sabato 30 novembre 2013

successo USB e slai cobas per il sindacato di classe

Comunicato

Lo Slai cobas per il sindacato di classe Ilva e provinciale Taranto valutano come un fatto positivo la forte affermazione della USB all'Ilva ed esprimono il proprio saluto e solidarietà a tutti gli operai che si sono impegnati nella USB per questo risultato

Come abbiamo scritto in un nostro comunicato:
"Lo Slai cobas per il sindacato di classe non si presenta alle prossime elezioni Rsu in Ilva perchè, dato che sarà presente l'Usb vogliamo evitare che chi vuole votare contro i confederali, possa dividersi...
"lo Slai cobas per il sindacato di classe è per una lista unitaria di tutti gli operai alternativi USB, slai cobas, Liberi e pensanti' per battere tutti insieme i sindacati confederali"
Ribadiamo alla luce dei risultati ancora adesso che con questa proposta avremmo avuto un successo ancora maggiore e non ci sarebbe stato USB secondo sindacato tra gli operai e terzo a livello di fabbrica, ma la lista del sindacato di base e di classe unitario come primo sindacato in fabbrica!
l'USB non ha voluto questo, i Liberi e pensanti non si sono impegnati sindacalmente in fabbrica e la lista unitaria non c'è stata.

In un secondo comunicato abbiamo scritto:
"per chi vuol votare è importante non votare sindacati confederali e parassiti fismic,cub ecc...
operai dello slai cobas per il sindacato di classe, partecipano a operazioni controllo per evitare brogli..."
Ma la indicazione dello Slai cobas per il sindacato di classe è stata comunque il non voto per segnare la differenza tra USB e la linea del sindacato di classe necessario in ILVA

In un altro comunicato abbiamo detto:
"...RSU o non RSU quello che serve ai lavoratori si può conquistare non con il voto ma con la lotta:
"un nuovo accordo su cambio tuta secondo la sentenza della Cassazione, i passaggi automatici di livello, il contratto siderurgico, il "decreto operaio" che sancisca che "20 anni" in questa fabbrica bastano per andare in pensione."
Ora che le elezioni si sono fatte e le nuove RSU ci sono e in essa ci sono 12 rappresentanti USB noi chiamiamo tutti alla prova dei fatti:
sosterranno queste rivendicazioni?
passeranno alla lotta per ottenerle?
Se così avverrà nei prossimi 100 giorni, saremo i primi ad essere contenti oltre che in prima fila.
Se così non sarà gli operai verificheranno che un'altra strada e un'altra organizzazione sindacale di classe serve per ottenerle realmente

Noi non aspettiamo lle RSU, nè facciamo dipendere dalle Rsu il proseguimento di questo lavoro ma abbiamo bisogno degli operai, iscritti e non iscritti, per lottare e organizzarsi seriamente.

SLAI COBAS per il sindacato di classe Taranto v. Rintone, 22 TA
slaicobasta@gmail.com 3475301704
30 novembre 2013

Il comunicato  USB

ILVA di Taranto: eccezionale affermazione dell'USB
I lavoratori iniziano a battere ipocrisia, rassegnazione e sindacato "collaborativo"

USB è da mesi una realtà viva all'ILVA di Taranto: dopo le elezioni delle RSU che si sono concluse ieri, l'Unione Sindacale di Base ha iniziato il vero cambiamento necessario nella fabbrica e nel territorio che ha come elementi qualificanti e prioritari da una parte la proposta della nazionalizzazione dell'azienda salvaguardando salari e occupazione e dall'altra il risanamento ambientale del territorio e la salute di
lavoratori e cittadini.
Un voto quello a USB che con il 20% totale ed oltre il 21% tra gli operai, sarebbe stato ancor più eclatante se non vi fossero state pressioni indicibili nei confronti di tanti lavoratori, se l'azienda non si fosse schierata come sempre dalla parte dei "soliti" sindacati, se politicamente e istituzionalmente ci fosse stata almeno una parvenza di "neutralità", se USB non fosse stata discriminata e le fossero state attribuite le stesse agibilità sindacali che hanno potuto utilizzare Fiom, Fim e Uilm.
Un'affermazione che da una parte limita lo strapotere di una organizzazione come la Uil, la più legata alla proprietà dei Riva e dall'altra batte la Fim e la Fiom, la prima di misura e la seconda in modo esaltante.
Rispetto alle precedenti elezioni del 2010, dove non era presente USB, diminuisce leggermente la Fim Cisl, sensibilmente la Uilm e si dimezza la Fiom Cgil.
Un risultato che è la conseguenza della rabbia e della determinazione dei lavoratori che non ce la fanno più a sopportare una situazione di "collaborazione" come quella che Fiom, Fim e Uilm hanno gestito nei confronti dell'azienda, ma è anche diretta conseguenza della necessità di cambiamento e di alternativa sindacale che, incarnata da USB, sta diventando evidente e palpabile in tutto il paese.
Dal risultato positivo dello sciopero generale del 18 ottobre si era visto che i lavoratori stanno lentamente ma progressivamente iniziando ad abbandonare Cgil, Cisl e Uil ed a percepire la possibilità concreta di organizzarsi in USB per costruire una valida alternativa sindacale, indipendente, conflittuale e democratica.
Con il voto dell'ILVA tutto ciò è stato amplificato e oggi siamo di fronte ad un salto di qualità che potrebbe ridisegnare lo scenario sindacale del paese.
Basta con chi teorizza la collaborazione con le aziende e con i mercati come fanno la Cisl e la Uil; basta con una Cgil che ipocritamente afferma ancora principi che non pratica da anni e basta anche con la Fiom che di giorno scende in piazza e di notte fa gli accordi con la Camusso e il vertice Cgil, condividendone obiettivi e documento congressuale. I lavoratori all'ILVA come in tante altre realtà dell'industria e dei servizi dove in questi giorni si sono svolte elezioni per il rinnovo delle RSU che hanno visto l'affermazione di USB e la sconfitta del sindacalismo "collaborativo", non sopportano più di essere presi in giro.
L'alternativa non è più solo necessaria ma diventa oggi anche possibile. Si stanno ormai rapidamente disgregando le relazioni particolari che hanno sostituito conflitto e vertenzialità, la "collaborazione", la concertazione, la commistione di posizioni tra aziende e sindacati, gli interessi personali e di organizzazione, la costruzione di piccoli imperi economici dentro i sindacati.
Noi faremo del tutto per sviluppare questa alternativa indipendente e conflittuale: la sfida è aperta come sono aperte le nostre sedi in tutto il paese per accogliere chi sta decidendo e chi deciderà di abbandonare definitivamente Cgil, Cisl e Uil per costruire insieme un nuovo modo di fare sindacato.

