domenica 14 aprile 2013

A Bagnoli non c'è mai stata bonifica - dai compagni di bagnoli del laboratorio Iskra che hanno sostenuto l'iniziativa nazionale della rete del 22 aprile


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Inquinamento Italsider. Chi vive Bagnoli già lo sapeva. Chi la viveva ed è morto a causa dei veleni l'ha scoperto sulla sua pelle.





Il principio che deve passare:

Chi ha inquinato deve pagare!

  Il sequestro dell'area ex-Italsider ed ex-Eternit conferma quello che diciamo e denunciamo da anni insieme ad altre realtà di lotta: per decenni un territorio saccheggiato, devastato, distrutto, fiumi di denaro pubblico e promesse durante tutte le campagne elettorali. Addirittura dall'inchiesta della magistratura emergono dati ancor più allarmanti in termini di disastro ambientale. Non entreremo nel merito delle indagini "rivelatrici" che la Magistratura ha condotto, nonostante ci viene confermato il coinvolgimento nella "cricca" di altri soggetti come il Ministero dell'Ambiente oltre che i vertici di BagnoliFutura. Dopo 20 anni nessuna delle "promesse" si è materializzata: la colmata è ancora lì, le aree ex industriali sono sequestrate oltre che inquinate, nessun posto di lavoro creato, non c'è più Città della Scienza, il ripristino della linea di costa è un miraggio, il Parco dello Sport è un concentrato di amianto e veleni, nessuno spazio restituito alla città.

 
L'unica cosa che resta – oltre il degrado e l'abbandono – è la militarizzazione del nostro territorio e la repressione subita sopratutto negli ultimi anni da chi ha costruito quell'opposizione sociale e politica che rivendica lo scioglimento di Bagnoli Futura ed un vero cambio di rotta. Bagnoli oggi è definitivamente desertificata e sono ormai evidenti le possibili manovre per ulteriori interessi speculativi che non riguardano solo l'area ex-industriale di Bagnoli Futura: ex-base Nato, Mostra d'Oltremare, Stadio, Cinodromo fino al Waterfront di Pozzuoli (però non si spiega, ad esempio, come sorga in questo "deserto" l'impetuosa palestra Virgin a via Terracina).

Alla luce di ciò il sequestro dei suoli, per quanto tardivo, per noi è senz'altro una buona notizia, in primis perché determinerà il blocco della procedura di svendita dei suoli ex-Italsider, più volte tentata con l'unico obiettivo di "tappare" i debiti astronomici di Bagnoli Futura e puntualmente conclusasi con un nulla di fatto; in secondo luogo perché l'uscita di scena dei personaggi responsabili dello sfascio dei nostri quartieri può, per la prima volta, rimettere davvero tutto in discussione!

Ma il destino dei proletari bagnolesi e flegrei non può essere delegato alla magistratura: oggi più che mai è necessaria una mobilitazione dal basso nella quale si affermino con forza le rivendicazioni di chi fino ad oggi non ha avuto voce: bonifica, casa e lavoro!

Dobbiamo da subito riprendere la parola all'interno di una discussione pubblica più ampia sui destini dell'area di Bagnoli e di tutta l'area flegrea. Una discussione che dovrà essere sviluppata pubblicamente e nelle piazze, così come in momenti "istituzionali" e Consigli Comunali, e che metta al centro:

- la chiusura e lo scioglimento di Bagnoli Futura,
- il riconoscimento politico di tutte quelle realtà che da anni lottano sul territorio, necessario per avviare un dibattito pubblico sul destino dell'area (come anche Bancarotta, sgomberata a seguito del sequestro),
- una reale bonifica di tutta l’area ex-industriale e del litorale (con rimozione della colmata e bonifica dei fondali),
- un netto no alla svendita dei suoli di BagnoliFutura ai vecchi e nuovi speculatori,
- la totale apertura al pubblico delle spiagge di Coroglio e Bagnoli, una volta rese fruibili,
- un tavolo permanente inter-istituzionale teso alla creazione di posti di lavoro ed alla formazione di figure lavorative da integrare all’interno del processo di riqualificazione e rivalorizzazione.

