mercoledì 27 novembre 2013

Letta e il suo uomo, Boccia, piazzisti dell'Ilva verso i russi.

Che l'Ilva sia in crisi e tra AIA, ristrutturazione, governo/padroni si va verso un ridimensionamento che pagheranno i lavoratori con migliaia di esuberi, è un finale abbastanza scontato di questa storia se gli operai non lo impediranno con una rivolta generale che finora solo noi proponiamo e vogliamo contro tutti i sindacati presenti in fabbrica e non solo.
Che il governo sia al servizio di questo disegno e cerchi di favorirlo con un decreto al giorno il più possibile, è anche cosa abbastanza evidente. Ma ora si va ben oltre.
L'Ilva va al Tavolo del mega vertice italo/russo e il governo italiano lo utilizza per chiedere a Putin di prendersi e aiutare l'Ilva.
Il "rappresentante di commercio" di questa operazione è l'onorevole Boccia/Di Girolamo, presidente della commissione bilancio, che entra più nel merito e, dopo aver spiegato la situazione dell'Ilva, aggiunge: "è un occasione per costruire tra i nostri due paesi un ulteriore asse industriale. La Russia è un grande consumatore di acciaio e molte delle aziende pubbliche e private russe sarebbero benvenute. Ecco perchè ho invitato le Banche e le grandi imprese russe a valutare con attenzione un possibile investimento anche nella siderurgia italiana".
Il piazzista in questione sa benissimo che la Russia potrebbe effettivamente investire, cioè prendersi,  l'Ilva nel contesto della competizione accanita che si sviluppa sul mercato mondiale, e dovrebbe sapere che nel rapporto di forza esistente attualmente Italia/Russia, i russi lo farebbero solo se l'Ilva praticamente gliela regalano. Quindi è un intervento che non può avvenire ora ma solo se l'Ilva collassi completamente o se lo Stato italiano gliela mettesse a nuovo, tale che possa essere un anello importante di quella contesa globale.
Quindi, Boccia non lavora per gli operai dell'Ilva, per capirci, ma solo e comunque come servitor, in questo caso, di due padroni.

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