giovedì 25 giugno 2015

Che successe a Manduria nell'aprile 2011

2 aprile: Libertè... Libertè

Gli avvenimenti vergognosi di questi giorni di come vengono trattati i migranti e delle loro legittime richieste, pongono l'urgenza che il governo Renzi/Alfano, invece di pensare a trattare la questione migranti come una questione militare, preparandosi a far partire una missione di guerra, dovrebbe almeno riproporre la soluzione temporanea trovata per 20mila migranti nel 2011: un permesso di soggiorno umanitario. L'ironia della sorte è che questa soluzione fu presa dall'allora Ministro degli interni Maroni... Chiaramente costretto soprattutto dalla grande e bellissima rivolta dei migranti che ci fu a Manduria il 2 aprile 2011: una rivolta frutto della forte lotta dall'esterno del campo, che vide momenti di scontro con i carabinieri e fascisti, delle lavoratrici, lavoratori, disoccupati Slai cobas e di decine di antirazzisti, solidali e della protesta dei migranti, che incoraggiati da quella lotta sfondarono i cancelli.

Riportiamo dal Dossier "Dal campo immigrati di Manduria - cronache dirette" parte del racconto di quelle giornate. 
Il Dossier si può richiedere a slaicobasta@gmail.com


"Sabato 2 aprile lo slai cobas per il sindacato di classe e proletari comunisti hanno prima nel pomeriggio partecipato alla manifestazione indetta a Manduria alle 16 - positiva perchè inizialmente avrebbe dovuto proseguire con un corteo fino al campo e perchè impediva di fatto una manifestazione di destra travestita da comitato spontaneo dei cittadini indetta per la stessa ora, questa cosa è avvenuta e si è realizzata.. un fascista ha preso anche uno schiaffo da una nostra compagna. Quando però questa manifestazione, per iniziativa di sel e federazione della sinistra si è trasformata in una manifestazione di stampo elettorale con un comizio di Vendola abbiamo invitato la piazza a spostarsi al campo; la piazza si è dimezzata e quindi siamo arrivati al campo; non certo come manifestanti del sabato sera, dato che era la terza volta in una settimana che siamo andati per rivendicare l’ingresso nel campo, riservato fino ad ora alle squallide passerelle di onorevoli di centro destra, come di centrosinistra, presidenti, e rappresentanze istituzionali.. che fanno il giro del campo superscortati, rilasciano interviste alle tv e poi vanno nei salotti di esse a ripetere il teatrino..cosa che sta sempre più indignando le popolazioni, indipendentemente dalle opinioni politiche o quelle che si hanno sulla tendopoli.

Lo slai cobas per il sindacato di classe e proletari comunisti hanno subito dopo sviluppato ai cancelli del campo la protesta contro la presenza degli elementi destra, dei comitati spontanei che fanno le ronde con presenza anche di persone della cgil Manduria con tanto di bandiere in un fronte antimmigrati minoritario in città.
La nostra protesta e solo la nostra protesta ha portato questo fronte di 20/30 persone ad abbandonare la roulotte e il presidio antimmigrati...
subito dopo abbiamo avviato la pressione e la forzatura pacifica del blocco al campo, intorno alla richiesta di aprirne le porte ai manifestanti, alle associazioni, ai cittadini di Manduria, Oria, ecc., perchè ci fosse una assemblea con gli immigrati rinchiusi, perchè si accertassero le condizioni reali del campo in materia di acqua cibo assistenza alla salute, perchè si mettessero a confronto le ragioni della popolazione e degli immigrati rinchiusi, perchè si permettesse la solidarietà umana e materiale dei tanti cittadini che vogliono portare viveri, vestiario, e altre forme di assistenza e viene loro impedito.
La nostra pressione sempre più intensa ha raccolto via via l’adesione dei numerosi antirazzisti appartenenti a varie associazioni politiche e sociali e la pressione è divenuta forte e combattiva, via via sempre più difficile da contenere dalle forze dell’ordine, con le compagne e in particolare le nostre compagne e altre donne e ragazze che hanno fatto da prima linea dell’assedio pressione verso i cordoni polizieschi che non reggevano, e mentre questo avveniva, dal campo sono cominciate a sopraggiungere le urla di protesta delle centinaia e centinaia di immigrati rinchiusi, che a loro volta hanno avviato la pressione.
La polizia in assetto antisommossa anche se poco numerosa è stata presa fra due fuochi, e a quel punto gli immigrati sono passati in massa al grido di ‘libertè libertè’, l’incontro con i manifestanti è
stato davvero entusiasmante, abbracci e grida comuni, pugni alzati e dita a segno di vittoria hanno reso questa manifestazione simile alle piazze ribelli di Tunisi e del mondo arabo.
Gli immigrati spesso prendevano ogni tipo di bandiera rossa che era presente al presidio, non certo per aderire a questa o quella organizzazione, ma per identificarsi con la protesta in corso e con il colore di essa che era rosso e proletario.

