mercoledì 10 settembre 2014

Lecce: GIU' LE MANI DAGLI ANTIFASCISTI - invece che incriminare i neonazisti di Casapound la Procura ora persegue gli antifascisti

E' lo Stato il primo fascista.

Si ripete anche a Lecce la solita storia. 

Mentre il gruppo neonazista ha potuto tranquillamente, con tanto di autorizzazione, fare la scorsa settimana il suo raduno nazionale, sostenuto da squallidi esponenti di Forza Italia, Lega e ex sindaco, la Procura di Lecce ora vuole denunciare e perseguire gli antifascisti che hanno manifestato sabato a Lecce, inventandosi il "terrore dei passanti" e facendo passare innocue scritte, volantini sui muri, fumogeni, petardi, aste, per bombe, bastoni, "armi"; mentre sono le forze dell'ordine calate in massa a Lecce, che ora fanno "terrorismo", inventandosi minacce ai rappresentanti politici/istituzionali, gli stessi che ora stanno chiamando i cittadini a denunciare alla polizia gli antifascisti. 

Una buona posizione dell'ANPI.
Giù le mani dagli antifascisti!

(dalla stampa)

La Procura di Lecce sulle tracce dei violenti

LECCE - Un fascicolo, per il momento a carico di ignoti, è stato aperto in Procura sul corteo degli antagonisti che si è svolto sabato pomeriggio a Lecce. L'indagine è condotta dal procuratore capo Cataldo Motta, che sta aspettando le conclusioni cui giungeranno gli agenti della Digos, tuttora al lavoro per dare un nome a chi, nel corso della manifestazione, si è reso responsabile di eventuali reati.

Incappucciati, alcuni con i caschi, armati di bastoni e vestiti di nero: erano in coda al corteo, voltati verso le forze dell’ordine in senso di sfida e con movimenti tipicamente «militari», come veri e propri professionisti della «guerriglia» urbana. E se ciò non è avvenuto, è stato solo grazie alla professionalità delle forze dell’ordine che hanno evitato di rispondere alle provocazioni. Sui «black bloc» che sabato hanno seminato panico e terrore nel centro storico di Lecce c’è un’inchiesta degli agenti della Digos, con il coordinamento della Procura di Lecce.
L’INCHIESTA - Troppo gravi gli episodi avvenuti: bombe carta in via Trinchese, fumogeni accesi, muri imbrattati, famiglie e turisti in fuga per paura, negozianti costretti ad abbassare le saracinesche. Un clima surreale, però, originato da pochi facinorosi rispetto ai 600 giovani che hanno partecipato al corteo contro CasaPound organizzato dal centro sociale Binario 68. Un corteo tutto sommato pacifico che si è limitato a gridare slogan contro i politici e i componenti del movimento neofascista. Ma nessun atto di violenza. I 30 facinorosi, però, sarebbero gli autori dei danni alcuni palazzi storici e facciate dei monumenti. Gli inquirenti stanno indagando per identificare chi ha provocato i danni e lanciato le bombe carta. Al vaglio ci sono decine di foto e video ma non sarà facile perchè i facinorosi erano incappucciati e molti anche provenivano dal nord Italia. Le forze dell’ordine, seppur in modo discreto, terranno sotto controllo anche Adriana Poli Bortone, Filomena D’Antini e Saverio Congedo, i tre politici che hanno partecipato alla festa di CasaPound ed insultati durante il corteo antifascista. Nel frattempo a Lecce è ancora polemica. Pierpaolo Signore, consigliere comunale di Fratelli d’ Italia , ha invitato attraverso il proprio profilo facebook i propri interlocutori ad aiutare la polizia per identificare gli autori dello «scempio» con immagini e video. Ecco il suo post con l’hashtag #chisbagliapaga: «Chiunque abbia foto, immagini e video che consentano di identificare gli autori dello scempio che la nostra città ha subito per mano di alcuni delinquenti, partecipanti al corteo antifascista non autorizzato, me li faccia cortesemente pervenire in Comune. Sarà mia cura sollecitare sindaco e giunta affinché il Comune di Lecce intraprenda le opportune azioni giudiziarie per il risarcimento dei danni subiti dalla nostra città!».
I POLITICI - La vicepresidente della Provincia, Simona Manca, ha chiesto alle forze dell’ordine di punire chi ha oltraggiato la città. Dice: «Il mio auspicio è che le forze dell’ordine riescano a perseguire e punire chi ha insultato lo Stato e la Polizia, chi ha intimidito i commercianti del centro, chi ha imbrattato con minacce e slogan violenti muri dei palazzi storici, monumenti, cartelli stradali, vetrine, edifici privati, chi ha fatto spaventare bambini e famiglie con le bombe carta fatte esplodere tra chi passeggiava».



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