Roma, 30 novembre 2013

Legge di stabilità. Un manifesto di aperta ingiustizia di classe. I provvedimenti principali

Riportiamo dal blog 'Proletari comunisti' i provvedimenti principali della Legge di stabilità recentemente approvata.
In sintesi dai vari punti viene fuori:
Per i lavoratori vi è un'elemosina di meno di 19 euro (lordi) al mese, attraverso il taglio del cuneo fiscale, mentre per le imprese viene un risparmio di miliardi.
Per i lavoratori che perdono il lavoro, gli ammortizzatori sociali si dice che non vengono toccati, ma la cig in deroga può essere utilizzata solo per 8 e dopo per 6 mesi per poi eliminarla definitivamente.
Per i disoccupati vi è il grande bluff spacciato per “reddito minimo garantito” ma che in realtà si chiama Sia “Sostegno per l’Inclusione Attiva”. Si tratta di un sussidio finanziato con pochissimi fondi e che prevede anche delle attività lavorative (che vuol dire sostanzialmente lavorare a “nero”). Per questo, viene giustamente chiamato “fondo di povertà”. Esso verrà applicato solo in alcune zone “metropolitane”, si parla di 12 città, e solo a certe persone. Questo “reddito” verrà finanziato con i soldi presi sulle pensioni d'oro, nella sostanza saranno una miseria visti i tetti alti fissati per il prelievo e soprattutto il fatto che la percentuale minima è applicata non su tutta la pensione d'oro ma sulle eccedenze delle fasce di importi stabiliti.
I lavoratori del Pubblico Impiego, che da anni non vedono rinnovato il loro contratto, continueranno a non avere aumenti contrattuali fino a tutto il 2014, senza neanche la “vacanza contrattuale” - quindi di fatto i loro stipendi che venivano considerati più garantiti di altri si impoveriranno sempre più; poi niente assunzioni (che vuol dire anche permanenza di una precarizzazione estesa molto presente in alcuni settori del PI, che garantiscono come e spesso più di altri il lavoro). Unico finto contentino è l'applicazione di un tetto massimo allo stipendio dei dirigenti parametrato a quello del primo presidente della Cassazione (ma quanto prende il 1° presidente della Cassazione?)
Su Equitalia si è unicamente eliminata una parte dell'ingiustizia, una parte del furto legale (gli interessi di mora) che quintuplicava le somme non pagate, ma restano tutte al 100% le sanzioni, e quindi resta tutto il tartassamento. Dal punto di vista del governo non è un costo ma un vantaggio, visto che risparmia sulla miriade di contenziosi in atto e imponendo tempi di pagamento incassa soldi certi.

Ma è alle imprese, ai padroni, alle Banche, che il governo con la legge di stabilità si è realmente speso:
sull'Imu, mentre la gente che ha comunque una seconda casa deve pagare, e anche chi ha una sola casa deve pagare la Tari e la Tasi, alle aziende viene fatto uno sconto del 30%. I padroni di impresa e di terreni edificabili hanno avuto il regalo di una proroga della loro rivalutazione. E' stata ritirata fuori la Cassa Depositi e Prestiti per venire in soccorso alle imprese in difficoltà. Sconto poi sull'Irap per le assunzioni.
Per le Banche, Finanziarie responsabili dirette dei disastri della loro crisi, del rapido impoverimento delle masse popolari, come di vere e proprie tragedie, il governo, comitato d'affari del grande capitale, della finanza, fa anche il regalo di una deducibilità in cinque anni per le svalutazioni e perdite.
Circa le società partecipate dei Comuni c'è da dire che la mancata vendita e privatizzazione non può far certo esultare le popolazioni, visto che in genere queste società sono piene di debiti, garantiscono servizi pessimi, sono gestite con una logica affaristico-clientelare. E neanche con questa legge c'è garanzia che i manager responsabili paghino e subito.

Sulle infrastrutture, mentre sono messe grosse somme per le grandi opere di distruzione in primis la Tav, solo 150 milioni in più per lavori necessari come le strade, il cui stato provoca anche incidenti mortali.
E ancora per non avere alcun dubbio sull'ingiustizia di classe di questi provvedimenti, c'è l'evidente disparità di fondi tra quelli stanziati a sostegno dei padroni e quelli per es. per i disabili, i malati di Sla, l'assistenza domiciliare che ricade tutta sulle donne; così come quelli per il danno biologico dei lavoratori e per i parenti superstiti delle vittime del lavoro.

Un altro provvedimento che grida all'ingiustizia di uno Stato e un governo che lascia gli immigrati morire in mare mentre rafforza i suoi strumenti di guerra, è il punto nella legge di stabilità che riguarda gli immigrati. Qui sono stati stanziati fondi per soli 370 milioni di euro spalmati in sei anni per adeguamento dei mezzi per le attività di soccorso in mare agli immigrati, mentre restano tutti i soldi (buttati) per mantenere in piedi i CIE e tutto l'apparato repressivo verso gli immigrati, ma soprattutto mentre è nettamente aumentato il finanziamento per la costruzione di nuove navi da guerra, degli F35, per mandare le grandi navi a fare i piazzisti d'armi per conto dei padroni/mercanti di morte. Qui si sono destinati non milioni ma altri tre miliardi di euro.

Ridicoli sono poi i fondi per le calamità “naturali” (noi diciamo calamità provocate) – fondi che comunque dovevano e devono starci, a prescindere, a fronte di “emergenze”, purtroppo sempre più normali e prevedibili – ed altrettanto osceno è che questi soldi, che sono strategici per uno Stato per salvare vite umane, impedire la distruzioni di interi territori, siano stati legati ad una riduzione, minima, del finanziamento pubblico ai partiti; un piccolo taglio di miliardi che girano per pagare chi decide leggi contro la popolazione o, peggio, chi li usa per pagarsi escort, viaggi, cene, ville, ecc.

QUESTA INGIUSTIZIA DI CLASSE, NON PUO' ESSERE AFFRONTATA CON QUALCHE EMENDAMENTO O TATTICISMO PARLAMENTARE.
RICHIEDE UNA LOTTA DI CLASSE, UNA RIVOLTA DI CLASSE DEI LAVORATORI, DELLE MASSE POPOLARI IMMISERITE, DEFRAUDATE.
RICHIEDE UNA MOBILITAZIONE GENERALE, CONTINUA PER DIRE BASTA CON CHE QUESTO GOVERNO, QUESTO STATO DEL CAPITALE, DEI FINANZIARI, DEI RICCHI, DI UN PARLAMENTO E POLITICI ISTITUZIONALI PUTREFATTI.

I PUNTI PRINCIPALI DELLA LEGGE

 

Taglio cuneo fiscale: Taglio al cuneo fiscale, quindi busta paga “più ricca” per i soggetti con redditi dichiarati sotto i 35mila euro. Sconto di 225 euro all’anno per chi rientra nella fascia reddituale tra 15mila e i 18mila euro. Mentre il beneficio delle imprese è pari a 3,3 miliardi in tre anni.