Solo tramite questo processo possiamo scongiurare che anche tale vicenda si trasformi in una opportunità per speculatori e palazzinari che vogliono trasformare gli strumenti urbanistici con l'unico scopo di rivendicare un ridimensionamento della bonifica e delle opere pubbliche – “che potrebbero essere troppo costose” – per sostituirle con grandi alberghi, porti ed edilizia residenziale privata.

Infine ci teniamo anticipare alcune valutazioni. Non abbiamo posizioni da difendere o interessi da tutelare. Siamo stati tra i pochi che alle scorse elezioni comunali hanno rifiutato di salire sul carro arancione del giustizialismo legalitario di De Magistris, per motivi e valutazioni che è inutile qui riportare.

Ciò non ci impedisce, tuttavia, di scorgere in alcuni recenti avvenimenti (in ultimo la rivolta contro la ZTL ad opera di bottegai e della Napoli bene) un chiaro tentativo da parte della destra e del vecchio potere (finanziata da alcuni settori di borghesia legale e mafiosa), di destabilizzare giunta De Magistris in nome degli interessi economici di imprenditori e speculatori e del tornaconto elettorale dei fascisti o dell'ancien régime legato al PD e a SEL.

Per noi il problema non è certo la ZTL, per il semplice motivo che i proletari rovinati dalla crisi non possono neanche permetterselo il lusso di viaggiare in auto, né tanto meno hanno soldi da spendere per lo shopping a via Roma o via Chiaia: piuttosto per noi il giudizio sulla giunta De Magistris è fallimentare in quanto non è stata data nessuna risposta al dramma della disoccupazione, all'emergenza casa, allo sfascio dei trasporti, alla carenza cronica di spazi e servizi pubblici a all'abbandono dei quartieri popolari.

I compagni e le realtà politiche della sinistra di classe coerenti devono guardare con molta attenzione a ciò che sta accadendo per evitare possibili rigurgiti reazionari. De Magistris va assediato sulla base delle ragioni dei lavoratori, dei disoccupati, dei precari, degli immigrati, ed è in nome di queste ragioni che occorre sviluppare a partire dalle prossime settimane un'opposizione di classe il più possibile ampia, unitaria e radicale.

Per tali motivi facciamo appello a tutte le realtà di lotta, lavoratori, studenti, disoccupati e abitanti del territorio a lavorare per la costruzione di un comitato cittadino che si faccia carico di costruire da subito momenti di mobilitazione, a partire da questa settimana stessa (ad esempio Giovedì 18 mattina al Consiglio comunale monotematico su Bagnoli, e il giorno prima, mercoledì, un appuntamento pubblico a Bagnoli), che siano assembleari o di piazza, portando avanti tutte le rivendicazioni che hanno caratterizzato le lotte di questi anni sul territorio, partendo dalla bonifica immediata e completa, fino alla chiusura di BagnoliFutura, rivendicando chiarezza e trasparenza sulla documentazione riguardante Bagnoli (eventualmente richiedendo anche la costituzione dei cittadini stessi di Bagnoli come parte civile al processo).

Rilanciamo la mobilitazione nell'area flegrea!

Laboratorio Politico Iskra

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C’è voluto l’intervento della Magistratura per sancire, finalmente, ciò che i movimenti di lotta, le associazioni ambientaliste indipendenti e quanti si battono contro la devastazione dell’ambiente denunciano da anni.

Con una operazione dei carabinieri è stata posta sotto sequestro tutta l’area dell’ex Italsider di Bagnoli (Napoli) ed è stata interdetta, attraverso la forma dell’amministrazione controllata, l’attività della società di trasformazione urbana “Bagnoli Futura”.

