sabato 18 aprile 2015

Udienza Ilva del 15: l'arroganza e il disprezzo, ma anche la realtà: "E' il capitalismo, signori..."

La stampa ha generalmente riportato le "arringhe" degli avvocati del Direttore Buffo dell'Ilva, di Archinà. Ma queste nel processo e nella realtà dello scontro di classe sono comunque delle comparse più o meno principali e sicuramente tutte colpevoli colpevoli. Ma l'"attore" è uno.
E la scena al processo del 15 aprile se l'è presa Riva!
Riportiamo in larga parte l'arringa dell'avocato di Riva Fabio, perchè questo intervento in un certo senso esprime tutta l'arroganza, il disprezzo del capitalismo, ma esprime anche una realtà che chiaramente non può essere rovesciata nelle aule di un Tribunale.
Commenteremo a parte questo intervento.

L'avvocato di Fabio Riva ha fatto un aperto attacco all'approccio intollerabile, liquidatorio, ideologico di questo processo. "Viene fatta - ha detto - una rilettura demagogica di una storia industriale, rappresentata tutta come storia criminale e non come "normale" storia industriale che è stata anche esaltante: non dimentichiamo che l'Ilva ha portato benessere, i figli potevano essere mandati all'Università..., ha portato anche una coscienza industriale che ha rimosso una coscienza di soggezione. 
Taranto era stata scelta a metà degli anni '60, 1) perchè era posta in area pianeggiante vicino al mare; 2) perchè la localizzazione nel mezzogiorno rispondeva ad una necessità di lavoro e permetteva una serie di agevolazioni contributive e fiscali; 3) la disponibilità di manodopera; dai potenti democristiani dell'epoca, i contadini facevano la fila per andare a lavorare all'Italsider.
L'Italsider è stato un grande "ammortizzatore sociale".
Qui - ha continuato - non si dice che se vuoi mettere una fabbrica siderurgica, le cozze, le pecore non ci possono stare, una produzione di mitili, casearia non può rimanere con una fabbrica siderurgica la più grande a livello europeo. Le istituzioni non si sono attivate per risolvere questa contraddizione. Ma è lo Stato che piazza l'Ilva lì dove sta. E' lo Stato che introduce "il mostro" a Taranto. 
Certo, andare a lavorare in un'acciaieria non è mai esaltante... ma di questo ci si accorge vent'anni dopo. Si parla di "associazione a delinquere" che avrebbe agito per 15 anni, e come mai per 15 anni nessuno se n'è accorto?
Nessuno comunque poteva pensare che una tale siderurgia a ridosso della città non creasse un contrasto con la popolazione. Lo Stato avrebbe dovuto creare aree di rispetto, di divieto di zone produttive abitative vicino la fabbrica. Ora, con una storia che data dal 1965, si pretende di sostenere che gli inquinatori sono i Riva...
Quindi l'avvocato ha fatto l'elogio" di Riva: Riva acquista l'Ilva che passa da 3 milioni di tonnellate a 12 milioni di tonnellate. Dal 1995 al 2010 gli investimenti sono stati di 4,4 miliardi di euro, di cui 2 per la tutela ambientale. Accusare l'Ilva di aver scelto il barrieramento piuttosto che la copertura dei parchi minerali, è un assioma demagogico, in mancanza di indicazioni normative e di dati dell'esperienza mondiale...

Sui rapporti con la politica - In maniera sprezzante l'avvocato ha chiesto: quali? quelli tra Riva e l'ultimo politicanticchio di turno? E' comico! Riva piuttosto ha dovuto subire continue richiesta dalla politica. Sull'AIA, i rapporti "inconfessabili, scandalistici" con i personaggi istituzionali e politici che vengono descritti come "faccendieri" sono avvenuti alla luce del sole. Non esiste una lobby (i Riva non agiscono per un proprio tornaconto - come invece per es. la Fiat che faceva costruire le autostrade per vendere le sue macchine), l'Ilva si rivolge alla politica per ottenerne l'attenzione visto che da anni l'Aia non viene data... 

Infine, l'avvocato, riprendendo in parte le motivazioni che furono poste alla base della richiesta di trasferimento del processo da Taranto, ha detto che questo processo porterà ad una lacerazione sociale. I giudici popolari sono anch'essi tutti potenzialmente danneggiati, questo amplierà un pathos inutile, si vedranno trasportare "carriole piene di diossina...". L'ampiezza del numero degli imputati è solo funzionale alla tesi dell'Associazione a delinquere per la ricerca del massimo profitto"... ma - come ha detto un altro avvocato - fare l'acciaio non è reato; il nostro codice non prevede che fare l'acciaio sia reato...

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