giovedì 18 luglio 2013

CIE di Bari immigrati che vivono peggio che in carcere

Migranti, viaggio nel Cie di Bari Nel Cie sono rinchiusi 104 migranti, originari di 14 diversi Paesi - soprattutto Algeria, Tunisia e Marocco - a fronte di una capienza di 112 posti. Negli ultimi sei mesi sono transitati 371 uomini, 118 sono stati rimpatriati e 58 dimessi dopo 6 mesi di permanenza. I penalisti hanno fotografato la struttura e ne hanno descritto "le alte cancellate", i "lunghi corridoi di accesso alle stanze-celle", ma soprattutto l'assenza di spazi per attività sportive e ricreative. "Ci sono un campo di calcio e una biblioteca - ha detto Alborghetti - che tuttavia non vengono utilizzati". "Vivono peggio che in un carcere - ha detto Deorsola - in una condizione di ozio permanente senza poter mai fare nulla". Circa il 70 per cento degli ospiti proviene da carceri, dopo aver scontato condanne, mentre gli altri sono cittadini senza permesso di soggiorno, in molti casi perché non è stato loro rinnovato. I penalisti hanno rilevato carenze sanitarie. "C'è una stanza adibita ad ambulatorio - ha detto Alborghetti - con cinque medici che a turno coprono 8 ore al giorno e c'è un largo uso di psicofarmaci". Mancano, poi, luoghi di culto. "Gli ospiti - ha detto Deorsola - hanno posizionato tappetini lungo i corridoi per pregare". Vivono in moduli con sette stanze da quattro posti letto ciascuna. Negli anni scorsi, nel Cie di Bari, sono stati divelti mobili durante una rivolta. Pr questo letti e armadi sono inchiodati al pavimento e non ci sono più comodini. "Tra un letto e l'altro - ha raccontato il neopresidente della Camera penale di Bari, Gaetano Sassanelli - hanno creato basi d'appoggio con fili di spugne colorate"

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