domenica 22 febbraio 2015

La Fiom all'Ilva sostiene indecentemente il decreto

Che la Uilm continui ad essere una sorta di "ufficio relazione con i lavoratori" per conto dell'Ilva, per cui ora si fa mero portavoce tra gli operai degli adempimenti che l'azienda in amministrazione controllata deve fare e di quelli a carico dei lavoratori per poter ottenere in futuro loro crediti (vedi volantino dell'11 febbraio), sta nella normalità di un sindacato che non è sindacato ma efficiente portavoce dell'azienda.
Ma peggio è la posizione in fabbrica della Fiom in questo periodo. Perchè unisce le "istruzioni per l'uso" ai lavoratori - così come fa la Uilm - ad una valutazione positiva della situazione attuale dell'Ilva.
Sembra di assistere alla grottesca situazione di chi fa lo "spirito al funerale"; e il governo Renzi non potrebbe che esserne contento...

Mentre il decreto Renzi, con l'amministrazione straordinaria, ha praticamente posto in fallimento l'Ilva, lasciando gli operai diretti a chiedere i loro crediti, col rischio di non averli più - data la dichiarazione di insolvenza dell'Ilva - e gli operai dell'appalto a bocca asciutta sia per gli stipendi passati che per quelli in corso; mentre le tre società Ilva sono state escluse dai risarcimenti al processo Ilva, con uno "schiaffo in faccia" verso lavoratori, cittadini parti civili e di fatto affermando il principio dei padroni che "chi inquina, chi uccide non paga"...

la Fiom nel volantino recentemente diffuso ai lavoratori scrive:
"L'avvio dell'Amministrazione Straordinaria ha finalmente estromesso i Riva dalla proprietà dell'Ilva. L'A.S. ha finalità conservative, è tesa a scongiurare la dispersione del patrimonio aziendale, a tutelare l'occupazione e a garantire altresì l'attuazione del piano ambientale"
Ma la Fiom ci fa o è?
L'"Amministrazione Straordinaria ha estromesso i Riva" - che comunque non ci stanno a farsi sequestrare i soldi - ma contemporaneamente sta "estromettendo" posti di lavoro e salario. Renzi - alla faccia dei fautori dell'intervento dello Stato - è sì intervenuto, ma non per sostituire lo Stato nella gestione della fabbrica, per "nazionalizzarla", ma per metterla in prefallimento. Bel risultato abbiamo ottenuto!!
"Scongiurare la dispersione del patrimonio aziendale", ma l'AS sta intanto andando ad un taglio della produzione (il fermo contemporaneo dell'Altoforno 1 e 5 sono una concreta avvisaglia), e punta a conservare solo una parte dell'azienda, quella che può dare profitti a nuovi padroni. E' falso poi affermare che l'AS "tutela l'occupazione e garantisce l'ambientalizzazione", quando si è passati a 4500 gli operai che vanno in contratto di solidarietà, rappresentando di fatto il numero di un esubero strutturale che resterà anche con l'eventuale futura vendita ad altri padroni; e quando i fondi per il piano ambientale sono totalmente sotto ogni pur minima previsione realistica.

Si dimostra sempre di più un decreto, anche con gli "emendamenti", salva-Ilva: arrosto per i padroni e fumo e peggioramento per gli operai e le masse popolari... Un decreto contro cui dovrebbe essere organizzata la più ampia opposizione dei lavoratori e della città attraverso uno sciopero generale, perchè è una tragica beffa verso chi pretende lavoro e salute.
Ma la Fiom, invece, tranquillamente ha scritto: "ora occorre che il decreto per Taranto e per l'Ilva sia rapidamente convertito in legge".

Infine, alcune questioni circa le "osservazioni" fatte dalla Fiom-Cgil nelle audizioni sul decreto.
Sugli operai dell'appalto e dell'indotto, propone "un bacino occupazionale e la clausola sociale", ma questa rivendicazione suona come una campana a morte per la difesa dei posti di lavoro perchè è una richiesta per operai già licenziati.
Sul pagamento dei salari dei lavoratori dell'indotto - dopo che anche la Fiom ha mandato gli operai in lotta a casa - non chiede un provvedimento urgente per pagare prima di tutto gli operai, ma "l'apertura di nuove linee di credito a favore delle ditte terze..."
Chiede la "nascita della Newco in tempi certi", sapendo però bene che contemporaneamente c'è la "bad company" in cui vengono scaricati crediti dei lavoratori, problematiche ambientali, esuberi.
Sul resto: attuazione piano ambientale e sanitario, interventi Aia, i famosi 1.220 milioni dei Riva, non dice nulla, se non appelli generici, totalmente inutili.

LA REALTA' E' CHE, IN UNA SITUAZIONE DI CONTINUA PRECARIETA' CHE OGNI GIORNO PUO' ULTERIORMENTE PEGGIORARE, GLI OPERAI NON HANNO UN LORO SINDACATO.
Questo è il problema serio che gli operai devono affrontare e risolvere

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