sabato 15 febbraio 2014

Teleperformance ancora una volta fa i c... suoi - le OO.SS. sono criminali - I lavoratori sembrano degli ingenui bambini...

Noi non ci meravigliamo affatto. E dopo anni e anni di politica banditesca da parte della Teleperformance uno pensa che prima o poi i sindacati confederali dovrebbero smetterla di dare e far dare ai lavoratori e alle lavoratrici tutto quello che l'azienda chiede. 
Ma niente! E questi sindacati si sentono pure bravi di aver concesso tutto, su salario, orari, turni, cassintegrazione, riduzione di TFR e 13°, ecc...
(Ah, tra parentesi, c'è eccome uno spirito razzista nelle dichiarazioni della Cgil).

Poi i lavoratori. Quando vi svegliate! Come si può dire "non crediamo che l'azienda possa fare una cosa simile", quando Teleperformance ne ha fatte altre e di peggio!? 

TARANTO – Dopo l’allarme lanciato dalla SLC Cgil di Taranto, ieri le segreterie territoriali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil ed Ugl Telecomunicazioni di Taranto hanno diramato una nota congiunta nella quale “condannano in maniera decisa la volontà di Teleperformance di trasferire in Albania un’attività del back office di un importante committente legato al mondo dell’energia, di piano nazionale”. Si tratta della commessa “Eni Back Office”... Nella nota si ricorda che “Teleperformance non può, dopo un accordo firmato a gennaio 2013 che serviva a rilanciare l’azienda, pensare di portare, dall’altra parte dell’Adriatico il lavoro ‘buono’ (e non lo diciamo assolutamente con spirito razzista), utilizzando i lavoratori di Taranto su attività meno remunerative e non pensando che, di qui ad un anno terminerà l’accordo per cui si riproporranno problemi di costo del lavoro ed affini”....
Alle segreterie territoriali, si aggiungono quelle nazionali, che ricordano come “circa un anno fa il sindacato confederale ha, con responsabilità e coraggio, fatto un accordo su Teleperformance che, a fronte di grandi sacrifici, ha consentito il riassorbimento degli esuberi, l’uscita dagli ammortizzatori sociali ed il verificarsi delle condizioni che consentono all’azienda di rilanciarsi...

Grande amarezza intanto, si registra tra i lavoratori. Che dopo aver appreso la notizia hanno storto non poco il naso. Del resto gli stessi negli anni sono stati chiamati a non pochi sacrifici. Hanno acconsentito alla cassa integrazione, a lavorare di più attraverso una maggiore flessibilità, hanno accettato l’orario multi periodale (contrattazione collettiva che può apportare delle variazioni all’orario settimanale di lavoro (40 ore) rapportandolo ad una durata media in relazione ad un periodo predeterminato non superiore all’anno, fissando una durata massima dell’orario di lavoro purché non superiore alle 48 ore settimanali in relazione ad un periodo non superiore a 4 mesi, che può essere innalzato fino a 6 mesi o fino a 12 mesi), hanno subìto una riduzione della busta paga (livello e scatto di anzianità), una riduzione dell’accantonamento TFR e della tredicesima: “Non crediamo che l’azienda possa fare una cosa simile - commentano alcuni di loro -. Speriamo ci ripensino: siamo persone, non robot... (da TarantoOggi)

Nessun commento:

Posta un commento