sabato 8 novembre 2014

BFM fonderie meridionali - un incontro al presidio degli operai in lotta


I coordinatori regionali dello Slai cobas per il sindacato di classe hanno colto l'occasione della presenza a Bari per la vertenza degli ex Sma forestali Arif, per andare ad appoggiare e sostenere il presidio permanente degli operai delle Fonderie Meridionali (BFM), che oggi sono nelle mani dei padroni della DT, cecoslovacchi che hanno annunciato di voler chiudere il sito industriale e portare produzioni, macchinari e mercato in Cecoslovacchia. Gli operai sono in lotta per contrastare decisamente questo piano dei padroni.
Sono operai di una fabbrica storica di Bari, che ha fatto tante lotte, che ha una produzione affermata e che ora si vuole cancellare all'insegna de “il profitto è tutto, i lavoratori sono niente”.
I governi finora hanno accompagnato il passaggio di questa fabbrica da industria di Stato a padroni stranieri e ora si accingono, con il governo Renzi, a concludere questa storia con la chiusura pilotata della fabbrica.
E' il capitalismo, bellezza!”, potremmo dire; purtroppo, niente di nuovo sotto il sole, della sorte di tante fabbriche a Bari, in Puglia, in Italia.
Ma se questo è il capitalismo, bisogna lottare per mettere fine al capitalismo.
A partire dal respingere le “soluzioni” di padroni e governo.

NO, quindi, alla proposta di delocalizzazione, ma NO anche all'insidiosa proposta di ristrutturazione con taglio di metà degli operai - e non osiamo qui pensare che fine farebbero i diritti, i salari, le condizioni di lavoro, ecc.
NO anche alla continuità attraverso la vendita; questa soluzione è stata già sperimentata con la vendita appunto alla DT, e la Puglia è piena di fabbriche vendute, dove in realtà si sono svenduti gli operai e il lavoro

Sta a chi ha creato questa situazione di trovare rimedio, e gli operai non possono essere trascinati nel gioco di tifare per una soluzione o altra, per un cosiddetto “male minore”, ecc.
Questa è la linea senza via d'uscita che i sindacati confederali hanno portato avanti finora in tante vertenze simili.
Parlando con qualche operaio, abbiamo messo in guardia rispetto a questa azione dei sindacati confederali, che oggi sono alla testa e sostengono il presidio, ma dobbiamo ancora vedere su quale linea e per quale soluzione. Alcuni operai ci hanno detto che comunque per loro “non esiste” di finire in mezzo alla strada, perchè in mezzo alla strada ci vogliono andare loro per bloccare la tangenziale vicino alla fabbrica, se lunedì, giorno del Vertice previsto presso il vicino assessorato, non uscirà luce sulla loro situazione.
Ma qualche operaio guarda già oltre questa vertenza e la inserisce in un quadro generale che domanda un cambiamento radicale, una rivoluzione necessaria. Operai che si sentono anche spontaneamente appartenenti ad un'unica classe e nella stessa barca, non con i padroni, ma con gli operai dell'Ilva, dell'Eni, della Cementir e delle tante vertenze aperte in Regione. Operai che vedono in TV politici e governo che mentre si arricchiscono li prendono in giro, mentre loro non riescono neanche a comprarsi le sigarette e a garantire il pane per i propri figli.

Questo presidio, è un bel presidio, compagni operai. Abbiamo visto un gruppo di operai in lotta, con tenacia e sacrificio, ma anche con rabbia, coscienza, determinazione.
Abbiamo sentito, anche tramite le loro parole, che qualcosa sta cambiando nelle fila della nostra classe, e questo ci chiama, senza fronzoli e bandierine, a fare la nostra parte, a dare un contributo reale perchè il vento operaio si espanda, “accarezzi l'erba” delle tante fabbriche in crisi e in lotta e spazzi via “il capitalismo, bellezza!”.

SLAI COBAS per il sindacato di classe
7.11.14

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