mercoledì 10 dicembre 2014

L'eurodeputato Martin denuncia sulla Mittal cose vere (da questo blog già denunciate)... ma il suo scopo non è proprio limpido...

"ArcelorMittal è interessata all'Ilva e se può ottenere soldi dal governo lo farà. Non ha mai investito soldi propri in passato, capisce che le industrie italiane sono in difficoltà... Se dovesse entrare a Taranto inizierà una fase senza sindacalisti..." (proprio come fece i primi anni Riva, poi vide che poteva averli come collaboratori e ristabilì i rapporti - ndr). 
Questo, insieme ad altro, ha detto Eduard Martin, europarlamentare europeo, in visita a Taranto, per 32 anni sindacalista e per molti anni ha lavorato nel sito di Florange in Lorena di ArcelorMittal..

Tutto vero e c'è anche di peggio, vi sono i tagli e i licenziamenti fatti da ArcelorMittal nelle sue fabbriche in Francia e in Europa, vi sono gli attacchi ai diritti, ci sono le dichiarazioni fatte per l'Ilva secondo cui le norme poste dall'Aia (che sono insufficienti) per l'ambiente sarebbero troppo onerose, ecc.
La stessa fusione ArcelorMittal lasciò sul terreno "morti e feriti".
(dalla rivista MicroMega) - "Le promesse fatte da Mittal al momento dell’acquisto del gruppo durarono ben poco... qualche mese dalla fusione cominciò a delinearsi chiaramente quella che era la strategia di politica industriale del gruppo: chiudere gli stabilimenti in Europa per fermare la concorrenza e acquisire gli ordini di Arcelor, facendo produrre l’acciaio in paesi terzi.
Cominciarono anni di lotte tra il gruppo, i governi lussemburghese e francese ed i sindacati... Nel 2006, Mittal firmò l’acquisto impegnandosi a non chiudere gli altoforni di Liegi (Belgio) e Florange (Francia), ma di metterli a norma immediatamente per rinforzarne la competitività e assicurare l’ambientalizzazione. La posta in gioco era molto alta, perché gli stabilimenti della Lorena fornivano l’acciaio alle case automobilistiche BMW e Mercedes.
Ma non avvenne nulla di quanto stabilito e nel 2009 lo stabilimento di Grandrange (Francia) chiuse senza mai aver beneficiato di quel piano che Mittal aveva promesso allo stato francese. A Florange gli impianti continuarono a lavorare in condizioni di assoluta vetustà senza nessuna messa a norma né investimenti precedentemente stipulati. Fino a quando il gruppo non cominciò a delocalizzare la produzione, per produrre gli ordini di acciaio acquisiti da Arcelor in paesi terzi. Nell’Aprile del 2013, gli altoforni di Florange chiusero definitivamente lasciando il dramma della disoccupazione e delle bonifiche nelle mani del governo francese.
La politica aggressiva e incurante del diritto al lavoro e alla salute é stata una costante delle azioni del gruppo Mittal. Buona parte degli stabilimenti sono stati acquistati al solo fine di distruggere la concorrenza europea, acquisire i contratti per poi lasciare gli impianti abbandonati. 
Consegnare Taranto in mano al gruppo Arcelor Mittal vorrebbe dire la fine della città. La sola ragione per la quale un imprenditore spregiudicato come Mittal potrebbe accollarsi uno stabilimento obsoleto e al centro di una questione giudiziaria come l’ILVA di Taranto sarebbe il voler acquisire le commesse ILVA e chiudere, così come ha fatto nel resto d’Europa, senza bonifiche e senza alcun reimpiego degli operai...".

Detto questo, però, lo scopo con cui Martin fa questa reale denuncia non è proprio limpido...
Questo eurodeputato parla a nome degli altri padroni europei, per proteggere il comparto europeo, in cui già c'è sovrapproduzione, dalla concorrenza: India, Cina, ecc.

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