venerdì 17 maggio 2013

Sulla nuova raccolta firme fatta dai sindacati confederali per l'operaio Delli Ponti

L'azienda, scavalcando l'esplicita volontà dei tantissimi lavoratori Ilva che hanno firmato ai banchetti fatti dall'Usb per devolvere ore di lavoro o di ferie come contributo al loro compagno di lavoro Stefano Delli Ponti, ha mandato i suoi "agenti" Fim, Fiom e Uilm a fare di nuovo questa raccolta firme, come se le firme messe spontaneamente e volontariamente prima non servono e avrebbero valore solo quelle con tanto di timbro dei confederali.
L'Ilva che sicuramente è responsabile del male di Delli Ponti - visto che altri operai dello stesso reparto ne sono stati colpiti - non solo non fa niente di suo, ma mette i bastoni tra le ruote alla solidarietà operaia.
Da parte loro, i sindacati confederali, che prima, durante e dopo hanno taciuto, hanno accettato ancora una volta di svolgere il ruolo di servi del padrone.
Fim, Fiom, Uilm potevano e possono fare altro: avallare, presentando loro all'azienda, la raccolta di firme già fatta dall'Usb (per non dire che dalle loro gonfie casse, potevano e possono aggiungere un altro sostanziale contributo per la battaglia di Stefano). Far firmare di nuovo ai lavoratori è un'offesa verso gli stessi, è affermare che gli operai possono fare solidarietà solo sotto la cappella dei sindacati confederali, come dei soldatini. Questo non è accettabile.  

Le firme ci sono e queste devono essere presentate da Fim, Fiom, Uilm!

Altrimenti vorrebbe dire che in Ilva deve ancora e sempre continuare la storia che nulla si può fare, anche ciò che è pienamente legittimo, senza passare sotto i sindacati confederali. Allora di che parliamo - anche la stessa Usb - quando si parla di nuove Rsu? Se i lavoratori e i sindacati di base non si fanno valere, potremmo avere anche qualche delegato alternativo, ma non servirà a cambiare la realtà all'Ilva e l'affermazione dei diritti collettivi degli operai.

Slai cobas per il sindacato di classe

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