L’ipotesi della Magistratura è che attorno all’affaire/Bagnoli  si sia posto in essere un patto affaristico e criminale, su più livelli, che avrebbe coinvolto i vertici di Bagnoli Futura, la società di trasformazione dell'ex acciaieria, ma anche un dirigente del Ministero dell'Ambiente, dirigenti del Comune e della Provincia ma anche tecnici e funzionari di Arpa e dell’Università.

Sui suoli dell’ex Ilva di Bagnoli e sul resto delle aree interessate agli insediamenti industriali della baia di Coroglio/Bagnoli non è mai stata effettuata nessuna seria operazione di bonifica dei terreni. Anzi gli interventi effettuati, nell’ultimo decennio, costati ben oltre 130 milioni di Euro, hanno peggiorato la situazione mettendo in serio pericolo la salute di chi vive quelle zone e l’equilibrio dell’intero habitat naturale.

Molto sinteticamente, da quello che si è riusciti ad apprendere dalle indiscrezioni giudiziarie, sembra che gli interventi effettuati in questi anni invece di rimuovere le cause del grave inquinamento del terreno, delle spiagge e dei fondali si siano limitati a spalmare i materiali tossici per tutta l’area causando – di fatto – un allargamento dei fattori di inquinamento.

Una situazione talmente grave e pericolosa la quale ha già prodotto alcune vittime accertate tra la popolazione. Infatti l’inchiesta giudiziaria prende il via dalla denuncia effettuata dopo un decesso di una giovane donna per cause riconducibili alla mancata bonifica dell’area.

A questo punto occorre fare alcune riflessioni per meglio inquadrare questa iniziativa giudiziaria:

Bagnoli e la sua bonifica sono stati, sempre, il fiore all’occhiello delle amministrazioni di centro sinistra dagli anni ’90 in poi. Bassolino e la Jervolino prima e Giggino De Magistris, dopo, hanno sempre usato la metafora di Bagnoli come paradigma di una evanescente, quanto fantasmagorica,
città futura dove i tratti salienti dovevano essere il verde, le tecnologie dolci, l’occupazione nei settori della conoscenza e dell’immaterialità e tutto il corollario di mistificazioni post/moderne, agitate in chiave antioperaia ed antisociale, le quali sono rimaste lettera morta;
1) Bagnoli e la sua bonifica sono stati, sempre, il fiore all’occhiello delle amministrazioni di centro sinistra dagli anni ’90 in poi. Bassolino e la Jervolino prima e Giggino De Magistris, dopo, hanno sempre usato la metafora di Bagnoli come paradigma di una evanescente, quanto fantasmagorica,
città futura dove i tratti salienti dovevano essere il verde, le tecnologie dolci, l’occupazione nei settori della conoscenza e dell’immaterialità e tutto il corollario di mistificazioni post/moderne, agitate in chiave antioperaia ed antisociale, le quali sono rimaste lettera morta;

2) Bagnoli, dopo la dismissione dell’Italsider, è stata travolta da una coltre di degrado culturale e materiale che sta distruggendo ciò che resta della passata composizione di classe e delle relative relazioni sociali che caratterizzavano positivamente questa zona dell’area metropolitana di Napoli. Gli stessi variegati fenomeni delinquenziali, ascrivibili al ciclo dell’economia criminale ed extralegale, hanno conosciuto una forte impennata negli ultimi anni in una zona che non aveva patito il profondo radicamento della Camorra come è avvenuto negli altri quartieri della città;

3)
In questo contesto solo grazie all’attività controcorrente di poche esperienze come quella degli attivisti dell’Assise di Bagnoli o, più recentemente, dei compagni del Laboratorio Politico Iskra è potuta riprendere una sistematica iniziativa di controinformazione e di denuncia delle vere e proprie operazioni criminali consumate nel territorio di Bagnoli smascherando, puntualmente, gli inganni e le autentiche truffe che si sono succedute nel tempo. La stessa vicenda de La Città della Scienza nasce sotto questo imprimatur negativo in quanto la sua edificazione, agli inizi degli anni ’90, è avvenuta, non solo su suoli non bonificati, ma a ridosso della linea di costa in spregio alla volontà di recuperare l’integrità della spiaggia alla fruizione pubblica;

