mercoledì 24 luglio 2013

appalto ENI - verso una soluzione o commedia degli inganni? Aspettiamo martedì

SULL'INCONTRO IN PREFETTURA PER APPALTO ENI

L'incontro tenutosi ieri in Prefettura sull'appalto ENI è stato del tutto interlocutorio e non è emersa ancora nessuna soluzione reale sul problema della tutela del lavoro, dei diritti e del reddito dei lavoratori della De
Pasquale e Rendelin, messi finora fuori nel cambio di appalto, e in prospettiva di tutti gli operai degli appalti. Nonostante le parole e in alcuni casi la buona volontà di trovare una soluzione, finora non si
persegue concretamente l'unica strada che può realizzarla: il pieno riconoscimento della clausola di salvaguarda sociale nei passaggi di appalto che le nuove aziende non vogliono fare e che l'Eni ora si limita al massimo a consigliare.
La seconda questione è la logica degli appalti al massimo ribasso di cui  l'Eni è responsabile che ha portato ai cambi degli appalti.

Senza mettere in discussione questi due punti si va lungo la strada di soluzioni per alcuni e non per tutti e soprattutto di perdita di diritti, con ricadute peggiorative anche negli appalti futuri.

E' inutile, quindi, che tutte le parti ritrovatesi al Tavolo giochino con  gli impegni e le parole. La soluzione c'è ma non è quella che al Tavolo viene posta al centro.

E' stata la lotta dura dei lavoratori, con blocchi anche del varco 2 che ha provocato il giusto e necessario disagio all'Eni e ai rifornimenti, che ha messo in discussione i falsi impegni di 15 gg prima e ha imposto un Tavolo con tutte le parti.
La sospensione dello sciopero è stata obiettivamente una soluzione ricattatoria verso i lavoratori ed è stato quindi del tutto legittimo che lo Slai cobas esprimesse il suo dissenso e facesse permanere lo stato di agitazione.

Lo Slai cobas ha sempre chiesto al Prefetto di essere convocata legittimamente come le altre OO.SS., agli incontri, compreso ieri. Questo non è avvenuto, con violazione da parte del Prefetto della libertà di
rappresentanza sindacale dei lavoratori, tutelata anche dalla Costituzione – e in contrasto anche con atteggiamenti differenti da parte di prefetti di Taranto del passato che non facevano discriminazione tra sigle sindacali.
La mancata presenza dello slai cobas non permette di far pesare anche in questi Tavoli una linea e un'azione coerente con gli interessi dei lavoratori che sposterebbe più in avanti l'impegno di tutte le parti.
Ma questa posizione pesa eccome nella trattativa e i lavoratori anche iscritti ai sindacati confederali lo sanno benissimo. Senza la loro lotta e la pressione dello Slai cobas questa vertenza sarebbe stata già chiusa.

Ora tutti hanno rinviato al nuovo Tavolo di martedì prossimo. Saremmo i primi ad essere contenti se da esso uscisse una soluzione di lavoro e di rispetto dei diritti per i lavoratori. Ma francamente non ci crediamo. E
quello che diciamo alle controparti e ai lavoratori è che i nodi torneranno al pettine e tutti si dovranno assumere le loro responsabilità, sia chi manda a casa i lavoratori sia chi “resta a casa” senza difendere in maniera intransigente i posti di lavoro.

SLAI COBAS per il sindacato di classe
24.7.13

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