Ammortizzatori sociali: per gli ammortizzatori in deroga (cassa integrazione e mobilità) confermata la dote di 600 milioni per il 2014, che si vanno ad aggiungere al miliardo già previsto dalla legge 92/2012. Ma ne fa scendere il limite massimo della durata di utilizzo a 8 mesi per il 2014 e, successivamente, a 6 mesi per il 2015 e 2016

Reddito minimo garantito: Introdotto il reddito minimo di inserimento, con risorse derivanti dal prelievo sulle pensioni d’oro che finanzieranno una nuova carta acquisti. Al programma sperimentale di diffusione della Nuova carta acquisti ai nuclei in difficoltà (fino a 400 euro a famiglia sulla base dell'Isee) si aggiungono 40 milioni l'anno per il prossimo triennio. La dote complessiva sale così a 290 milioni, cui si aggiungono i 168 per l'estensione del programma al Mezzogiorno e ai 50 già stanziati per le 12 città maggiori. Il fondo povertà riguarderà anche la «sperimentazione di misure di sostegno alla inclusione minima». Ci sarà, quindi, solo in alcune città, si basa sui dati dell’Istat della soglia di povertà assoluta per ogni zona; il fondo e abbastanza piccolo per pensare che possa garantire tutti.
Contributo solidarietà pensioni d’oro. Dal primo gennaio 2014 e per un periodo di tre anni, sugli importi delle pensioni sopra i 90mila euro il contributo di solidarietà è pari al 6% della parte eccedente del predetto importo, su quelli sopra i 128mila euro è pari al 12% e su quelli sopra i 193mila euro è pari al 18%.

Pubblico Impiego: confermato il nuovo blocco della contrattazione fino a tutto il 2014. E l'indennità di vacanza contrattuale per il biennio 2013-14 andrà perduta. Prorogato fino al 2018 lo stop al turn over, ma con questo calendario: assunzioni al 40% dei ritiri per l'anno 2015, al 60% per l'anno 2016, all' 80% per l'anno 2017. Applicato da gennaio 2014 per tutte le amministrazioni il tetto massimo dei trattamenti economici parametrato a quello del primo presidente della Cassazione. Il tetto vale anche per le società controllate e i membri dei consigli di amministrazione.

Tassa casa - via Imu, arriva la Iuc: Dal 1° gennaio 2014 arriva la Iuc, l’imposta unica comunale, che non troverà applicazione per la prima casa, avrà aliquota massima al 10,6 per mille e potrà prevedere sconti e riduzioni in base al reddito solo a discrezione dei singoli comuni. Nella Iuc, sarà compresa anche la tassa sui rifiuti, la Tari e quella sui servizi indivisibili comunali, la Tasi.

Dal 2014, i proprietari di prime case dovranno pagare la Tari e la Tasi con un’aliquota che va dall’1 al 2,5 per mille.

Cartelle Equitalia: niente interessi di mora per le cartelle esattoriali Equitalia, mentre imposte e sanzioni si pagheranno al 100 per cento. L'obiettivo è recuperare risorse sbloccando il contenzioso. Entro il 30 maggio 2014 gli agenti della riscossione informeranno i debitori a mezzo posta ordinaria. Questi entro in 30 giugno 2014 potranno decidere di aderire versando almeno il 50% della somma dovuta. Il restante importo dovrà essere versato entro il 16 settembre 2014.


Pensioni: Nessuna modifica è stata apportata al sistema pensionistico. E’ stato solo confermato l’adeguamento al costo della vita delle pensioni minime, arrivando ad un massimo di € 1.443,00 lordi al mese.

Imu imprese: sconto Imu al 30% per i beni strumentali delle imprese che scenderà al 20% nei due anni successivi, con una dote di 200 milioni di euro.

CDP in campo a sostegno economia: Con la garanzia dello Stato, la Cassa Depositi e Prestiti potrà intervenire acquistando titoli cartolarizzati delle imprese di ogni dimensione.
Irap (Imposta regionale sulle attività produttive) sconto per le assunzioni

Banche, assicurazioni e intermediari finanziari: Per questi soggetti prevista la deducibilità in cinque anni per le svalutazioni e le perdite sui crediti verso la clientela.

Rivalutazione terreni e partecipazioni: tempi prorogati

Si allungano i tempi per la rivalutazione dei beni di impresa e dei terreni edificabili, possibile fino al 1 gennaio 2014, con una perizia giurata da effettuarsi entro il 30 giugno 2014.

Societa' partecipate:
Il maxiemendamento alla legge di stabilità cancella la norma che prevedeva le vendite obbligatorie per le aziende dei Comuni fino a 50mila abitanti. Stretta, poi, sui bilanci in rosso e manager licenziabili se la cattiva gestione dura troppo a lungo. La norma corretta sulle partecipate imprime una stretta sui conti: gli Enti che posseggono società in perdita avranno l'obbligo di accantonare riserve e dal 2017 scatterà la chiusura obbligatoria delle aziende con i bilanci in rosso per quattro anni consecutivi. Dal 2015, la possibilità di licenziare gli amministratori delle aziende che chiudono in perdita per tre anni consecutivi.

Calamita' naturali: il maxiemendamento prevede 68 milioni destinati a finanziare parte della ricostruzione e della messa in sicurezza nelle Regioni danneggiate dalle calamità naturali (Abruzzo, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Molise, Calabria e Basilicata dal terremoto; Marche, Liguria e Toscana dall'alluvione), e i fondi per l’emergenza in Sardegna, circa 103 milioni di euro.
I 68 milioni sono ottenuti attraverso la riduzione del finanziamento pubblico ai partiti.

Infrastrutture ed edilizia: Poche le novità apportate dal Senato. Solo 150 milioni in più per gli investimenti Anas, 600 milioni al Fondo di garanzia per la prima casa e 130 milioni per la terza corsia della Venezia-Trieste. Il MOSE, (Modulo Sperimentale Elettromeccanico) per la protezione di Venezia e della laguna dalle acque alte ha subito una riduzione e uno slittamento del finanziamento al 2017.

Fondo sla: Per i non autosufficienti sono stanziati complessivamente 350 milioni di cui 75 (aggiuntivi rispetto ai 275 di un primo emendamento dei relatori) per l'assistenza domiciliare.

Fondi familiari vittime lavoro: Per Inail arriva un intervento di ricalcolo sulle tabelle per il danno biologico per favorire chi ha subito un danno. Ci sarà inoltre un innalzamento consistente per i parenti superstiti delle vittime del lavoro.

Immigrazione: risorse per Capitanerie di porto-Guardia costiera e Guardia di finanza, anche per fronteggiare l'emergenza immigrazione. Si tratta di 370 milioni di euro complessivi spalmati in sei anni e finalizzati all'adeguamento dei mezzi aeronavali e, più in generale, agli investimenti per due delle maggiori componenti del dispositivo nazionale impegnato, nei relativi settori di competenza, nelle attività di soccorso e salvataggio delle popolazioni provenienti dal nord Africa.

