo incontro, non attenderà tranquillamente. In caso nella prossima settimana non vi saranno nuove risposte in positivo, avvieremo lo stato di agitazione fino ad uno sciopero per l'8 marzo - tenendo conto che qui lavorano quasi tutte donne e per loro un attacco al diritto al lavoro e salario decenti comporta sempre una dipendenza economica che spesso si traduce in oppressione familiare.

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