lunedì 31 marzo 2014

Mazzette negli appalti della Base navale - La fogna della Marina Militare


Mazzette per gli appalti militari, l’inchiesta del Giud. Carbone, iniziata con l'arresto del Capitano della Base navale il 12 marzo scorso, si allarga a macchia d’olio, e sembra destinata ad avere sviluppi importanti e clamorosi e salire di livello l’indagine sugli appalti militari che sarebbero stati viziati dalle tangenti. 

La Marina Militare cerca di mettersi al riparo dicendosi subito pronta a lavorare al fianco della magistratura, con un comunicato che gronda falsità da tutte le parti: "debellare il fenomeno della corruzione a salvaguardia del personale che quotidianamente lavora con spirito di servizio e senso dello Stato... I valori di trasparenza amministrativa e integerrimo portamento nella gestione delle risorse affidate alla Marina Militare per i suoi compiti istituzionali, rimangono punti fermi...".

Il messaggio è chiaro: le mele marce sono un’eccezione, e verranno punite. L’implicito riferimento è al caso sfociato nell’arresto del capitano di fregata Roberto La Gioia, 45 anni, tarantino, che si occupava di contratti e appalti . L’ufficiale della Marina militare, comandante del quinto reparto di Maricommi, è stato arrestato dai carabinieri il 12 marzo scorso con l’accusa di concussione.
L'indagato fu ammanettato in flagranza di reato nella base navale di Chiapparo subito dopo aver ricevuto da un imprenditore una busta contenente 2.000 euro in contanti, somma che rappresenterebbe solo una tranche di una tangente imposta per emettere mandati di pagamento ad un’azienda che ritira e tratta le acque di sentina dalle unità militari alla fonda nei porti di Taranto e Brindisi. Gli investigatori sospettano che il militare abbia chiesto il 10 per cento dei profitti (che ammonterebbero a 150.000 euro).
Il problema è che questo ufficiale pare pronto a parlare e a tirare in ballo alti vertici della MM sia locale che nazionale. In realtà verrebbe fuori che si tratta di tutto un "normale" sistema di tangenti in vigore nella Base navale più grande d'Italia; tant'è che la mattina in cui stava incassando la mazzetta ed è stato arrestato era in corso un'ispezione e il comandante del V Reparto lo sapeva bene - ma tanto questo sistema di tangenti era un fatto "normale"... 
«Ogni volta che gli ho dato dei soldi - ha dichiarato l'imprenditore che ha incastrato l'ufficiale - l'ho visto tirar fuori una pen-drive che inseriva nel computer dove annotava i pagamenti ricevuti» E la conferma è arrivata dalla perquisizione del suo ufficio nella base navale: due pen-drive che racconterebbero molto di più di una o due tangenti. 

Tutto ciò mentre il neo-ministro della Difesa Roberta Pinotti promette che saranno cacciate via eventuali «mele marce» nelle Forze Armate. Ma qui è tutta la Marina Militare una grande mela marcia.

QUESTA FOGNA DELLA BASE NAVALE VA CHIUSA!

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