Alla luce di queste riflessioni preliminari riportiamo il Comunicato dell’Assise di Bagnoli che ci sembra faccia, correttamente, il punto della situazione nell’area di Bagnoli:


COMUNICATO STAMPA DELL’ASSISE CITTADINA PER BAGNOLI

L’Assise Cittadina per Bagnoli confida che i recenti sviluppi dell’indagine della Procura facciano finalmente luce sullo stato della bonifica di Bagnoli; sollecita inoltre l’estensione delle indagini anche alla situazione degli arenili, dove vigono concessioni turistico-balneari malgrado il persistere dell’inquinamento nel mare e su gran parte delle stesse spiagge, ed alla bonifica di Città della Scienza.

Occorre adesso aprire in città un confronto pubblico che riaffermi l’esigenza di realizzare un vero risanamento ambientale, il grande parco urbano ed il recupero del litorale a spiaggia pubblica, bandendo ogni strumentalizzazione della speculazione edilizia per realizzare porti, case ed alberghi sul lungomare. Secondo il principio europeo del “chi inquina paga”, i  costi per la bonifica e la rimozione della colmata vanno attribuiti a Fintecna e CimiMontubi, eredi del patrimonio Italsider-Mededil ed ex concessionari demaniali.

L’Assise, con il comitato “Una spiaggia per tutti” ed il patrocinio del Comune di Napoli, organizza per il 10 ed 11 maggio un convegno sul recupero del litorale con la partecipazione di tecnici, amministratori ed operatori economici e sociali; molto importante sarà l’intervento di un funzionario dell’Ajuntamento di Barcellona che esporrà le modalità di recupero e gestione pubblica delle spiagge cittadine.

L’Assise Cittadina per Bagnoli considera positivamente la notizia che la Procura di Napoli ha questa mattina sottoposto a sequestro le ex aree industriali di Bagnoli che la BagnoliFutura SpA avrebbe dovuto risanare e riqualificare, iscrivendo nel registro degli indagati sia i vertici della Società di Trasformazione Urbana che quelli degli enti istituzionalmente preposti a certificare gli esiti della bonifica; l’indagine aperta nel 2008 trova finalmente un esito che permetterà di accertare lo stato di salute ambientale dell’area e le responsabilità di coloro che vi hanno operato. Da anni l’Assise chiedeva al Comune di Napoli una puntuale verifica pubblica sull’operato della BagnoliFutura, sia alla luce degli scarsi risultati conseguiti che delle numerose incongruenze procedurali, evidenziati anche dalla documentazione di enti istituzionali; appena il mese scorso, l’Assise aveva organizzato con il gruppo di Ricostruzione Democratica una lettura pubblica del rapporto sui SIN realizzato dalla Commissione Parlamentare d’inchiesta sul ciclo rifiuti, i cui pesanti giudizi sulla situazione di Bagnoli sono stati assunti dall’inchiesta della Procura.

L’inclusione della colmata a mare nelle aree sottoposte a sequestro pone il problema di estendere le indagini anche alle aree ad essa adiacenti site al di fuori della potestà di BagnoliFutura, verificando come sia possibile che numerose attività commerciali continuino ad operare sul litorale malgrado l’accertato inquinamento dello stesso. Poche settimane fa l’Assise ha consegnato all’Autorità Portuale ed alla Procura un esposto in cui chiede il ritiro delle concessioni turistico-balneari attive sul litorale e la verifica dello stato di salubrità ambientale dello stesso;infatti il mare risulta tuttora non balneabile e gli enti certificatori delle operazioni di bonifica e messa in sicurezza operate dal Commissariato Regionale alle Bonifiche sugli arenili sono gli stessi oggi sotto indagine da parte della Procura.