Finanziamento per la costruzione di nuove navi da guerra: destinati tre miliardi di euro per l’incremento degli armamenti bellici.

Bari, centinaia di antifascisti ricordano Benedetto Petrone


altEra il 28 Novembre 1977 quando, a Bari, veniva ucciso a coltellate Benedetto Petrone. Aveva 18 anni, faceva l’operaio ed era comunista. I responsabili sono un nutrito gruppo di fascisti dell’MSI facenti riferimento alla sede Passaquindici, quella sera usciti con mazze e coltelli. L’agguato era premeditato.
Nella giornata di ieri, come in ogni anniversario dalla sua morte, gli antifascisti della terra di bari si riuniscono per un corteo in ricordo di Benedetto, perché, fin quando esisterà, il fascismo sarà sempre sinonimo di morte, perché oggi come ieri c’è necessità di non arrendersi alla violenza squadrista ed alla politica della “lama”, perché di morti ammazzati c’è ne sono troppi anche negli ultimi anni: solo quest’anno Clement Meric, 19 anni e Pavlos Fyssas, 34 anni.
Ed ecco che dalle ore 17.00 ci si dà appuntamento in Piazza Umberto tra proiezioni, dibattiti e scambi di parole. Nuova buona parte della composizione del corteo che si andrà a formare con giovani venuti per la prima volta ad ascoltare la storia di Benedetto ed a sfilare per le strade di Bari urlando “mai più fascismo”. Il corteo di circa 300 persone partirà attorno le ore 19.00 e vedrà protagonisti, tra gli altri, un gruppo di ragazzi che durante il percorso reintitoleranno i nomi delle vie con targhe per ricordare i nomi di altri compagni uccisi dal fascismo, o le stragi di Lampedusa e di Stato oltre un gruppo di Clown Army che per tutta la durata del corteo “marcerà” di fianco la squadra mobile con agguati agli stessi fatti di clave e pistole ad acqua.
La serata continuerà alle 22 a Villa Roth occupata con un concerto antifascista di autofinanziamento tra socialità, cena (antifascista anche lei) e voglia di continuare ad esserci, resistere e rispondere colpo su colpo perché l’antifascismo è una pratica quotidiana, vivendo le strade, contrastando la violenza squadrista, mettendo i propri corpi e cuori davanti, costruendo un’altra cultura oltre quella discriminatoria.
Ieri Bari ha dimostrando, ancora una volta, di poter ancora essere una città dedita alla Resistenza!
Bari, 29 novembre 2013

elezioni RSU ILVA Taranto. USB secondo sindacato tra gli operai.


Taranto, 29/11/2013
(dal comunicato de l'USB)
Tutti i risultati in tabella allegata
Grande affermazione dell’Unione Sindacale di Base che è il secondo sindacato tra gli operai.
Le elezioni per il rinnovo delle rappresentanze sindacali aziendali  RSU all’ILVA di Taranto, il più grande stabilimento siderurgico del nostro paese, hanno visto una altissima affluenza al voto con oltre il 90%.
Altissimo il voto alla lista dell’USB, che per la prima volta partecipa alle elezioni e diventa il secondo sindacato tra gli operai, superando Fim i Fiom, con, complessivamente, 1837 voti, pari al 21%. Un risultato che premia  la nostra organizzazione sindacale, che si è battuta chiaramente e con determinazione contro lo strapotere della famiglia Riva, dei suoi protetti e dei politici e sindacati asserviti all’azienda.
Da molti mesi  tentiamo di far votare i lavoratori dell’ILVA, ricordiamo che già nel mese di maggio la nostra organizzazione promosse formalmente  le elezioni delle RSU, scontrandosi con il muro eretto dai sindacati complici dei Riva, FIM FIOM UILM, che si sono opposti in tutti i modi a tali elezioni. La scusa addotta fu che era necessario rinviarle per dar tempo a Cgil Cisl Uil di modificare il regolamento elettorale. Sono passati  molti mesi e di questo regolamento non si è vista traccia e li rinvio del voto, che la Fiom continua a richiedere, avrebbe avuto l’unico risultato di non far votar i lavoratori per molto tempo ancora.
Crediamo sia assolutamente scorretto, come fa la Fiom,  addebitare le  ragioni di una sconfitta politica alle procedure elettorali. L’USB ha fatto le elezioni senza avere neanche un minuto di permessi sindacali, senza agibilità, ed a spese proprie, in un clima di tensione creato dall’ILVA verso i nostri rappresentanti che sono stati minacciati, colpiti da innumerevoli ed immotivati provvedimenti disciplinari ed anche licenziati. I risultati elettorali parlano per noi.
Ancora una volta i lavoratori mostrano, con il voto, di non gradire i venditori di fumo; non si può stare con il padrone per anni e poi, senza neanche chiedere scusa del proprio operato ai lavoratori, rivendicare il ruolo di paladino della democrazia.   
In questi mesi la famiglia  Riva ha continuato ad inquinare, a causare morti sul lavoro a corrompere sindacati ed istituzioni per poter continuare ad agire indisturbata.
A quella greppia non sedevano i lavoratori, i cittadini di Taranto, ne tanto meno vi era seduta l’USB che si è costituita all’Ilva proprio contro questo sistema che vedeva tra i principali protagonisti la FIM la UILM ed anche quella FIOM che dopo essere stata asservita ai Riva per tanti, lunghissimi, anni  oggi ha tentato in modo maldestro di ricostruirsi una verginità tra i lavoratori dell’ILVA.
I risultati parlano per noi altrettanto chiaro. L’affluenza al voto e i risultati smentiscono chi, con la scusa della democrazia, di cui non si sono preoccupati per 20 anni, voleva rinviare le elezioni in fabbrica con il triste e inaccettabile obbiettivo di continuare in una logica di consociativismo con l’azienda.
Può iniziare ora  una nuova fase sindacale  a sostegno dell’operato della magistratura tarantina, che vedrà l’USB in prima linea per la difesa e per il risanamento dell’area tarantina,  e per la difesa e lo sviluppo dell’occupazione, impegno che  l’USB, anche alla luce del positivo risultato elettorale,  ribadisce e assume come prioritario.
Comincia ora una lunga battaglia per la difesa dei lavoratori e della salute nei luoghi di lavoro e sul territorio, ribadendo che queste elezioni rafforzano le posizioni di chi come l’USB da tempo rivendica la nazionalizzazione dell’impianto e la requisizione  dei profitti dei Riva che devono essere impegnati per il risanamento ambientale dello stabilimento e dell’area tarantina.
Un ringraziamento a tutti i lavoratori che ci consegnano un risultato storico e a tutti i compagni che hanno contribuito al raggiungimento di questo risultato.

USB

venerdì 29 novembre 2013

archinà segretario della cisl e della fim cisl - i dirigenti di questo sindacato sono dei delinquenti e vanno inseriti nell'inchiesta e arrestati e questo sindacato va sciolto !

