mercoledì 16 dicembre 2015

Gli atti della Commissione parlamentare sulla morte della bracciante Paola di S. Giorgio ora scoprono (!?) come ci si ammazza di lavoro e come si muore in campagna

Paola Clemente quel giorno era partita alle 3,10, insieme ad altre braccianti, per raggiungere il luogo di lavoro dopo quasi 2 ore e mezza, alle 5,30, facendo un viaggio di 150 Km.
Già durante il viaggio Paola non si sente bene, ma appena arriva deve lavorare. Alle 7,30 ha un malore. Le sue colleghe le prestano i primi soccorsi. Solo tempo dopo arriva un'ambulanza, ma non ha le attrezzature adeguate, quindi si attende una seconda ambulanza. E, intanto, Paola muore! Poteva essere salvata.

Ma dietro vi è soprattutto la tragica "normalità" di essere considerate braccia, corpi che devono lavorare a più non posso;
vi è il nuovo caporalato delle moderne Agenzie interinali, che si comportano esattamente come i caporali, solo con un giro di molti più soldi dato che "manovrano" anche 6000 braccianti, come l'Agenzia Inforgroup di Paola - ma queste Agenzie sono "legali" anche per le Istituzioni...;
vi è l'estrema stanchezza di fare ogni giorno circa 5 ore di viaggio;
vi è la fatica di dover lavorare per ore ed ore in piedi, con le braccia alzate, con una temperatura quest'estate di 40 gradi che diventavano 50 sotto i teloni, respirando i veleni...

Vi sono i grandi padroni che morta una bracciante ne prendono un'altra...

Ma contro tutto questo non sarà certo una commissione parlamentare che serve, ma la ribellione e la lotta delle braccianti!


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