La strada è stata bloccata da questo tumultuoso corteo umano che certamente all’inizio non sapeva dove andare, dirigersi alla stazione o al paese o fermarsi là, l’indicazione di dirigersi verso la stazione e il paese era la più giusta, ma l’importante era non dividere la protesta e lasciare che si esprimesse secondo l’embrione di autorganizzazione collettiva che essa esprimeva.
Gli immigrati non fuggivano ma protestavano in massa in forma collettiva, unendosi ai manifestanti antirazzisti, ringraziandoli a gran voce per la protesta, un abbraccio solidale e internazionalista per davvero...


...L’assemblea degli immigrati, all’aperto e con la presenza di tutti, con l’intervento del Sindaco di Taranto prodigatosi per l’assistenza medica di due immigrati che si sono sentiti male, è stata convulsa
e a più voci in arabo, con la decisione finale di rientrare.. ma non certo a testa bassa, ma per pretendere cibo, assistenza, condizioni migliori, libertà.
Il sindaco assicurava che vi sarebbe stata una delegazione di controllo, cosa abbastanza fragile e impraticabile senza la presenza di massa della protesta molto più importante è stata la fraternizzazione di massa durata ore tra immigrati, manifestanti, cittadini con scambio di cose, informazioni, indirizzi...

NEI GIORNI SUCCESSIVI

...Sembra in alcuni momenti che le parti si siano invertite, ora sono gli immigrati ad “accogliere” gli italiani. Ieri fuori dal campo, nei prati antistanti dove ormai stanno gli immigrati noi, la delegazione dello Slai cobas per il sindacato di classe e di Proletari comunisti, come altri compagni, siamo stati accolti con gioia, abbracci, calorose strette di mano; ed erano loro che ci offrivano l’acqua, i mandarini, ecc.
Ieri alle 15 era indetta una manifestazione antirazzista a livello regionale. La polizia, nonostante il divieto di manifestare fatto dal prefetto di Taranto, ha fatto un blocco soft soprattutto verso le macchine; un tentativo di indurirlo verso realtà che provenivano dal brindisino è stato subito sventato dalla protesta dei compagni.
Appena arrivati gli immigrati ci hanno aiutato a fare gli striscioni, poi appesi sul muretto di cinta del campo, insieme a una strisciata di foto della rivolta di sabato 2 aprile – molto apprezzata dagli
immigrati...
Negli striscioni e nel mini volantino, entrambi in francese, erano sintetizzate, insieme alla ripresa degli obiettivi (permesso di soggiorno per tutti – niente espulsioni, niente detenzione – libertà
di circolazione), le parole d’ordine di questa fase: “La lutte a commencé à gagner, mais nous devons continuer pou les papier ed les drois a vivre ed travailler” - “Liberté! Unitè travailleurs immigrès / travailleurs italiens”...
...La realtà del campo di Manduria continua ad essere diversa. Gli immigrati esprimono un livello di coscienza politica e sociale, di visione e risoluzione collettiva nella attuale situazione, della
necessità della lotta collettiva – da riprendere se necessaria...
Anche singoli episodi di atteggiamenti sbagliati con le popolazioni locali (ma stiamo parlano di 2 immigrati, che invece la stampa amplifica in maniera assurda e anche falsa), vengono condannati e bloccati dagli stessi tunisini.
Chiaramente sabato 2 aprile è stato il punto importante di svolta.
E l’intreccio tra “scintilla esterna” nostra e area di compagni e lotta interna continua a produrre una situazione che fa di Manduria un esempio diverso e positivo.
E’ la rivolta collettiva di sabato scorso e questo intreccio che soprattutto hanno permesso di trasformare da un giorno all’altro la situazione...

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