mercoledì 17 settembre 2014

Tempa Rossa, protesta dinanzi a sede Confindustria - ma si intende andare avanti lo stesso - la posizione dello slai cobas per il sindacato di classe

TARANTO – Una quarantina di persone ha protestato dinanzi alla sede di Confindustria a Taranto, in via Dario Lupo, a margine della presentazione ufficiale del progetto 'Tempa rossà da parte della joint venture Total, Shell e Mitsui. Il piano prevede lo sviluppo di un giacimento situato nell’alta valle del Sauro, nel cuore della Basilicata, con il trasporto del petrolio a Taranto, dove verranno costruiti 2 nuovi serbatoi, un sistema di raffreddamento greggio, i collegamenti con il pontile petroli e il prolungamento per circa 350 metri del pontile per l’attracco delle navi.

L'opera viene osteggiata dagli ambientalisti e anche il Consiglio comunale di Taranto ha espresso parere negativo perchè si teme un aumento degli inquinanti in un’area già compromessa dalle emissioni dell’Ilva

C'è un folto schieramento di poliziotti e la via è interdetta al traffico. I contestatori si chiedono anche che fine abbia fatto l’elaborato Tecnico inerente il Rischio di Incidenti Rilevanti (Erir) del Comune di Taranto che consentirebbe una “visione più dettagliata della situazione attuale rispetto agli insediamenti industriali esistenti” e permetterebbe una “più agevole attuare ogni misura preventiva per poter evitare possibili futuri incidenti”.

«Il progetto Tempa Rossa a Taranto, adottando le migliori tecnologie esistenti ed essendo di fatto un progetto di tipo logistico senza trattamento del greggio, non creerà emissioni aggiuntive grazie al nuovo sistema di recupero e trattamento dei vapori provenienti dal caricamento delle navi».

Lo hanno sottolineato i rappresentanti di Total, Shell e Mitsui nel corso di un incontro nella sede di Confindustria Taranto, in cui è stato illustrato il progetto Tempa rossa, dichiarato «opera strategica nazionale», che prevede lo sviluppo dell'omonimo Centro Olio ubicato in Basilicata, con un volume di investimenti complessivo di 1,6 miliardi di euro (300 milioni su Taranto).

Alla conferenza, oltre al presidente di Confindustria Taranto Vincenzo Cesareo, hanno partecipato per Total E&P Italia il direttore Commerciale e Comunicazione Roberto Pasolini e Massimo Dapoto, per la Shell Alberto Pelliccia, per la Mitsui Stefano Romay e per la dirigenza Eni di Taranto, Luca Amoruso. Per permettere il trasporto del petrolio, sarà necessario potenziare le infrastrutture di stoccaggio e spedizione via nave già presenti a Taranto. Nel dettaglio, verranno costruiti 2 nuovi serbatoi, 1 sistema di raffreddamento greggio, i collegamenti con il pontile petroli con le relative facilities, tra cui un nuovo sistema di recupero vapori, e il prolungamento per circa 350 metri del pontile per l'attracco delle navi

Nel corso della conferenza, mentre sotto la sede di Confindustria proseguiva la contestazione degli ambientalisti, i rappresentanti della joint venture Total-Shell-Mitsui, hanno illustrato gli interventi che saranno realizzati da Eni, proprietaria dell'area su cui insisteranno gli impianti all'interno della Raffineria di Taranto. Si tratta di impianti esclusivamente di movimentazione e stoccaggio, che non prevedono alcuna trasformazione del prodotto in loco. È stato aggiunto che «il traffico navale prodotto da Tempa Rossa di circa 90 navi/anno contribuirà al traffico marittimo oggetto in questi ultimi anni di una forte contrazione (oltre mille navi in meno all'anno dal 2008 ad oggi), contribuendo così ad aiutare il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo strategico del porto di Taranto».

