domenica 15 settembre 2013

11 ottobre - vogliamo gli studenti in piazza anche a taranto l'11 ottobre - ma per favore basta con passeggiate e sound system - la ricreazione è finita - proletari comunisti

Scure sulle borse di studio studenti in rivolta all'Ateneo

Solo il 65 per cento degli aventi diritto riceverà un sostegno per il vitto e l'alloggio. "Perso il 20 per cento dei contributi"


È allarme per la salvaguardia del diritto allo studio in Puglia. A lanciarlo sono gli studenti universitari di Link Bari e della Rete della Conoscenza, all'indomani della pubblicazione delle graduatorie provvisorie degli aventi diritto che, lamentano, "rappresentano per l'ennesima volta la speranza di molti studenti e studentesse di poter continuare gli studi senza doversi preoccupare dei relativi costi. Tuttavia anche quest'anno non tutti coloro che figurano in queste graduatorie riceveranno la borsa di studio anzi, la percentuale di borsisti sarà inferiore rispetto allo scorso anno: il governo, infatti, ha tagliato di altri 37 milioni di euro il fondo nazionale per il diritto allo studio, già di per sé insufficiente a garantire la copertura totale".

Eppure, durante il precedente anno accademico, un risultato storico era stato raggiunto grazie al salvagente della Regione, intervenuta anche attraverso le risorse del Fondo sociale europeo. "Il 94 per cento degli aventi diritto era riuscito ad essere tra i beneficiari  ricorda Antonio Zita della Rete della conoscenza  contro un precedente picco storico, nel 2009/2010, fermo al 65 per cento. Non per caso lo scorso anno chiedemmo all'Adisu e alla Regione, e continueremo a farlo adesso, l'abolizione della graduatoria "virtuale" degli idonei visto che riconoscere un diritto e poi negarlo equivale a un doppio torto". A fronte di un numero, su base regionale, di 13mila studenti idonei sulla carta si può così stimare almeno di un 20 per cento la riduzione della capacità di intervento sul diritto allo studio.

Una situazione certo in evoluzione ma, avverte Carlo De Santis, presidente dell'Adisu, "lo scorso anno la Puglia ha potuto contare sul 7 per cento del fondo statale riservato al diritto allo studio che era, complessivamente, pari a 160 milioni di euro, mentre per il prossimo anno accademico il decreto Carrozza ne prevede, a regime, circa 100 milioni. A queste condizioni andremo in sofferenza sul versante dei trasferimenti statali, ritrovandoci con circa 4 milioni e 500mila euro in meno". L'auspicio di De Santis, tuttavia, è che "si possa continuare nella buona pratica adottata dalla Regione l'anno scorso, intervenuta a ristorare la dotazione complessiva per il diritto allo studio, divenuta così di 24 milioni di euro, attraverso fondi propri e soprattutto facendo ricorso alle risorse del Fondo sociale europeo".

E se non dovesse accadere, complice la spada di Damocle del patto di stabilità? "In questa malaugurata ipotesi cercheremo, in qualunque modo, di ridurre almeno i danni" solleva le spalle De Santis. Ma, nel frattempo, contro i tagli nazionali al diritto allo studio gli studenti minacciano battaglia: l'11 ottobre la prima manifestazione di piazza.

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