sabato 13 giugno 2015

Alessandro non ce la fatta. Siamo pieni di rabbia per questo ennesimo operaio assassinato dal sistema Ilva.

Dolore e rabbia. Un forte abbraccio alla moglie e ai figli di Alessandro dai lavoratori dello Slai cobas sc

Ilva morto operaio ustionato lunedì sera all'altoforno Taranto

16:55 12 GIU 2015

(AGI) - Taranto, 12 giu. - E' morto alle 15,50 di oggi nella rianimazione del Policlinico di Bari Alessandro Morricella, il dipendente Ilva di 35 anni rimasto gravemente ustionato lunedi' sera in un incidente verificatosi all'altoforno 2. Lo annunciano fonti sindacali. II lavoratore, dopo un breve passaggio dall'ospedale Santissima Annunziata di Taranto, era stato trasferito d'urgenza la sera stessa al Policlinico ma le sue condizioni in questi giorni sono sempre rimaste gravissime.
Morricella stava eseguendo un controllo della temperatura della ghisa quando e' stato investito da una fiammata mista a getti di ghisa. Ha riportato ustioni di terzo grado sul 90 per cento del corpo. Sull'incidente la Procura di Taranto ha aperto un'inchiesta affidata al sostituto procuratore Antonella De Luca. Diverse le persone gia' interrogate per ricostruire la dinamica dell'incidente che potrebbe essere avvenuto per un anomalo accumulo di gas nell'impianto. Ma ci sono altri punti da chiarire: per esempio, non sarebbe stata ritrovata la cover che il personale addetto a queste operazioni nell'area di colata solitamente indossa. Lo Spesal dell'Asl mercoledi' scorso ha effettuato un sopralluogo nell'area dell'altoforno 2 e ha imposto all'Ilva prescrizioni di sicurezza da attuarsi nell'arco di 60 giorni. Dopo l'incidente all'Ilva ci sono state 24 ore di sciopero. Morricella, sposato e con due figli, viveva a Martina Franca. (AGI) .  

venerdì 12 giugno 2015 Cronaca
Il fatto
L’operaio Ilva ustionato non ce l’ha fatta. E’ morto a 34 anni
Le parole del Segretario Generale Fim Cisl, Marco Bentivogli: inaccettabile morte sul lavoro

«Abbiamo appreso una notizia dolorosissima: Alessandro Morricella, il giovane ragazzo dell’Ilva di appena 34, che martedì scorso aveva subito pesantissime ustioni di terzo grado colpito da getto di ghisa, non ce l’ha fatta».
A darne notizia è il Segretario Generale Fim Cisl, Marco Bentivogli che aggiunge: «Vogliamo che sia fatta chiarezza sulla dinamica di questo incidente mortale, affinché non si ripeta mai più». 
Alessandro Morricella lascia la moglie e due figli di 6 e 2 anni. «Tutti i metalmeccanici della Fim Cisl - conclude - si stringono attorno alla sua famiglia ed esprimono il più profondo cordoglio».

...questi loschi individui che due sere fa hanno fatto i "rappresentanti dell'azienda", "convincendo" gli operai a riprendere il lavoro all'Afo 2

Di seguito la denuncia di quanto accaduto ai compagni di lavoro di Alessandro

Gli operai dell'AFO 2 protestano e i delegati sindacali fanno i rappresentanti dell'azienda

"Lavorare qui è insicuro". Dopo il sopralluogo dello Spesal, i lavoratori non volevano tornare sul campo di colata.
Ma i delegati sindacali - di cui vorremmo sapere nome e cognome - nonostante dal sopralluogo e dalle prescrizioni dello Spesal appare chiaro che mancavano importanti misure di protezione, che avrebbero salvato Alessandro - si fanno portavoci del ricatto aziendale. 
Quindi questi delegati, non hanno fatto nulla prima per controllare e imporre misure di sicurezza e continuano a coprire l'azienda dopo, giocando sulla pelle degli operai. 
Questi sindacalisti vanno cacciati!


(Dalla Gazzetta del Mezzogiorno) - "All'Ilva l’altra notte i due altiforni in marcia, il 2 e il 4, hanno rischiato di essere fermati dall'azienda a causa dell'astensione dal lavoro degli addetti all'altoforno 2, l'impianto dove lunedì sera si è verificato un grave incidente con un operaio ustionatosi e tutt'ora in pericolo di vita nella rianimazione del Policlinico di Bari. In nottata è poi intervenuto un chiarimento tra i delegati sindacali e il personale dell'altoforno 2 e quindi, intorno alle 2, il lavoro è ripreso... Sessanta giorni di tempo all'Ilva per attuare le prescrizioni di sicurezza sul piano di colata dell'altoforno 2 dopo il grave incidente di lunedì nel quale è rimasto coinvolto il 35enne Alessandro Morricella, dipendente Ilva di Martina Franca, che, investito da una fiammata mista a ghisa ad elevata temperatura, ha riportato ustioni di terzo grado sul 90 per cento del corpo. Le prescrizioni sono state fissate dai tecnici dello Spesal,.. Le misure imposte prevedono lo spostamento della postazione, da frontale a laterale, per il prelievo della ghisa al fine di controllarne la temperatura e la predisposizione di un'ampia copertura di protezione per evitare che il lavoratore addetto al prelievo - la funzione che lunedì stava esercitando Morricella quando è stato colpito - possa esser investito dal getto pericoloso di materiale incandescente. Nel fissare questi adempimenti e nel dare all'Ilva due mesi di tempo per attuarli, lo Spesal, rilevano fonti sindacali, ha detto che l'altoforno 2, nel frattempo, può stare in marcia. L'impianto era stato fermato subito dopo l'incidente. Ma mercoledì sera, apprese le prescrizioni dello Spesal, il personale addetto all'altoforno 2 si è rifiutato di lavorare restando in sala mensa. Troppo elevato il rischio, secondo loro, ma soprattutto tanta la tensione accumulata, anche sul piano emotivo, dopo l'incidente occorso al loro compagno di lavoro... È quindi partito prima un confronto tra Ilva e sindacati, poi tra i sindacati e i lavoratori dell'altoforno 2, al fine di chiarire la situazione. Secondo fonti sindacali, l'Ilva avrebbe paventato la possibilità di fermare non solo l'altoforno 2 ma anche il 4 se l'attività sull'impianto non fosse ripresa regolarmente. L'Ilva si è appellata al fatto che lo Spesal non ha bloccato l'impianto ma ha ordinato degli interventi fissando un arco temporale entro i quali eseguirli. Stesso concetto i delegati sindacali hanno poi riportato ai lavoratori dell'altoforno 2 incontrati subito dopo l'azienda. «Sul piano di colata di solito ci sono quattro addetti, ma l’altra notte - dicono i sindacalisti - se ne sono presentati in sei. Abbiamo parlato, chiarito, e alla fine, verso le 2, in quattro hanno deciso di tornare al lavoro». L'Ilva, dicono i sindacati, pur comprendendo lo stato d'animo del personale dell'altoforno 2 per quello che era successo, è stata altrettanto ferma nel dire che avrebbe fermato i due altiforni rimasti in marcia se la situazione non si fosse sbloccata. E questo, aggiungono i sindacati, avrebbe causato ripercussioni in tutto il siderurgico...".

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