Hanno provato. E forse ci sono anche riusciti. Per capire cosa volesse dire Salvatore Buzzi, il re delle Coop sodale di Massimo Carminati, che "gli immigrati fruttano più della droga" bisogna passare da Bari e rimandare il nastro indietro a quel maggio del 2014 quando intercettato dai carabinieri del Ros Luca Odevaine uomo che sedeva al tavolo nazionale dell'immigrazione spiegava da dove bisognava cominciare per il business. Perché è al Cara di Bari e, soprattutto, in quella gara per i centri di prima accoglienza con i posti lievitati all'improvviso che c'è il centro di tutta questa storia.

Maggio 2014, quindi. Siamo nel pieno dell'operazione Mare Nostrum e c'è la necessità di smistare gli immigrati arrivati a Lampedusa in tutta Italia... i rappresentanti delle Regioni avevano espresso una loro pregiudiziale, ossia che i Centri di prima accoglienza avessero una capienza massima di 100 posti. Al che, sia lui che il prefetto Compagnucci avevano rappresentato che centri da 100 posti "non li fa nessuno", ragione per cui nel documento finale la capienza dei centri d'accoglienza era stata fissata a "300 posti ... minimo", di modo da poter giustificare, ad esempio, i Centri di Mineo e di Bari". Che significa? Lo spiega oggi il sindaco Antonio Decaro, ricordando anche che in quei giorni inviò un comunicato stampa, che ricorda cosa accadde in quei giorni: "L'Italia era in emergenza e dal
Viminale cominciarono a fare pressioni per mandare più immigrati nella nostra struttura: dovrebbero essercene 700, sono più di mille, ce ne stavano mandando quasi duemila. Dissi che io e Bari non eravamo disponibili".