«La maggior movimentazione di greggio - ha osservato Pasolini - non comprometterà la diversificazione delle attività del porto, infatti basta guardare come in Italia i porti che movimentano più greggio siano anche quelli a maggior vocazione merci e passeggeri». Il progetto ha già ottenuto il parere favorevole di esclusione della Via (Valutazione di impatto ambientale) per il piano di utilizzo delle terre di scavo, la realizzazione degli interventi, gli iter autorizzativi per la Basilicata e l'autorizzazione sismica della provincia di Taranto per la realizzazione degli interventi. Sono in via di definizione le autorizzazioni di carattere urbanistico ed edilizio. Dal canto suo, il Comune di Taranto ha espresso parere sfavorevole e sta pensando di adottare una variante urbanistica per tentare di bloccare il progetto


la posizione dello slai cobas per il sindacato di classe

...Sull'impatto ambientale, Taranto è una città che effettivamente non può permettersi di aumentare i carichi inquinanti neanche di un grammo; ha già davanti a sè il problema importante e decisivo per il suo futuro di riuscire ad ambientalizzare l'Ilva per permettere la continuità produttiva di una fabbrica che non uccida nè i suoi operai nè le masse popolari tarantine, in particolare quelle dei quartieri inquinati; il secondo problema che ha la città è quello del gigantesco piano di bonifica del territorio.

Noi pensiamo che questi siano i problemi principali della città e vogliamo l'unità di operai e masse popolari per imporre con la lotta la difesa del lavoro e della salute e sicurezza.
Noi riteniamo che oltre all'Ilva, l'Eni, la Cementir, per quanto riguarda le industrie, la Marina Militare abbiano prodotto e continuano a produrre altrettanti danni alla città. Per cui siamo perchè la lotta operaia e proletaria si allarghi anche a tutte queste realtà, con gli stessi obiettivi per quanto riguarda le industrie, con, invece, un radicale cambiamento per quanto riguarda la Marina.
In questo quadro il progetto 'Tempa rossa' non è accettabile, così come è presentato. Esso vuole sviluppare la città nel senso attuale, senza mettere in discussione non tanto l'industria quanto il primato del profitto sulla vita degli operai e delle masse popolari......

Ma il dibattito su tutto questo è avvelenato dalla questione della democrazia e dei diritti violati della città, che proprio il progetto 'Tempa rossa' mette ancora una volta drammaticamente alla luce.
Il primo Ok al progetto 'Tempa rossa' porta la firma esemplare della Prestigiacomo e di Galan, due ministri corrotti, sotto inchiesta e uno dei quali arrestato proprio perchè al servizio delle lobby industriali, affaristiche il cui raggio si è esteso in tutto il territorio nazionale; la Prestigiacomo è anche dentro l'inchiesta "ambiente svenduto". Quindi, il "via libera" deciso da questi ministri deve essere revocato e annullato.
A questo si è aggiunta tutta l'azione dei governi seguenti che è andata nella stessa direzione e anche qui viene sollevato la definizione di "opera strategica" che è lo strumento che i governi e i padroni hanno scelto per imporre comunque i loro progetti finalizzati a speculazione e profitto. Quando questi governi parlano di "interesse strategico" non vanno creduti per principio perchè fanno coincidere l'"interesse strategico" con quello dei padroni. Questa è una seconda ragione per respingere 'Tempa rossa'.
Con la parola "strategica" gli operai, lavoratori, le masse popolari di Taranto vengono cancellati come soggetti che devono decidere su ciò che accade nel loro territorio, vengono espropriati sulla possibilità di discutere e far sentire la loro voce.
Nel caso concreto, per di più lo stesso consiglio comunale, sia pur in maniera confusa e ipocrita, come tutto quello che fa la giunta Stefano su questi temi, ha detto al momento il suo NO al progetto. Quindi, non esiste che il governo, i padroni e l'Eni affermano di farlo comunque e fanno andare avanti il progetto come se niente fosse.
Per questo lo slai cobas dice NO all'attuale progetto 'Tempa rossa' e lo considera parte della battaglia generale che dobbiamo fare.

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