giovedì 12 dicembre 2013

Ieri l'arte fotografica al servizio della lotta contro femminicidi e violenze sessuali contro le donne


Dopo lo sciopero delle donne del 25 novembre e l'iniziativa in piazza Immacolata (di cui l'immagine sopra),
ieri alla Biblioteca comunale la significativa e "dura" mostra della bravissima fotografa "Impact Pics".

La stessa realizzazione delle foto della mostra è parte della battaglia delle donne, della loro ribellione, di voler dire "basta" a vivere da sole le violenza sessuali, di voler uscire dal ruolo di "vittima"; foto costruite con un lavoro collettivo, per sbattere in faccia "ai mostri" di questa società, agli "uomini che odiano le donne", il grido forte delle donne.

Il prossimo anno vogliamo portare questa mostra nelle scuole, all'Università, insieme alle studentesse che hanno fatto a Taranto lo sciopero delle donne, e chiediamo l'appoggio delle insegnanti, delle artiste, intellettuali...
Chi sostiene che la battaglia contro femminicidi e stupri debba essere portata avanti soprattutto (o solo) sul campo culturale, che basti cambiare la cultura  - noi pensiamo invece che non basti affatto, perchè la violenza contro le donne è sistemica e che la battaglia vada fatta su tutti i campi strutturali e sovrastrutturali, a 360° - bene, ora si faccia avanti, dia un contributo; ora, dopo lo sciopero delle donne, si deve e si può passare dalle parole ai fatti.
Su questo ieri l'attrice di "Teatro del Mare" ha annunciato la preparazione di una nuova piece teatrale.
Le ragazze del gruppo "infernal revolution" di Statte stanno preparando per il prossimo carnevale un carro contro i femminicidi e chiedono il nostro appoggio.

Ieri sera, a conclusione della mostra vi è stato un momento di assemblea con la partecipazione soprattutto di tante lavoratrici, ma anche tante ragazze, con proiezione di foto delle lotte su tutti i terreni delle donne, delle tante mobilitazioni a Taranto, in tante città e a livello nazionale delle compagne del movimento femminista proletario rivoluzionario, a cui sono seguiti video sullo sciopero delle donne del 25 novembre da Bologna, a L'Aquila a Palermo, ecc. Mentre è in preparazione il video fatto allo sciopero delle donne di Taranto.
Nell'assemblea è stato detto che dopo lo sciopero delle donne, che partito come una scintilla ha creato decine e decine di fuochi, in cui le "donne più accese" sono state sia a Taranto, sia a livello nazionale, le operaie, le lavoratrici e la fresca ribellione delle studentesse, dobbiamo dire "mai più"! Anche nella nostra città uccisioni, violenze contro le donne, come la doppia violenza che viene fatta nei processi, devono vedere la mobilitazione immediata, una risposta molto più forte delle donne - a partire dalla prossima udienza finale al processo contro gli stupratori di Carmela, la ragazzina di 13 anni stuprata dagli uomini e uccisa dallo Stato (presumibilmente a gennaio) e dall'impedire che il nuovo processo contro l'assassino di Ilaria di Statte lo faccia passare come "vittima".
Ma, poichè i femminicidi e stupri sono la punta di iceberg più tragica e barbara dell'intera condizione di vita e di lavoro delle donne - che trova proprio nella nostra città uno spaccato esemplare con lavoratrici in condizioni umilianti di lavoro, con una disoccupazione delle donne e un impoverimento che offende la dignità delle donne e impedisce l'indipendenza delle donne, e, non ultima, con ragazze che per avere qualche euro, devono fare anche le belle statuine, essere guardate per il corpo, alle conferenze stampa del Sindaco - rilanciamo la lotta delle lavoratrici, delle disoccupate (che a Taranto sono state e sono in prima fila nelle rivolte per il lavoro, la casa, ecc.), alla luce della piattaforma dello sciopero delle donne, che intreccia le ragioni di classe e le ragioni di genere:
 - Lavoro per tutte le donne
- trasformazione a tempo indeterminato dei contratti precari
- NO a tagli delle ore e salari che offendono la nostra dignità
- Reddito garantito perchè la dipendenza economica non sia di ostacolo alla rottura di legami familiari
- Pari salario a pari lavoro
- Divieto di indagine su condizione matrimoniale, maternità, orientamento sessuale, per assunzioni o licenziamenti
- case per le donne capofamiglia o vittime di violenze in famiglia
- abbassamento dell’età pensionabile delle donne, come riconoscimento del doppio lavoro
- Diritto di cittadinanza e uguali diritti lavorativi, salariali e normativi per le donne immigrate
- Nessuna persecuzione delle prostitute, diritti di tutte ai servizi sociali e al reddito minimo garantito
- Difesa e ampliamento del diritto di aborto, abolizione dell’obiezione di coscienza e gratuità degli interventi e delle strutture, consultori laici gestiti e controllati da donne.
- Socializzazione/gratuità dei servizi domestici; asili, sanità, servizi di assistenza per anziani, ecc.

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