sabato 11 aprile 2015

Le ditte dell'appalto e dell'indotto Ilva ancora aspettano i soldi. Ma gli operai stanno molto peggio! E la telenovela dei soldi di RIva continua... FINO A QUANDO, OPERAI?

(da TarantoOggi) 
" Il prossimo 16 aprile a Roma presso la sede del ministero dello Sviluppo economico, ci sarà un vertice con i tre commissari che stanno gestendo l’amministrazione straordinaria dell’Ilva, le banche e Confindustria Taranto per discutere delle ditte dell’indotto e dell’appalto che vantano crediti nei confronti della vecchia Ilva Spa. Dopo i pagamenti ottenuti a settembre e dicembre scorsi infatti, alle aziende non è stato più versato nulla. Del resto, ciò che è rimasto in sospeso, è finito nella massa debitoria passiva della società Ilva spa dopo l’entrata in amministrazione straordinaria...
Lo scorso 24 marzo infatti, il giudice del Tribunale di Milano, Caterina Macchi, ha autorizzato i commissari dell’Ilva a saldare i crediti pregressi “per un importo che non superi per ciascuno di essi il 32 per cento dei crediti vantati per prestazioni rese anteriormente all’apertura della procedura e secondo tempistiche rimesse alla prudente valutazione dei commissari”. La percentuale del 32 per cento però, va intesa come tetto massimo. Non è quindi garantito che tutti avranno lo stesso trattamento... sarà dunque l’Ilva a definire le modalità di pagamento attraverso la redazione di un piano che indicherà tempi ed entità delle somme che saranno corrisposte..."
E anche non sono ancora esigibili i "35 milioni di euro destinato alle Pmi che lavorano nell’indotto Ilva, previsti dall’ultima legge sull’Ilva dello scorso 4 marzo...".
POI C'E' LA TELENOVELA DEL MILIARDO E 200 MILIONI DEI RIVA.
"...Se il gip D’Arcangelo accoglierà l’istanza dell’Ilva - (e si dovrebbe pronunciare tra un mese) - a fronte dello svincolo del miliardo e 200 milioni, l’amministrazione straordinaria dell’azienda, guidata dai commissari Gnudi, Carrubba e Laghi, emetterà delle obbligazioni di pari importo che saranno consegnate al Fondo unico Giustizia. Il sequestro si trasferirà dalle somme, attualmente in gran parte in Svizzera, alle obbligazioni. L’emissione di queste ultime servirà a vincolare l’uso dei soldi sequestrati all’attuazione dell’Autorizzazione integrata ambientale nello stabilimento di Taranto il cui costo è stimato in un miliardo e 800 milioni, di cui già 500 milioni, secondo dati dell’Ilva di qualche mese fa, già spesi o in fase di cantierizzazione.
Ma... i legali di Adriano Riva... si sono nuovamente opposti allo svincolo delle somme...
Tra l’altro, anche se Adriano Riva non avesse fatto ricorso contro il provvedimento del gip di Milano, avere nelle casse dell’Ilva il miliardo e 200 milioni di euro sequestrato non sarebbe stato facile... La novità della norma, l’inesistenza di precedenti in materia, la distribuzione delle risorse in otto trust (il “malloppo” si trova nelle casse delle banche svizzere Ubs e Aletti del gruppo Banco Popolare ed è intestato ad otto trust domiciliati sull’isola di Jersey, paradiso fiscale sotto la sovranità della corona inglese) e il fatto che non si tratta tutta di liquidità, avevano infatti delineato, già dopo la pronuncia del gip dello scorso autunno a favore dello svincolo delle somme, uno scenario complesso e noto peraltro alla stessa Ilva..."

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