mercoledì 25 marzo 2015

Processo Ilva: gli avvocati degli imputati: "i capi Ilva non hanno alcuna colpa..."

Ieri al processo Ilva è stata soprattutto la giornata degli avvocati di difesa dei capi, quadri dell'Ilva. Oltre che dei legali del direttore regionale di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, accusato di favoreggiamento personale nei confronti del presidente della Regione, Puglia Nichi Vendola, a sua volta accusato di concussione, del direttore scientifico dell'Arpa, Blonda e di funzionari del Ministero dell'ambiente, Ticali, e della Regione.

Gli interventi, a volte vere e proprie arringhe, dei legali dei capi Ilva hanno tentato malamente di rovesciare le questioni, per attaccare il "dolo intenzionale".
Secondo questi avvocati da strapazzo, ci sarebbe stato il "dolo intenzionale" solo se si fosse prodotto acciaio con lo scopo di produrre diossina (una cosa palesemente senza senso)... ma siccome all'Ilva lo scopo non è produrre diossina ma acciaio... allora, non c'è dolo. E di conseguenza non ci sarebbe disastro ambientale. Arrivando ad affermazioni stupide, della serie: "poteva intenzionalmente un tecnico produrre diossina, avere questa predeterminazione?"; fino a dire che siccome quel capo vive a Taranto da tanti anni, ha anche la sua famiglia "come poteva essere autore del disastro ambientale e vittima allo stesso tempo?"

Ed è proprio il disastro ambientale che gli avvocati dei capi dell'Ilva hanno voluto e vogliono occultare - utilizzando anche la sentenza Eternit della Cassazione che facendo un gran servizio al padronato ha ridotto una strage collettiva portata avanti per anni a singoli omicidi da valutare e perseguire caso per caso.
E sempre a questa sentenza sull'Eternit altri legali si sono attaccati per dire che se non c'è una contestazione precisa di un fatto preciso, in una data precisa, non si può condannare uno per la sua responsabilità di capo area.

Un altro argomento usato è stata l'Aia del 2011: Sì, le emissioni nocive si conoscevano, ma erano previste e controllate dall'Aia. Dimostrando, loro malgrado, in realtà quanto questa Aia fosse stata modellata sugli interessi di Riva.

Infine, gli avvocati hanno cercato di attaccare le accuse usando il rapporto tra "dolo e utile": il tale capo dal suo atteggiamento aveva una partecipazione agli utili dell'azienda? ne ricavava un beneficio personale?. No. Allora non c'è reato... Della serie: che c'azzecca?

Una bassa operazione che ha voluto malamente cercare di nascondere tutto un sistema padronale, in questo caso di Riva, che per produrre per i suoi profitti, ha tagliato intenzionalmente i costi che riguardano salute e sicurezza, se n'è fregato di malattie e morti, dell'ambiente, visti come normali e irrilevanti conseguenze,
E' questo sistema, quindi, che è stato intenzionalmente accettato e portato avanti nei suoi effetti letali dai capi.

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