(Da Sole 24 Ore) - La Commissione Ue apre un’indagine approfondita per sospetti aiuti di Stato nei confronti dell’Ilva. La decisione è stata approvata ieri dal Collegio dei commissari riunito a Strasburgo e sarà ufficializzata oggi. Oggetto dell’indagine è una parte dei fondi stanziati in questi anni dal Governo (nel mirino una somma di circa 2 miliardi) per la ristrutturazione e il rilancio del gruppo siderurgico. i commissari sono consapevoli del fatto che non sia immediatamente distinguibile in questo momento quanta parte del denaro stanziato dal Governo sia stato concesso per il risanamento ambientale e quanto invece per la parte industriale. gli aiuti all’Ilva di Taranto possono essere accettati dall’Unione europea solo nella misura in cui siano finalizzati a mettere in regola l’azienda riguardo alle norme sulla protezione ambientale, e non se invece utilizzati per un aggiornamento tecnologico degli impianti.
Lo stesso commissario, in una lettera al sottosegretario agli Affari europei, Sandro Gozi ha ribadito la propria «consapevolezza dell’urgente bisogno di disinquinamento sia all’interno dell’Ilva che nell’area adiacente di Taranto», dicendosi «a favore del supporto pubblico per il disinquinamento del sito e dell’area circostante». Una posizione confermata anche dagli uffici di Federacciai, che in queste settimane hanno raccolto un dossier in grado di evidenziare questo tipo di prassi giurisprudenziale in recenti decisioni a livello comunitario.
L’Italia, in sintesi, può sostenere l’opera di risanamento ambientale nel sito di Taranto con fondi pubblici, purchè e nella misura in cui queste risorse siano poi restituite da chi sarà riconosciuto responsabile dell’inquinamento.