venerdì 31 maggio 2013

Ilva il marasma - padroni, governo, commissari, sindacati confederali ci portano al disastro annunciato. Operai senza lavoro, cittadini senza salute. Diciamo basta con la lotta a tutto questo! Bloccare fabbrica e città.

Il Garante Aia a Letta: "Commissariare l'Ilva
lo stabilimento non è in grado di funzionare"

"E' una nave senza nocchieri in gran tempesta". Così il procuratore Esposito, che scrive al governo dopo i sopralluoghi e le dimissioni di quadri e dirigenti. L'esecutivo lavora a un decreto, il premier riferirà alla Camera martedì. Confindustria: "La fabbrica agli imprenditori, garantire continuità. I sindacati: situazione esplosiva

Il garante per l'Aia, il procuratore Vitaliano Esposito ha chiesto al premier Enrico Letta di commissariare l'Ilva. "E' un'autentica nave senza nocchieri in gran tempesta". Il supervisore e responsabile delle procedure di risanamento dettate dall'Autorizzazione integrata ambientale ha definito la situazione dello stabilimento a rischio. Il Garante, dopo i suoi sopralluoghi, ha spiegato di aver scritto al presidente del Consiglio, al ministro dell'Ambiente e a quello della Salute per chiedere che l'azienda sia commissariata. "Sono molto preoccupato - ha detto - dopo aver constatato lo stato di insucurezza giuridica in cui versa l'azienda dopo le dimissioni dei dirigenti e dei quadri". "Ho rilevato dei problemi - ha detto Esposito - e un aspetto di grande criticità deriva dalla conseguenze sull'azienda delle dimissioni di dirigenti e quadri. Non ci sono le condizioni per operare serenamente. Lo stabilimento non è in grado di funzionare". "Parafrasando dante - ha concluso - l'Ilva è un'autentica nave senza nocchieri in gran tempesta. Lo Stato deve intervenire".

Il governo è al lavoro per un decreto sul commissariamento dell'Ilva; una "norma primaria che riparta dall'elemento del commissariamento evocato dalla legge 231, sulla responsabilità d'impresa, in cui non è ben definito". Un nuovo decreto, dunque, per mettere al sicuro produzione e occupazione dell'industria siderurgica tarantina. E' durato circa un'ora

il vertice a Palazzo Chigi tra governo e parti sociali sull'Ilva per cercare la soluzione al complicato rebus dell'acciaieria dopo i provvedimenti della magistratura e gli ultimi maxi sequestri di capitali. Il ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando, lasciando Palazzo Chigi parla delle prossime mosse dell'esecutivo, anche se, spiega, il decreto non sarà varato domani. Si tratta di un "intervento non semplice", dice. Sarà Enrico Letta, martedì prossimo, a riferire alla Camera sulla vicenda.

"Non abbiamo alcuna intenzione di contrapporci alla magistratura", ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, che avrebbe rassicurato sul futuro dello stabilimento i sindacati e Confindustria, che però spinge affinché la fabbrica resti in mano agli imprenditori. "Siamo molto preoccupati per le ripercussioni sull'occupazione e sul tessuto sociale che la chiusura dell'Ilva potrebbe causare - ha commentato Marcella Panucci il direttore generale degli industriali - senza contare l'impatto negativo dirompente sul settore siderurgico e sul manifatturiero in generale". Confindustria "chiede che venga garantita continuità produttiva allo stabilimento e che la gestione dell'impresa resti in mano agli imprenditori o ai loro rappresentanti adottando tutti i provvedimenti necessari all'applicazione dell'Aia".

Non ci sono ipotesi "determinate e univoche" per l'Ilva, fanno sapere i sindacati. Il segretario confederale della Uil, Paolo Carcassi, racconta che i tecnici stanno ancora "approfondendo diverse soluzioni" e "il garante per l'attuazione dell'Aia darà conto delle sue decisioni prima del giorno 5 giugno, quando è stata convocata l'assemblea dell'azienda". Carcassi ha anche invitato a far presto, perché la situazione "potrebbe esplodere".       

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