sabato 8 novembre 2014

ENI - a Taranto rischiano più di 350 lavoratori e operai dell'appalto



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“Per la raffineria di Gela arrivano investimenti di due miliardi. A Taranto invece il futuro è incerto”. Così la Filctem Cgil Taranto che aggiunge: “in Sicilia... l’Eni ha deciso di investire due miliardi per trasformare la raffineria in una green refinery, una centrale capace di produrre biodiesel a partire da materiali vegetali e non più fossili”.
“Ma... a Taranto il futuro sarà ben diverso. Il deposito costiero comporterà la perdita, nel tempo, del novanta percento dei lavoratori, dai circa quattrocento che sono ora, si arriverà a meno di cinquanta. Investimenti come quelli di Gela permetterebbero di avere impianti più ecocompatibili e più performanti, e questo non solo garantirebbe una qualità di vita migliore nel territorio ma permetterebbe di salvaguardare i livelli occupazionali, garantendo almeno il numero di dipendenti che ora sono in carico alla raffineria. Con il progetto del deposito costiero i lavoratori dell’indotto potrebbero essere i primi a pagarne la scelta”.

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