mercoledì 22 ottobre 2014

Stipendi all'Ilva - a Genova ricominciano a preoccuparsi, e a Taranto?

(dalla stampa di Genova) - "O in un mese si raggiunge l'accordo con la nuova proprietà e con il vecchio proprietario, oppure non ci sono più i soldi per gli operai"
Torna a salire la preoccupazione tra i lavoratori genovesi dell'Ilva a soli venti giorni di distanza all'accordo che ha messo in sicurezza gli stipendi dei dipendenti dello stabilimento di Cornigliano. Le voci di una vendita e insieme la ritrosia delle banche a concedere un nuovo prestito al gruppo commissariato fanno intravedere scenari allarmanti.

Se da un lato le banche chiedono garanzie sulla nuova proprietà, il maggior candidato ad acquisire l'Ilva, il gruppo indiano Ancelor-Mittal, deve da un lato fare i conti con la necessità di mantenere l'occupazione, "dall'altro - prosegue il sindacalista - con gli attuali proprietari dell'Ilva, cioè la famiglia Riva, che non si lascerà certo estromettere da un giorno all'altro".

Se le difficoltà di arrivare in breve tempo alla vendita dovessero acuirsi lo scenario potrebbe diventare anche peggiore: "Se il commissario Gnudi non riuscisse a trovare un compratore - spiega Manganaro Fiom - potrebbe decidere di portare i libri in tribunale". Un'ipotesi per la Fiom non troppo remota: "O in un mese si raggiunge l'accordo con la nuova proprietà e con il vecchio proprietario, oppure non ci sono i soldi".

Per il sindacato la soluzione deve passare proprio dal Governo: l'unica strada percorribile sarebbe la nazionalizzazione dell'azienda, bonificando Taranto e facendola ripartire". Intanto la Fiom è già pronta a una nuova eventuale fase di lotta: "Abbiamo detto ai lavoratori che in qualsiasi momento siamo e saremo pronti a difendere reddito e posti di lavoro", annuncia.

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