Inchiesta sull'Ilva - "Su chi puntiamo per la segreteria della Fim?"

12 maggio 2010 - 11:13
 Tempo di nomine al sindacato, ma c’è incertezza. Così la segreteria provinciale cisl Daniela Fumarola chiede ad Archinà su chi sia più giusto puntare. Girolamo ci pensa un po’ e dopo due ore richiama: “Prisciano indiscutibilmente”
a cura di LUCA FERRARI

articolo di repubblica - Ecco il sistema Riva, il capitalismo di relazioni che uccide l'Italia

I SEGRETI DELL'INCHIESTA dai nostri inviati CARLO BONINI e GIULIANO FOSCHINI

Ecco il sistema Riva, il capitalismo di relazioni che uccide l'Italia

TARANTO - Nessuno può dirsi innocente di fronte ai veleni dell'Ilva. Nel triangolo Taranto-Roma-Milano, tutto e tutti hanno avuto un prezzo. Non necessariamente economico. Tutto e tutti ne sono irrimediabilmente rimasti sporcati e dunque prigionieri. Nei 31 faldoni e nelle 50mila intercettazioni telefoniche dell'inchiesta della Procura di Taranto depositati in questi giorni e di cui Repubblica è in possesso, c'è la prova documentale che il Sistema Riva e il capitalismo di relazioni di cui è stato espressione hanno appestato, insieme all'aria, all'acqua, al suolo di Taranto, il tessuto connettivo della politica, della pubblica amministrazione, dei controlli a tutela dell'ambiente e della salute. Davanti a Girolamo Archinà, il Rasputin dei Riva, l'ex onnipotente capo delle relazioni esterne Ilva da qualche giorno tornato libero dopo un anno e mezzo di carcere, si sono genuflessi nel tempo segretari di partito, ministri della Repubblica, arcivescovi, sindacalisti, giornalisti. Ascoltarne la voce chioccia al telefono mentre blandisce, lusinga, minaccia i suoi interlocutori, dà la misura di quanto estesa, profonda e antica fosse la rete che ha consentito di collocare l'acciaieria in uno stato di eccezione permanente.

A DESTRA E A SINISTRA

Il cuore e il portafoglio dei Riva battono a destra. Da sempre. Dagli anni 2004-2006. E' di 575mila euro il finanziamento assicurato a Forza Italia, di 10mila quello a Maurizio Gasparri e di 35mila quello all'ex governatore della Puglia e poi ministro Raffaele Fitto. Uomo cui la famiglia è particolarmente grata per aver ritirato, il giorno prima della (unica) sentenza di condanna, la costituzione di parte civile della Regione nei confronti dell'Ilva, consentendo un risparmio di qualche milione di euro. Ma il capitalismo di relazioni impone di scommettere anche sui cavalli di altra sponda.

I FINANZIAMENTI DI RIVA E ILVA AI POLITICI

"Bersani? Si sentono tutte le settimane", assicura Archinà a chi lo avvisa di un interesse dell'allora segreterio del Pd ad un contatto con la famiglia Riva (che per altro ne ha finanziato la campagna elettorale del 2006 con 98mila euro). Quel Pd, il cui deputato Ludovico Vico eletto a Taranto, è telecomandato come un uomo azienda. E anche con il governatore della Regione, Nichi Vendola, che pure sarà l'unico alla fine a battezzare due leggi contro i fumi dell'Ilva, è un salamelecco di "auguri sinceri" per le feste comandate, confidenze, attestati di stima. Non solo nella telefonata ormai nota in cui si ghigna della protervia nell'azzittire un giornalista petulante e per la quale Vendola ha fatto pubblicamente ammenda. Ma anche in un'altra conversazione in cui Archinà si offre di fare da "mezzano" per un incontro tra il governatore e l'allora presidente di Confindustria Marcegaglia ("Così diamo uno scossone al centro-destra"), cogliendo l'occasione per sollecitare un intervento "caro ai Riva" sulle nomine all'autorità portuale di Taranto. Non esattamente il core business dell'acciaieria.
"Apriamo gli occhi sull'autorità portuale di Taranto", dice Archinà a Vendola. Che risponde: "L'ammiraglio va bene. Non è un ladro. E' una persona sobria e seria. Siccome è di destra, ho detto al ministro: 'È uno vostro, ma è una persona per bene. Niente da eccepire'". Ma il problema di Archinà non è "l'ammiraglio". È impedire la nomina di tale Russo, "sponsorizzato dal traditore Michele Conte". "Lei lo sa", insiste con il governatore "che Conte è passato coordinatore cittadino del Pdl?". Vendola conviene: "Michele Conte, mamma mia. Uno raccomandato da tutti. Dalle organizzazioni per la liberazione della Palestina ai gruppi comunisti estremisti. Noi abbiamo il potere di fare bene, ma il ministro ha quello di fare le scelte. Comunque grazie di questa informazione".

L'AMICO CLINI

Non c'è ente locale o ministero dove Archinà - e dunque i Riva - non possano arrivare. Dove non si inciampi in "un amico". Come all'Ambiente, dove Corrado Clini, allora direttore generale e futuro ministro del governo Monti, architetto dell'Autorizzazione di Impatto Ambientale che assicurerà la sopravvivenza dell'acciaieria, viene rappresentato come uomo a disposizione. "Stamattina ho visto per altri motivi il nostro amico Corrado", confida ad Archinà Ivo Allegrini del Cnr "Nel casino che adesso praticamente sta investendo il ministero dell'Ambiente, ho praticamente un'opportunità. A Corrado hanno dato la delega che danno pure ad altri direttori generali no! Allora mi ha detto:  'Fatemi una nota di tutto quello che praticamente, del casino che sta succedendo giù a Taranto, poiché nel limite del possibile io, insomma, cerco di rimettere le cose in sesto perché mi rendo conto che qui nessuno ha fatto un cazzo per mesi'". Una solerzia che troverebbe spiegazione - per quanto si ascolta in una seconda telefonata tra Allegrini e Archinà - in qualcosa che "sta a cuore a Clini in Brasile" e per la quale "è necessario un passaggio con i Riva".

25MILA PER IL LIBRO CON RAVASI

Già, nel Sistema Riva niente si fa per niente. Anche con gli uomini di Chiesa. Come quando don Marco dell'Arcivescovado di Taranto bussa a quattrini per la presentazione di un libro cui presenzierà monsignor Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per i Beni culturali. "Su cosa mi devo sbilanciare?", chiede Archinà. "La sponsorizzazione totale costerà 25mila - fa di conto don Marco - E l'impresa Garibaldi ha detto che vuole contribuire per 7-8 mila. Va bene?". Naturalmente va bene. Come vanno bene i sette assegni da 15mila euro l'uno staccati alla Curia e all'Arcivescovo monsignor Benigno Papa per rendere più liete le feste comandate e far tacere sui veleni dell'acciaieria.

