martedì 28 maggio 2013

Operai: "CHE FARE?"

Il circolo proletari comunisti di Taranto da alcuni giorni ha intrapreso il gruppo di studio del "Che fare?" di Lenin. A premessa ha letto e dibattuto uno scritto di Lenin uscito nel dicembre del 1900 sul n.1 del giornale politico Iskra "I compiti urgenti del nostro movimento" - di cui riportiamo dei brevi passi.

Sia la lettura di questo scritto sia l'impostazione che il circolo si è dato nello studio dell'importante testo del "Che fare?" è all'insegna dell'estrema attualità della battaglia di Lenin, contro coloro che vogliono lasciare gli operai alla sola lotta economica, rivendicativa, allo spontaneismo e contrastano pervicacemente la scesa in campo degli operai nella lotta politica contro l'insieme del padronato, contro lo Stato e il governo dei padroni, e contrastano soprattutto la necessità per questa lotta della costruzione del partito comunista, rivoluzionario del proletariato.

Come spiega chiaramente Lenin, senza separarsi dall'economismo e dalle teorie dell'esaltazione dei movimento e delle lotte così come sono, senza separarsi dei liberi pensatori che si oppongono "strenuamente" all'organizzazione politica, partitica dei proletari, lasciandoli succubi e senza un proprio "esercito organizzato" contro la borghesia, non è possibile una emancipazione e un ruolo dirigente del proletariato.

In questo senso invitiamo soprattutto gli operai a unirsi al gruppo di studio.


Da "I compiti urgenti del nostro movimento":


"...Contribuire allo sviluppo politico e all'organizzazione politica dela classe operaia: ecco il nostro compito principale e fondamentale. Chiunque respinga questo compito in secondo piano e chiunque non subordini ad esso tutti i compiti particolari e i singoli metodi di lotta s'incammina per una via sbagliata ed arreca un grave pregiudizio al movimento. ... lo respingono in secondo piano coloro i quali restringono il contenuto e l'ampiezza della propaganda , dell'agitazione e dell'organizzazione politica, ritengono possibile e opportuno offrire la "politica" agli operai solo in momenti eccezionali della loro vita, solo nei casi solenni, barattano con eccessiva sollecitudine la lotta contro l'autocrazia (contro il governo e lo Stato capitalista- ndr) con la rivendicazione di singole concessioni... e si preoccupano insufficientemente di far sì che queste rivendicazioni di singole concessioni vengano trasformate in lotta sistematica e risoluta di un partito operaio rivoluzionario contro l'autocrazia...

... senza una simile organizzazione (del partito politico - ndr) il proletariato non è in grado di elevarsi ad una lotta di classe cosciente, senza una simile organizzazione il movimento operaio è condannato all'impotenza... (con la sola lotta sindacale - ndr) la classe operaia non riuscirà mai ad assolvere il grande compito storico che le sta di fronte: emancipare sè stessa e tutto il popolo russo dalla sua schiavitù politica ed economica..".


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