mercoledì 8 maggio 2013

Troppi infortuni: le proposte dello slai cobas Ilva

TROPPI INFORTUNI, OCCORRE PIU' PROTESTA E COMBATTIVITA'

L'infortunio accaduto ieri all'operaio Benedetto Montemurro precipitato da un ponteggio alto 4 metri mentre faceva saldature al convertitore dell'Acc.1, poteva avere conseguenze molto più gravi. Ma soprattutto mette in evidenza la realtà all'Ilva che è diventata e sta diventando ogni giorno sempre più pesante e inaccettabile perchè la verità è che c'è una situazione generale, strutturale nella maggiorparte delle aree dello stabilimento che sta peggiorando nettamente, in cui anche la manutenzione “normale” non viene fatta e di fatto si taglia sugli interventi di sicurezza, e gli operai devono lavorare in una situazione dovunque e costantemente a rischio.

La dinamica dell'infortunio di Benedetto non è molto differente (se non per l'altezza del ponteggio) da quella che a febbraio ha portato alla morte di Ciro Moccia - dopo che nei mesi immediatamente precedenti erano morti Claudio Marsella al Mof e Francesco Zaccaria alla gru del porto.
Altre volte poi è successo che i ponteggi sono crollati o le pedane si sono rotte, perchè messe male o vecchie. Ma il rischio è continuo: ai primi di aprile vi sono stati 2 infortuni, uno al Pla2 dove un operaio è rimasto col piede incastrato tra lamiera e rullo, un altro al Treno nastri.
Per non parlare dei gravi incidenti che stanno accadendo troppo spesso ultimamente, con incendi, crolli, apertura di voragini come il 5 maggio sulla strada che collega l’Altoforno 2 all’Altoforno 4, che ha provocato la caduta di un trattore/rimorchio per fortuna in quel momento senza operaio.
In una situazione in cui viene fuori ora, dopo che gli operai lo hanno da sempre denunciato, la presenza di amianto in Ilva, per esempio al carroponte dell'Acceieria1.
Si parla di messa a norma dell'area a caldo, ma qui è tutta la fabbrica che andrebbe messa a norma.

E i sindacati Fim, Fiom e Uilm fanno sempre la denuncia post, mai prima!!
Ieri hanno proclamato uno sciopero, per i ritardi nei soccorsi e per l'assenza di un piano di evacuazione. Certo, al danno dell'infortunio si aggiunge anche il danno della lentezza dei soccorsi che (come successe al Mof) possono mettere a rischio la vita dell'operaio infortunatosi.
Ma Fim, Fio, Uilm e gli RLS attuali sembrano che sono ciechi su come sta precipitando la situazione della sicurezza in Ilva.

Gli operai sempre più vengono mandati allo sbaraglio. Ma anche qui occorre più protesta, più combattività, più solidarietà da parte degli stessi operai.

LO SLAI COBAS ILVA E' IMPEGNATO E FA APPELLO A TUTTI GLI OPERAI PER:

- RIPRENDERE LA DENUNCIA DEI PUNTI DI CRITICITÀ (sull'esempio del Mof e del Ome-Mua) PER FARE UNA PIATTAFORMA SULLA SICUREZZA IN OGNI REPARTO E IN TUTTE LE IMPRESE.

- POTENZIAMENTO DEL RUOLO DEGLI RLS IN FABBRICA DA ELEGGERE SUI POSTI DI LAVORO TRA TUTTI I LAVORATORI INDIPENDENTEMENTE DALLE SIGLE SINDACALI

- POSTAZIONE ISPETTIVA FISSA ALL'ILVA.


SLAI COBAS ILVA
v. Rintone, 22 TA - slaicobasta@gmail.com - 3475301704

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