LA SCELTA DEL SINDACALISTA

Del resto, per i Riva comprarsi le indulgenze sembra facile quasi quanto scegliersi i sindacalisti. E per giunta, Archinà non deve neppure chiedere. "Senti Girolamo - gli spiega al telefono Daniela Fumarola della Cisl - siccome io sto lavorando sul nuovo gruppo dirigente della Fim, mi fai sapere qualcosa rispetto al ragazzo, al delegato nostro alla Rsu, aspetta come si chiama.. quello di Avetrana.. ora mi salta il nome.. un ragazzo bruno con gli occhi neri, è giovane.. Io ce l'ho sempre a mente perché è una cosa che ti devo chiedere e ora mi è sfuggito il suo cognome. Praticamente io devo fornire indicazioni anche alla segreteria nazionale su chi puntare per il dopo Lazzaro".

L'ULTIMO REGALO DEL GOVERNO

Non deve sorprendere, allora, che anche dati per politicamente e industrialmente morti, i Riva continuino a incassare i dividendi del loro sistema di relazioni. Ancora oggi e con un nuovo governo. E' diventata recentemente legge dello Stato il decreto voluto dai ministro del governo Monti, Balduzzi (sanità) e Clini (Ambiente) sulla valutazione del danno sanitario per i cittadini di Taranto. Norme che, di fatto, di qui al 2017, lasceranno che i cittadini di Taranto, soprattutto gli abitanti del quartiere Tamburi, continuino ad ammalarsi di cancro senza che questo obblighi l'Ilva a modificare il proprio livello di emissioni. Il governo ha infatti accettato di congelare la valutazione del possibile danno sanitario alla popolazione basandosi sulle rilevazioni dei veleni liberati dall'Ilva in questa fase di produzione limitata. Peccato che, già da oggi, l'azienda sia autorizzata ad aumentare la sua produzione fino a 8 milioni di tonnellate di acciaio. Dice Giorgio Assennato, direttore generale dell'Arpa Puglia, "Il Rompicoglioni", come lo aveva battezzato Fabio Riva: "E' un omicidio di Stato. Identico, nella sostanza, a quello già autorizzato dal ministro Prestigiacomo nel 2011". Contro la legge, Assennato e la Regione hanno presentato ricorso. E non sono gli unici a pensarla così. Un dirigente del ministero dell'Ambiente, in una recente riunione con l'Arpa, ha riassunto così il senso dell'ultimo regalo ai Riva: "E' come quell'uomo che si getta dalla cima di un grattacielo alto cento metri e che, arrivato al sesto piano, dice: 'Fin qui, tutto bene'".

 

ditte di pulizie delle scuole - tavoli separati contro l'unità dei lavoratori a Bari - ma la lotta è una sola

Ieri a Bari c'e stato un incontro con l' assessore al lavoro Caroli per la vertenza dei lavoratori ex lsu e appalti storici pulizie scuole statali e come al solito i sindacati confederali hanno posto il veto al tavolo comune con i sindacati di base - che per taranto significa allo Slai cobas.
 La vertenza dei lavoratori pulizie scuole statali sta andando avanti da diversi mesi, coinvolge l'intera regione Puglia con tagli del 60%. Il governo si appresta ad approvare anche la legge che taglia la cigs in deroga, per il governo può essere approvata solo per 8 mesi per poi eliminarla definitivamente.
I lavoratori tarantini che sono in cigs in deroga oramai da diversi anni tra tanti tagli. Si troveranno nella migliore delle ipotesi a lavorare 1 ora al giorno e i sindacati di confederali cosa fanno? Si preoccupano di chiedere in primis "tavoli separati" come se la lotta non fosse interesse di tutti di lavoratori pulizie scuole. E' vergognoso che si approprino dei diritti sindacali dei lavoratori rappresentati dai sindacati di base e che questi lavoratori e i loro diritti debbano essere sviliti.
Lo stesso assessore Cairoli in un precedente tavolo comune si era mostrato scandalizzato da queste richieste dei confederali e aveva chiesto a tutti lavoratori presenti se loro volevano il tavolo congiunto. Naturalmente i lavoratori tarantini erano stati tutti d accordo. Ma di fatto poi l'assessore si è piegato alla volontà dei confederali e continua a fare tavoli separati.
La lotta è una sola e andrà avanti dura e non si fermerà fino alla risoluzione positiva della vertenza: l'appalto deve cadere e devono essere garantiti i livelli occupazionali e gli orari.

Fiorella Masci per slai cobas per il sindacato di classe
29 novembre

ilva - cominciano ad arrivare i primi risultati RSU - ottimi risultati per l'USB, crollo della FIOM

nel collegio 5 area OCM - 533 aventi diritto di voto 468 votanti 65 non votanti - tra gli operai - usb 127 voti uilm 118 fim 109 fismic 20 fiom 20 - tra gli impiegati- 39 fim 11 uilm 4 fismic 1 fiom 1 usb - totale - fim 148 uilm 129 usb 128 fismic 24 fiom 21 -

RIVA: PROFITTI DALLO SFRUTTAMENTO DEGLI OPERAI ILVA E NASCOSTI - ma noi l'avevamo denunciato l'anno scorso

(Da Sole 24 Ore) - “Per diciassette anni – dal 1995 – l’Ilva è stata usata dai Riva come un bancomat... In pratica i Riva avrebbero distolto dall’Ilva soldi veri... mezzo miliardo di euro, trasferendo negli anni questa cifra in Riva Fire attraverso un contratto di “assistenza tecnica e di servizi”, stipulato fra le due società nel 1999. L’Ilva, società eminentemente manifatturiera, non disponeva di tutte le competenze, tecniche e nel rapporto con il mercato, per funzionare bene. Dunque, per diciassette anni ha acquisito questi servizi dalla controllante, Riva Fire, pagando dei prezzi che ora vengono ritenuti non corretti... Ieri l’Ilva ha depositato la richiesta di risarcimento... La richiesta è stata formulata in via autonoma dall’Ilva nell’ambito di un giudizio civile promosso dalla Valbruna Nederland (la famiglia Amenduni, socia di minoranza di Ilva), che non era per nulla persuasa dei flussi di denaro in uscita dalla controllata verso la capogruppo... La richiesta di risarcimento danni fatta da Bondi viene rivolta a quasi tutto l’albero genealogico dei Riva: Fabio Arturo (latitante in Inghilterra, a Londra il 14 gennaio prossimo l’ultima udienza per l’estradizione), Nicola (ultimo presidente dell’Ilva, prima di Bruno Ferrante), Angelo Massimo, Claudio, Daniele, Emilio Massimo, il fondatore Emilio e il fratello Cesare Federico, per i quali oggi, proprio a Milano, si tiene la prima udienza preliminare per evasione fiscale...” 

MA QUESTO E' SOLO UN PEZZO DELLA STORIA. C'E' MOLTO ALTRO!
CHE DIMOSTRA COME ALL'ILVA DI TARANTO RIVA REALIZZASSE I PROFITTI VERI SULLO SFRUTTAMENTO E ANCHE SUL SANGUE DEGLI OPERAI, E COME QUESTI MILIARDI VENISSERO SUBITO OCCULTATI.

