mercoledì 28 gennaio 2015

All'Ilva appalto la lotta continua, ma..- seconda parte

seconda parte 

All'incontro romano non vi è stata nessuna soluzione per gli operai dell'indotto ILVA
Gli operai restano senza salario o senza parte del salario per alcuni e senza prospettive certe di lavoro.


L'Ilva e i suoi commissari fanno parziale retromarcia sulla cassintegrazione, mantenendo i contratti di solidarietà per gli operai Ilva diretti, ma non sui numeri dei lavoratori interessati 5000 - questi numeri prefigurano i potenziali esuberi nel piano previsto dal decreto. 
Inoltre vengono date assicurazioni sul pagamento degli stipendi di gennaio per gli operai Ilva.

La venuta odierna a Taranto dei commissari senza Gnudi e i loro incontri sono di pura cortesia, senza nessuna novità in merito
Ma sia a Roma, sia a Taranto viene ribadito che sulle ditte dell'appalto non c'è una soluzione soddisfacente.
Si afferma che continuano ad avere esecuzioni i lavori con le ditte attuali che vengono invitate a riprendere il lavoro, ma  si ribadisce che i loro crediti fino al 20 gennaio  finiranno nella massa passiva, cioè sono difficilmente esigibili a breve, cosi come i salari arretrati degli operai dell'indotto.
Se si riprende il lavoro ci saranno i salari dei lavori futuri, ma secondo un percorso per il quale ci vogliono ancora settimane o mesi prima che gli operai abbiano tutti i loro salari o le aziende i loro crediti e il pagamento dei nuovi salari lo si lega agli emendamenti al decreto per lo sblocco Fintecna dei soldi. Un decreto che ancora non è approvato e che ci vogliono ancora diverse settimane per approvarlo.
Questa situazione non e' accettabile ma i sindacati confederali hanno mollato i blocchi stradali, lasciando i lavoratori senza armi di pressione a sostare davanti alla portineria delle imprese o ad aspettare 'notizie' sotto il Comune. Tutte cose che non fanno cambiare nulla nella sostanza.
Non solo. Si invitano i lavoratori delle varie ditte a fare pressione sui loro padroni perchè paghino i salari, spezzettando la lotta, che può pesare solo se gli operai resteranno compatti.
Noi siamo per la ripresa dei blocchi delle strade, senza di essa gli operai sono deboli e non c'è l'emergenza necessaria perchè una soluzione a breve e collettiva venga trovata.
Noi siamo per lo sciopero generale fatto da tutti i sindacati che permetta di fermare l'Ilva - quello della sola USB di oggi è stato assai debole, ha riguardato attivisti e una piccola parte dei loro iscritti - e altre fabbriche della città che hanno gravi problemi occupazionali, vedi Cementir, ecc e e investire la citta,
La citta' è paralizzata, danneggiata, vilipesa dalle decisioni del governo e non certo dai blocchi dei lavoratori - come invece sostengono i Liberi 'benpensanti'

Siamo in emergenza salario e lavoro e serve un'azione decisa d'emergenza, chi dice il contrario inganna i lavoratori.
Vogliamo un decreto operaio che possa andare incontro alle esigenze dei lavoratori e dei cittadini e questo si può ottenere solo se si blocca fabbrica e città

Tutti i posti di lavoro devono essere salvaguardati; salari e diritti non si toccano; durante la messa a norma degli impianti gli operai dei reparti Ilva e delle ditte non devono essere mandati a casa ma impiegati nei lavori di risanamento; in una fabbrica insalubre e nociva come l'Ilva non si può stare e lavorare per tanti anni ma 25 anni bastano con estensione a tutti dei benefici pensionistici; la prima messa a norma è garantire la sicurezza e la vita degli operai in fabbrica; istituzione di una postazione ispettiva permanente all'interno della fabbrica per controlli su sicurezza e salute; ; la salute è un diritto intoccabile per operai e cittadini, servono visite mediche mirate, cure sanitarie gratuite, strutture sanitarie d'emergenza.
slai cobas per il sindacato di classe Taranto
via rintone 22 taranto
slaicobasta@gmail.com
347-1102638
347-5301704

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