mercoledì 3 luglio 2013

Operai appoggiate la lotta delle donne contro femminicidi e stupri

Lettera aperta agli operai dell'ILVA e a tutti gli operai

 

Perchè gli operai devono e hanno interesse come classe ad appoggiare la mobilitazione delle donne contro le uccisioni e le violenze sessuali contro le donne.

 

Il 6 luglio a Roma vi sarà una importante mobilitazione delle donne contro femminicidi e stupri che aumentano ogni giorno di più. Saranno soprattutto donne proletarie, lavoratrici, precarie, disoccupate, come ragazze, studentesse a dire a tutti:


Non si può continuare a far finta di niente, non si può continuare a non fare niente…



E' un appello e anche un grido: “Basta!”, una sfida a chi chiude occhi, orecchie, bocca, ma anche un avvertimento: a questa “guerra di bassa intensità contro le donne” dobbiamo e vogliamo rispondere con la nostra necessaria “guerra di donne”. “124 le donne uccise in Italia nel 2012, già quasi 50 dall’inizio dell’anno... Gli assassini sono nella maggiorparte dei casi gli uomini più vicino alle donne: mariti, conviventi, padri, ex fidanzati, ecc. Sono “gli uomini che odiano le donne” - dice l'appello per il 6 luglio - “Per gelosia o per possesso, sempre in disprezzo del nostro essere donna, chi ci uccide non tollera la nostra autodeterminazione, non ci considera degne di rispetto, libertà, autonomia, indipendenza... sempre più donne stuprate, sfigurate con l’acido, molestate, oppresse, uccise, violentate e umiliate come donne, in quanto donne...”.

E' un femminicidio continuo e tale consideriamo anche lo stupro che se non uccide fisicamente uccide spiritualmente le donne.



Le uccisioni e le morti delle donne sono paragonabili per entità, ma sono anche di più, alle morti degli operai sul lavoro. Come a queste morti si dedica al massimo un trafiletto di stampa anche le morti delle donne sono niente per stampa/Tv, Stato, Governo, che invece appena muore un soldato in Afganistan ci riempiono la testa per giorni.

Ma come le morti operaie non succedono per caso né si possono capire guardando al singolo infortunio, così per i femminicidi e stupri non si tratta affatto di vicende private o di maschi particolari..

Per questo diciamo a voi operai: anche se voi vi credete assolti siete lo stesso coinvolti.



Questa guerra contro le donne è la punta di iceberg di un humus, concezioni reazionarie, fasciste, di oppressione che sempre più vogliono coprire come una coperta fetida e mortale tutto. Questo humus, soprattutto nei periodi di crisi come questo, è “compagno di strada” degli attacchi ai diritti di libertà, di emancipazione delle masse, e viene usato per far meglio passare i peggioramenti generali delle condizioni di vita e di lavoro e schiacciare la volontà di una società giusta, senza sfruttamento e miseria per tutti, donne, operai, masse popolari .

“Gli uomini che odiano le donne” sono pienamente interni a questo humus, ne sono miseramente impregnati, e anche dove, e sono purtroppo tantissimi i casi, gli uomini che uccidono le donne o le stuprano sono parte del campo dei lavoratori, scaricano sulle donne un odioso quanto miserevole e falso concetto di “proprietà”, frutto anche di frustrazioni di chi in realtà come proletari non ha nulla, se non la propria squallida vita.

Sempre, anche in passato, in altri periodi storici, il grado di “civiltà” delle donne è stato cartina di tornasole del grado di civiltà o inciviltà dell'intera società.

E, sempre, la ribellione e la lotta combattiva delle donne ha elevato la coscienza delle masse popolari, dei proletari ed è diventata una diga alla barbarie maschilista capitalista, mostrando la necessità di rovesciare tutto il sistema dalla struttura alla sovrastruttura.



Per questo gli operai o stanno dalla parte della battaglia delle donne o stanno dalla parte dei “morti in piedi”, dei potenti, dei padroni, dei governo, degli Stati che odiano le donne e vogliono fare della loro subordinazione, del ruolo di grande ammortizzatore sociale della famiglia, uno strumento per scaricare la loro crisi sulle masse, per controllare, soffocare la ribellione del proletariato e delle masse; come vogliono fare dell'imbarbarimento di sfogarsi sulle donne come “oggetto sessuale”, la perpetuazione di una società morente, in cui deve ancora stare al potere il marciume berlusconiano.



La lotta delle donne porta oggettivamente e soggettivamente un bi/sogno e necessità di rivoluzione sociale che vada a fondo, sia sul fronte economico, politico sia sull'importante fronte ideologico, con una battaglia dura di denuncia, “pulizia” anche all'interno delle masse.

Noi odiamo gli “uomini che odiano le donne”, comunque e dovunque, e possano essere operai, disoccupati ma sono parte della borghesia che va spazzata via!



Gli operai che non hanno nulla in questa società se non le loro catene, ma che hanno testa per pensare, devono, anche nell'interesse della loro battaglia di classe, sostenere e imparare dalla ribellione e dalla lotta delle donne.

Lavoratrici, disoccupate dello Slai cobas per il sindacato di classe

Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario Taranto 

mfpr.naz@gmail.com

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