martedì 23 dicembre 2014

Sull'esclusione del Comitato Liberi e pensanti come parte civile dal processo Ilva

Riportiamo sotto il comunicato del Comitato. Condividiamo la denuncia - dallo slai cobas fatta fin dal primo momento - della indecenza della costituzione come parte civile dei sindacati confederali (fim-cisl, fiom-cgil, uilm-uil), dato che questi sono pienamente corresponsabili della situazione di attacco quotidiano alla salute e sicurezza in fabbrica e della criminale azione dell'Ilva di inquinamento; e per il loro ruolo, appunto sindacale, sono dal punto di vista della difesa degli operai ancora più da condannare, perchè hanno ampiamente contribuito, ora col silenzio (anche dei loro RLS in Ilva e nell'appalto), ora con espliciti accordi di svendita di diritti fondamentali dei lavoratori e di cogestione, ora con la condivisione della logica criminale padronale di mettere la produzione e gli interessi aziendali al primo posto, e, in generale, frenando e indebolendo la forza di opposizione dei lavoratori, ad arrivare negli anni alla gravissima situazione di oggi.
Ricordiamo che a seguito di una esplicita denuncia dello slai cobas, RLS dei sindacati confederali sono imputati per la prima volta nel processo per la morte dell'operaio Di Leo. E tante altre denunce sono state fatte che dimostrano esplicitamente questa costante corresponsabilità.
Ora, questi sindacati confederali si trovano come parti civili nel processo Ilva, quando avrebbero dovuto stare dall'altra parte, come noi avevamo chiesto al Procuratore Sebastio. E dobbiamo sentire l'avvocato della Fiom-Cgil sostenerne la costituzione dicendo nell'udienza del 16 dicembre scorso che il sindacato ha "diritto di intervenire nelle scelte dei sistemi di produzione...". E perchè la Fiom-Cgil, come fim e uilm, non l'ha preteso e fatto a suo tempo? Perchè invece ha assunto una linea di concertazione? (basta leggere decine e decine di verbali di accordo e soprattutto sentire gli operai...). La risposta la sappiamo.
Stendiamo, poi, un velo pietoso sulle parti civili di Regione, Comune, Provincia...

Detto questo, dobbiamo dire che lo Slai cobas aveva proposto da subito al Comitato Liberi e pensanti, nelle assemblee pubbliche prima dell'avvio del processo Ilva e in incontri diretti, di portare avanti insieme questa battaglia, per un processo a tutti i reali responsabili di morti, malati, perchè questa battaglia fosse più forte e coinvolgesse un più ampio settore di lavoratori.
Così come, fin dal primo momento abbiamo proposto agli operai del Comitato di fare una vasta campagna per presentare centinaia di parti civili di operai dell'Ilva e dell'appalto, insieme a abitanti dei Tamburi, lavoratori cimiteriali; perchè era questa presenza, questo "fiato sul collo" nel corso del processo che serviva e serve perchè questo processo non vada a finire come altri.
Ma il Comitato Liberi e Pensanti, dopo aver detto prima Si, ha poi improvvisamente fatto per conto suo, e soprattutto ha scelto, in maniera sbagliata, di non presentare costituzioni di parti civili di operai, ecc., ma solo la propria associazione - fatto che oggettivamente indeboliva la stessa legittimità del Comitato Liberi e pensanti nel processo.
I Liberi e pensanti di fatto hanno pensato più a sè che ad organizzare le forze dei lavoratori, delle masse popolari - cosa sicuramente non facile, ma possibile, come lo slai cobas ha dimostrato con circa 100 parti civili - non comprendendo che questa battaglia del processo deve essere parte della guerra di classe contro padroni, Stato, Istituzioni, sindacati venduti, e che questa guerra si deve fare con i lavoratori  e la gente colpita prima di tutto, dentro e fuori il processo.
Per questo noi pensiamo, e proponiamo ai Liberi e Pensanti e soprattutto agli operai, che ora la loro migliore risposta sarebbe di costituire parte civile gli operai dell'Ilva e dell'appalto, i cittadini dei quartieri inquinati.

COMUNICATO STAMPA
In riferimento all'accettazione delle costituzioni di parte civile nel processo "Ambiente Svenduto" da parte del giudice Gilli, riteniamo estremamente grave che siano state ammesse le organizzazioni sindacali, organi politici istituzionali, Regione e Comune di Taranto nonostante sia stato riscontrato che nei capi d'accusa le stesse intrattenevano costanti contatti con gli indagati al fine di individuare le problematiche che non avrebbero consentito l'emissioni di provvedimenti autorizzativi nei confronti dello stabilimento Ilva.
Risulta inoltre che le stesse concordavano possibili soluzioni individuando soggetti di vari livelli con i quali provvedevano ad intrattenere costanti contatti con funzionari e incaricati di vari uffici riuscendo a conoscere in anticipo il contenuto di documenti ufficiali destinati allo stabilimento, al fine di ridimenzionare problematiche anche gravi in materia ambientale.
Le stesse organizzazioni sindacali, secondo quanto affermato dalla Procura, avrebbero collaborato per consentire allo stabilimento la prosecuzione dell'attività lavorativa violando le normative vigenti.
Ad essere stato escluso dalla costituzione di parte civile, invece è stato questo comitato. Eppure il cllp si é costituito in data 4 marzo 2013! Non quindi nel 2014 come asserito in fase dibattimentale da alcuni legali della difesa degli indagati.
Considerato dunque che i reati contestati sono :
A ) il reato contestato va dal 1995 al 6/09/2013 ASSOCIAZIONE A DELINQUERE;
B ) il reato contestato dal 1995 al 20/06/2013 DISASTRO AMBIENTALE;
C ) il reato contestato dal 1995 al 20/06/2013 OMISSIONE DOLOSA DI CAUTELA PER I LAVORATORI;
h ) il reato contestato dal 1995 al 20/06/2013 AVVELENAMENTO DA DIOSSINA DEL BESTIAME;
i ) il reato contestato dal 1995 al 20/06/2013 AVVELENAMENTO DA DIOSSINA NEL MARPICCOLO;
ci domandiamo come sia possibile che gli enti su citati siano stati ammessi e noi esclusi, nonostante le numerose denunce presentate agli organi di controllo e le nostre testimonianze finalizzate allo smantellamento del "governo ombra".
A riscontro di tali ragioni, secondo la procura, le circostanze riferite dal nostro comitato appaiono del tutto coerenti e compatibili con il quadro delle dinamiche e del modus-agendi adottato dal sistema Ilva.
Inoltre, a due anni e mezzo di distanza dalla presentazione delle denunce relative alla fondazione del "vivere solidare", nelle quali abbiamo evidenziato che le confederazioni sindacali Fim Fiom e Uilm hanno incassato dal 1995 al 2013 una somma pari a 8.000,000 di euro che servivano per il salario accessori dei lavoratori, ad oggi non abbiamo ricevuto nessun riscontro da parte della procura.

Aps Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti

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