mercoledì 10 dicembre 2014

L'altra "soluzione" Ilva: "assai distante dalla nazionalizzazione" - intervento pubblico solo per rivenderla meglio - Ma, prima SI poi NO... Possibile 7° decreto salva Ilva - E il decreto "salva operai"?

“Un intervento pubblico simile a quello fatto in altri Paesi europei. Un passaggio temporaneo, che tenga conto del valore strategico dell`azienda, e soprattutto il fatto che si trascina dietro una serie di problemi che hanno bisogno di tempo per essere risolti”. E` questo il modello cui guarda il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, per intervenire sul caso Ilva. “L`ipotesi di una gestione pubblica sul modello Italsider – chiarisce Guidi in un`intervista a `Il Messaggero` – è quanto più distante dalla mia mentalità. Ma detto questo, esistono delle forme di sostegno pubblico più efficaci e più virtuose. Il modello che ho in mente è assai distante da una nazionalizzazione. Per l'Ilva di Taranto il governo sta valutando un possibile intervento "temporaneo" per poi arrivare a una cessione a private o ad una quotazione in borsa con il fondo strategico che potrebbe essere il veicolo adatto per questa fase. ”

Matteo Renzi su Twitter annuncia la soluzione alla questione del siderurgico tarantino, mentre il ministro dello sviluppo economico, Federica Guidi, vede il commissario straordinario Piero Gnudi per approfondire gli schemi di intervento possibili per salvare l’Ilva. Entro giovedì è previsto un nuovo vertice a Palazzo Chigi al quale con ogni probabilità parteciperà ancora il premier Renzi e il suo nuovo consigliere strategico Andrea Guerra, ex Ad di Luxottica.

La bozza di decreto, il settimo per il gruppo siderurgico, sarebbe già sulla scrivania del presidente del Consiglio. Ma... sull'offerta di Arcelor-Mittal insieme al gruppo Marcegaglia "ci sono incontri e trattative in corso proprio in queste ore. Per questo dico che l'intervento pubblico è solo una possibilità, potrebbe alla fine anche non essere necessario".

Arcelor-Mittal, ha posto dei paletti difficili da accettare, sia su costi e tempi dei lavori di adeguamento previsti dall’Aia, sia sul tetto di produzione massima annua, fissato dall’autorizzazione integrata ambientale a 8 milioni di tonnellate ma che i tecnici della multinazionale vorrebbero portare fino a 9,3 milioni".

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