lunedì 7 dicembre 2015

Ilva - NO a tagli di migliaia di posti di lavoro!

(da Sole 24 Ore) - "...I commissari dell’Ilva sono al lavoro sul testo del provvedimento che, con procedura di evidenza pubblica, metterà l’azienda sul mercato concludendone la cessione entro giugno 2016...
Lo schema prevede che il gruppo Ilva vada sul mercato in modo unitario, ovvero gli stabilimenti di Taranto, Genova Cornigliano e Novi Ligure insieme, e che Cassa depositi e prestiti entri nell’operazione con una partecipazione di minoranza a garanzia dell’interesse pubblico. Accanto a operatori del settore, da Marcegaglia ad Arvedi, da Duferco ad Amenduni, ci potrebbe anche essere il coinvolgimento di fondi di investimento per la parte finanziaria.

Si punta a salvaguardare tutti i posti di lavoro (11mila a Taranto, 16mila nel gruppo)... ma non si può nemmeno escludere un taglio di qualche migliaio di unità da fronteggiare con gli ammortizzatori sociali... Le passività resteranno in carico all’amministrazione straordinaria tranne, forse, una quota più recente che verrà caricata sui soggetti che subentreranno...
A ciò si aggiunga che l’azienda ha manifestato «indilazionabili esigenze finanziarie» che hanno portato il Governo ad erogare un prestito di 300 milioni. Il decreto, quindi, dovrebbe permettere di centrare più obiettivi: ridefinire il percorso da seguire nei prossimi mesi, sbloccare subito nuova liquidità, ma soprattutto mettere nelle mani del Governo un’arma in più per controbattere all’eventuale contestazione dell'Unione Europea a proposito degli aiuti di Stato. In pratica, il messaggio per Bruxelles è che lo Stato garantisce sì sostegno all’Ilva, ma comunque l’azienda tra poco più di sei mesi starà nelle mani dei privati e che l’arrivo sul mercato è vincolato a una tempistica precisa.
Invece, a proposito della possibilità che gli aggiudicatari possano proporre una nuova Autorizzazione integrata ambientale in relazione al piano industriale che sarà presentato... si seguirà la stessa procedura applicata per l’attuale piano ambientale in modo da evitare le lungaggini di una nuova Aia. E modifiche sulla parte ambientale, si osserva, potrebbero esserci qualora chi subentra dovesse proporre cambiamenti di ciclo produttivo, innovazioni o anche, come si è ipotizzato, l’utilizzazione in parte del preridotto..."

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