MA C'E' ANCHE CHE MENTRE I RIVA FACEVANO OPERAZIONI-TRUFFA PURE IN PIENO AVVIO DELLA VICENDA GIUDIZIARIA, IL GOVERNO AVVIAVA LA POLITICA DEI DECRETI "PRO RIVA", CHE CONTINUA TUTTORA.

Quindi il governo Monti, il governo Letta sono complici dei Riva! 


TUTTO QUESTO PROLETARI COMUNISTI LO HA GIA' DENUNCIATO E DOCUMENTATO.
 


Riportiamo alcuni stralci del dossier, intotolato appunto: "L’impero economico della famiglia Riva - quello che ha e soprattutto quello che ha fatto per mettere al riparo i suoi fondi": 

"...la Riva Fire che a sua volta ha il 100% di due società di Lussemburgo, la Stahlbeteili Gungen e la Siderlux, controlla – direttamente (con il 61,62%) e indirettamente (con il 25,38% della Siderlux) – l’87% del capitale dell’Ilva. Mentre la magistratura va avanti, Riva riorganizza le sue società - Alla fine del 2012, in piena bufera giudiziaria, le società lussemburghesi dei Riva sono state oggetto di alcune operazioni che hanno modificato l’assetto del controllo dell’Ilva. Fino allo scorso anno il 25,38% dell’Ilva era controllato dalla Stahlbeteili Gungen - che oltre alla quota nell’Ilva e al 25% della Riva Energia, controlla gli impianti dei Riva in Canada, Belgio, Spagna, Germania e Francia. Amministratore della Stahlbeteili è Fabio Riva, colpito da mandato di arresto europeo per associazione per delinquere e disastro ambientale e in attesa di essere estradato da Londra, dove si era rifugiato (data la collocazione della “testa” dell’impero Riva nelle isole britanniche - è evidente come l’Inghilterra sia un posto sicuro!). Il 26 luglio ‘12 - l’acciaieria di Taranto viene sequestrata e il fondatore del gruppo, l’ottantaseienne Emilio, finisce agli arresti domiciliari. Lo stesso provvedimento tocca al figlio Nicola e a sei dirigenti… La famiglia Riva, il cui business dipende per i due terzi dall’Ilva, sceglie come presidente un uomo delle istituzioni, del tutto digiuno di acciaio e di impresa, come l’ex prefetto di Milano Bruno Ferrante. Proprio quel giorno, il 26 luglio, nelle stanze ovattate di uno studio notarile lussemburghese, prende il via il progetto di fusione fra la StahlbeteiliGungen Holding e la Parfinex, una società lussemburghese dei Riva. Razionalizzazione prevista da tempo? La coincidenza della data è casuale? Il 5 ottobre 2012 – quando è in corso lo scontro tra magistratura e governo sull’Aia e sul sequestro degli impianti e prodotti - in Lussemburgo, prende il via lo scorporo dalla Stahlbeteili Gungen Holding del 25,38% dell’Ilva che viene conferito alla Siderlux, l’altra società controllata al 100% da Riva fire. Mentre nella Stahlbeteili Gungen restano soprattutto le attività estere dei Riva. Il 17 ottobre 2012 - l’assemblea di Riva Fire sancisce la cessione del ramo di azienda che produce e commercializza i prodotti lunghi a favore della controllata Riva Forni Elettrici, a cui peraltro passano anche riserve per 320,6 milioni di euro di Riva Fire. A quest’ultima resta, quindi, il business dei laminati piani a freddo e a caldo. Ma nella Parfinex c’erano soldi dell’Ilva! Infatti tra il 1996 e il 1997 600 milioni di dollari sono spostati dall’Ilva alla controllata lussemburghese Parfinex. Nel 1996 Parfinex viene ricapitalizzata con 98 milioni di dollari provenienti dall’Ilva International Spa e l’anno successivo altri quattro aumenti di capitale a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro trasferiscono ulteriori 500 milioni dall’Ilva. Dove sono finiti quei soldi, considerando che nel 2012 Parfinex è stata fusa con la Stahlbeteiligungen? Inoltre. Le società lussemburghesi del gruppo (Ilva International SA, Stahlbeteiligungen Holding, Utia e Parfinex) non hanno dipendenti e da alcuni primi indizi risulterebbero gestite dall’Italia: si tratta quindi di società fasulle, esterovestite, utili solo per le conseguenze fiscali. Infatti, la Stahlbeteiligungen Holding (Stahl) ha effettuato nel 2006 due prestiti all’Ilva per un totale di 470,5 milioni di euro e nel 2012 ha prestato altri 363,7 milioni alla Riva Fire. Non è ancora chiaro se queste operazioni abbiano una motivazione industriale o se, come è più probabile, siano servite soltanto ad abbattere gli utili dell’Ilva e della Riva Fire attraverso il pagamento degli interessi passivi e a ridurre quindi il carico fiscale. 
Vale a dire a nascondere i veri profitti fatti sullo sfruttamento degli operai dell’Ilva!..." 

"...Mentre a Roma, si prova la soluzione “politica”, negli studi dei professionisti dell’Ilva si continua a lavorare. - Se è datato 19 dicembre dell’anno scorso l’atto notarile della scissione del ramo d’azienda da Riva Fire a favore di Riva Forni Elettrici, cinque giorni dopo viene pubblicata sulla G.U. la Legge 231/12 salva-Ilva. Dunque, a questo punto, nelle architetture societarie esistono tre poli di attrazione: l’Ilva, che di fatto è separata da tutto il resto, le acciaierie straniere, i prodotti lunghi, un segmento che nel gruppo Riva è alimentato dai forni elettrici e non dal ciclo integrato di Taranto. Quindi mentre il governo provvedeva a tutelare gli interessi di Riva, questi portava avanti una serie di operazioni straordinarie che rendono più facile disporre del gruppo o di parti di esso, di fatto isolando Ilva e provando a proteggere il resto del gruppo industriale e finanziario da ogni iniziativa giudiziaria. 
Come si vede da tutte le operazioni finanziarie fatte in tutti questi anni, l’Ilva di Taranto è dove si è fatta la produzione, dove vi è la fonte del profitto padronale, ma gli utili, le ricchezze Riva li ha subito spostate altrove...."

Aumento del 18% delle tasse sui rifiuti urbani!

Lo paghi il Comune responsabile della mancata raccolta differenziata a Taranto! La popolazione non paghi niente! E ora a gennaio 2014 vi è il concreto rischio di pagare anche le sanzioni regionali/europee per il non raggiungimento delle percentuali di raccolta differenziata.
Loro non fanno ciò che è un obbligo di legge, se la prendono comoda anche le la raccolta nei quartieri Talsano, Tamburi, Paolo VI e poi scaricano sulle famiglie di lavoratori, disoccupati che già non ce la fanno.
RACCOLTA DIFFERENZIATA PORTA A PORTA SUBITO, per lavoro a centinaia di disoccupati, per l'ambiente, per non pagare aumenti e sanzioni.