Il primo effetto positivo del sequestro è il blocco della procedura di vendita per i suoli ex Italsider siti lungo via Nuova Bagnoli, la cui asta scadeva il 22 aprile: una svendita attuata per sostenere economicamente la BagnoliFutura ma che avrebbe determinato l’ulteriore compromissione del patrimonio pubblico.Adesso, nell’attesa degli accertamenti giudiziari, è tempo che i cittadini riprendano la parola, la politica riassuma il suo ruolo e si apra una discussione pubblica sui destini dell’area di Bagnoli, fuori e dentro il Consiglio Comunale. Una discussione che deve bandire ogni posizione tesa a strumentalizzare l’attuale situazione per sabotare definitivamente gli obiettivi di utilità pubblica definiti dagli strumenti urbanistici: già infatti si sentono gli sciacalli di turno suonare la grancassa della speculazione edilizia, invocando il ridimensionamento della bonifica e delle attrezzature pubbliche, giudicate troppo costose, per fare spazio ad alberghi, case di lusso, porti e quant’altro ingrassi le loro tasche.Occorre invece ribadire che quegli obiettivi, a partire dal grande parco urbano e dal recupero del litorale alla balneazione, sono irrinunciabili per lo sviluppo civile ed economico di Napoli e vanno riconfermati,  verificando modi più democratici, efficaci ed efficienti per la loro attuazione.Urge una grande battaglia politica per recuperare a livello nazionale le risorse necessarie alla bonifica dell’area, attribuendone i costi ai soggetti responsabili secondo il principio europeo del “chi inquina paga”: Fintecna e CimiMontubi, in quanto eredi del patrimonio Italsider-Mededil e concessionari demaniali, devono cedere gratuitamente le aree di loro pertinenza quale parziale risarcimento per il danno ambientale provocato e provvedere a rimuovere a loro spese la colmata a mare. Lo Stato italiano deve garantire il risanamento di un’ex area industriale che ha costituito uno dei maggiori centri produttivi del nostro paese, contribuendo allo sviluppo dell’intera comunità nazionale attraverso il sacrificio dell’ambiente naturale e della salute di generazioni di operai ed abitanti.

A questo proposito,l’Assise esprime la sua indignazione per le inopportune parole del Ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, che,durante la sua visita alla Città della Scienza di Bagnoli,si è espresso per la ricostruzione in loco dei fabbricati distrutti dal recente incendio;sottolinea cheProfumo, così sollecito con il suo collega Passera nel reperire in pochi giorni decine di milioni di euro per la ricostruzione di Città della Scienza, è insieme a lui membro responsabile di quel governo Monti che ha tagliato senza scrupolo i fondi stanziati per la bonifica del litorale di Bagnoli; ricorda al ministro Profumo ed al presidente della Camera Grasso, anch’egli autore di analoghe dichiarazioni, chela potestà delle scelte urbanistiche in materia spetta al Comune di Napoli, come ha sottolineato con ben altro senso istituzionale il Commissario per la politica regionale europea Johannes Hahndurante la sua recente visita alla struttura di Coroglio;evidenzia la necessità di fare chiarezza sulla bonifica delle aree di Città della Scienza, operata dalla stessa fondazione Idis prima che entrassero in vigore i più stringenti parametri definiti dalla legge 471 del 1999, a cui invece deve attenersi la bonifica delle aree circostanti.

Il comitato “Una spiaggia per tutti”, di cui l’Assise è promotore, organizza per il 10 ed 11 maggio un convegno sul recupero ambientale e sociale del litorale di Bagnoli, per fare il punto sui problemi e le opportunità relativi alla bonifica del litorale ed al recupero degli arenili, con il contributo di tecnici, amministratori ed operatori economici. L'iniziativa è svolta con il patrocinio del Comune di Napoli e la partecipazione dell'Ajuntamento di Barcellona, che fornirà contribuiti dal vivo e documentari sul recupero e la gestione della locale spiaggia cittadina.

Napoli, 11 aprile 2013

Massimo Di Dato

Assise Cittadina per Bagnoli
cell. 340 217 6771

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