domenica 12 aprile 2015

Il nuovo numero di proletari comunisti, il giornale che non fa "chiacchiere", ma dà una lettura di classe e autonoma della realtà e indicazione per "fare i fatti"!

Dall'editoriale del giornale sul GOVERNO RENZI

Proletari comunisti è per la caduta del governo Renzi, governo dei padroni, antioperaio e antipopolare, che prosegue la marcia moderno fascista dell'attuale regime borghese.
Riteniamo che per questa caduta sia necessario uno sciopero generale dal basso che abbia i caratteri di una rivolta sociale di operai, studenti, precari, disoccupati, masse popolari... 
Il governo ha realizzato l'approvazione del Jobs act, asfaltando l'opposizione interna e le resistenze nel sindacalismo confederale, la Cgil in particolare; ha fatto passare un primo pezzo di riforma costituzionale, giocando abilmente sulla scomposizione-disfacimento dell'opposizione di centrodestra; ha cominciato, aperto la strada verso l'intervento militare imperialista negli scacchieri caldi del mondo, dall'Ucraina al Medio Oriente, e punta ad avere un ruolo di prima fila in una nuova guerra imperialista in Libia.
Tutti passaggi fatti o in corso, portati avanti per decreto, per diktat, per segnalare che il modo di governare è il cuore del problema...
...senza la caduta del governo non ci sono possibilità per gli operai, precari, disoccupati, i senza casa, i senza reddito, i movimenti che si muovono contro la devastazione ambientale e territoriale, così come quelli che vogliono contrastare le politiche sull'immigrazione e guerrafondaie, non ci sono possibilità di ottenere risultati concreti se non si lotta esplicitamente per la caduta del governo, se non si costruisce la lotta generale come guerra prolungata, come accumulo di forze per questa guerra prolungata. E in questo percorso riorganizzare le file proletarie e popolari, il sindacalismo di classe unitario e di massa, il fronte unito sociale e politico, gli organi di direzione di tutto questo movimento.

Se guardiamo da questa prospettiva possiamo vedere che le condizioni oggettive per tutto questo ci sono, ma che le condizioni soggettive invece no; anzi, sembra che il tempo non lavori per noi.
Gli operai stanno sempre peggio ma non cresce la lotta, ma la rassegnazione, la sudditanza alle regole del gioco e la subordinazione, passivizzazione alle strutture più concilianti con il governo e i padroni. Anche i movimenti che riguardano i precari, i disoccupati che rappresentano la parte più debole e impoverita delle masse popolari tendono a sparire dall'orizzonte dello scontro, invece che diventarne sempre di più i protagonisti.
La nuova tendenza alla guerra e di intervento imperialista non rivitalizza un movimento di lotta contro la guerra, l'immane tragedia dei migranti affogati e dello scatenamento di tutte le peggiori pulsioni razziste in rilevanti parti delle grandi città del nostro paese non trovano il contrappeso di una mobilitazione che pure avrebbe anche i numeri per spazzare via le forze razziste e per stringere al collo del governo la denuncia dei crimini che esso commette e che si accinge a commettere sempre più nei confronti dei migranti e dei paesi oppressi in guerra.
Gli attacchi ostentati alla salute, all'ambiente, al territorio riempiono pagine di giornali e televisioni di testimonianze, di grida che però non producono nessun movimento reale per cambiare questo stato di cose, ma solo alimentano la antipolitica omologante che diventa sempre più il contrario di un'azione, di una politica combattiva e combattente contro la classe dominante, il suo governo trionfante.

Rispetto a questo stato delle cose, bisogna innanzitutto invertire la tendenza. Fare la lotta nel nostro campo perchè sono le posizioni dominanti nel nostro campo, la vera quinta colonna dell'azione della borghesia e del suo governo.

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