PULIZIE NELLE SCUOLE: APPALTO ILLEGALE! Ci voleva la lotta dura delle lavoratrici e lavoratori delle pulizie per far arrivare a dire alla Regione, ai sindacati confederali che l'appalto dato alla Dussmann con il 60% di ribasso è illegale! Finora nessuno lo diceva benchè questo si sapeva da più di due mesi. Lo Slai cobas l'ha detto fin dal primo momento: questo appalto doveva decadere! E a Taranto lo Slai cobas è l'anima più combattiva e chiara della lotta dei lavoratori e viene preso a riferimento anche dai lavoratori delle altre province. MA ORA I CONTRATTI TRA DUSSMANN E DIREZIONI SCOLASTICHE DEVONO ESSERE BLOCCATI E QUELLI GIA' FIRMATI ANNULLATI. Serve che i lavoratori si uniscano nello slai cobas per poter vincere.

L’assessore al Lavoro, Leo Caroli, ha partecipato questa mattina a due incontri con i sindacati confederali e con quelli autonomi per la vertenza dei lavoratori delle pulizie delle scuole. Come è noto, la vertenza interessa circa 3.500 lavoratori sull’intero territorio regionale a fronte di circa 24.000 in tutta Italia.

Al termine delle assemblee è stato stilato un documento unitario, sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil con Cisal, Fsi, Usb e Cobas insieme allo stesso Caroli e ai capigruppo consiliari di maggioranza e opposizione, che è stato indirizzato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministro dell’Istruzione.
“Come Regione infatti – ha spiegato Caroli – non possiamo aprire un tavolo di trattativa, in quanto la Regione non è stazione appaltante, ma la controparte è il Governo e il Ministero dell’Istruzione che ha affidato le gare con il ribasso che comporterebbe la riduzione di reddito per i lavoratori. Il ribasso diversificato da regione a regione evidenzia poi il ritorno di una logica inaccettabile: quella delle gabbie salariali, contro cui ci opporremo in ogni sede”.
Il documento unitario ribadisce che “le organizzazioni sindacali non accetteranno alcuna frammentazione reddituale” e “ritengono ineludibile l’annullamento della gara come risulta sia già avvenuto per altre ragioni”.
“L’assessore Caroli – prosegue il documento politico, firmato tra gli altri da Blasi, Zullo, Di Sabato, Pellegrino, Losappio, Lonigro e dall’assessore al lavoro del Comune di Taranto – condividendo le istanze rappresentate e sostenendole convitamene unitamente ai capigruppo e ai consiglieri regionali di tutte le formazioni politiche, chiede al Miur e alla Presidenza del Consiglio l’annullamento della gara, condicio sine qua non per avviare un tavolo tecnico teso all’individuazione di soluzioni positive per i lavoratori interessati ed il territorio pugliese”.

Tale impostazione – si legge – è condivisa e assunta dalle parti politiche e istituzionali presenti che si impegnano sin da subito a sollecitare i parlamentari pugliesi tutti ed il Governo a superare immediatamente ogni eventuale azione ostativa alla positiva conclusione della vertenza, nell’indirizzo esclusivo del mantenimento degli attuali livelli occupazionali e retributivi”.
28.11.13A

giovedì 28 novembre 2013

Ora anche Bondi fa causa ai Riva e chiede soldi

Ilva, Bondi fa causa ai Riva
e chiede 500 milioni di danni

La notizia sul Sole24ore: acciaieria usata come bancomat; la società sarebbe stata 'svuotata' delle risorse attraverso un contratto fittizio con la capogruppo Riva Fire. A Milano rinviata a gennaio l'udienza  per la maxi evasione fiscale
Il commissario straordinario nominato dal governo per l'Ilva Enrico Bondi fa causa ai Riva. Secondo quanto riferisce il 'Sole24Ore' citando ambienti giudiziari, l'Ilva guidata appunto da Bondi ha avviato un'azione di risarcimento, depositata a Milano, da 484 mln di euro contro la capogruppo Riva Fire, che nonostante il sequestro resta ancora nell'orbita della famiglia di acciaieri.

L'accusa è di esercizio abusivo delle attività di direzione e violazione dei principi di corretta gestione societaria e imprenditoriale. In soldoni, "per 17 anni che l'Ilva è stata usata dai Riva come un bancomat", scrive il Sole. Secondo il commissario è infatti dal 1995 che la famiglia sottrarrebbe risorse all'acciaieria: l'ingente flusso di denaro sarebbe stato assorbito dalla capogruppo attraverso un contratto di 'assistenza tecnica'.

A Milano, nel frattempo, è stata aggiornata al prossimo 31 gennaio, a causa dell'impedimento di un difensore, l'udienza preliminare a carico del patron Emilio Riva, di due ex dirigenti del gruppo e di un manager della filiale di Londra di Deutsche Bank, in relazione ad una presunta maxi-evasione fiscale da 52 milioni di euro che risale al 2007. 

Secondo la ricostruzione del procuratore aggiunto di Milano Francesco Greco e del pm Stefano Civardi, il colosso del settore metallurgico avrebbe indicato nella dichiarazione dei redditi elementi passivi fittizi per poter poi pagare meno tasse al fisco italiano. Oggi avrebbe dovuto prendere il via l'udienza preliminare davanti al gup di Milano Anna Maria Zamagni, dopo la richiesta di processo formulata lo scorso luglio, ma è stata rinviata al 31 gennaio.
 

A FRANCESCO ZACCARIA, UCCISO!



 
Sarà stata la tromba d'aria, ma non sono morti capi, è morto un operaio di 29 anni, due sono gravi e tanti sono stati feriti;
sarà la coincidenza, ma in meno di un mese sono morti due giovani operai, due famiglie sono state distrutte, in due funerali gli operai con dolore e rabbia hanno dovuto accompagnare i loro compagni di lavoro; e tanti il 28 novembre hanno visto la morte in faccia
Sarà... ma gli operai vanno a lavorare con la paura di non tornare a casa; e oggi la situazione che si vive in fabbrica porta a maggior insicurezza, paura, tensione continua...

Sarà... ma Riva, 86 anni, vive ancora e sta nella sua dorata casa non in galera, e il figlio in un sicuro paese all'estero
Sarà, ma il governo Monti ha dato a padron Riva la libertà di produrre come ha fatto finora e, quindi, la libertà di uccidere ancora

Questo è il capitalismo, signori!
Ma un sistema che va avanti con lo sfruttamento, il rischio e la morte degli operai non può essere riformato.
Deve essere abbattuto!
28.11.12
 

Il 28 novembre 2012 moriva Francesco Zaccaria, un altro assassinio della fabbrica di Riva.