martedì 12 gennaio 2016

Ilva: ora si chiamano "esuberi temporanei", ma rischiano di diventare presto "definitivi"

Cosa si aspetta ancora? Basta con incontri, è tempo di passare alla lotta

A Genova ieri i lavoratori dello stabilimento Ilva sono scesi in strada e hanno occupato il municipio. 
A Taranto nelle stesse ore si discuteva del futuro del gruppo industriale.
Dall’incontro di Taranto tra Ilva e sindacati – convocato per discutere della proroga dei contratti di solidarietà – è emerso che l’azienda è intenzionata a procedere a 3.519 “esuberi temporanei” nello stabilimento di Taranto. Si partirà a marzo e si proseguirà per 12 mesi, andando a interessare una platea di 11.033 lavoratori. La produzione giornaliera sarà di circa 17 mila tonnellate di acciaio rispetto alle 30 mila producibili in pieno assetto. "Ciò – spiega l’azienda nel documento consegnato ai sindacati e reso noto dall’Ansa – porterà a una ridotta alimentazione dei reparti a monte e a valle dell’acciaieria di Taranto e delle altre unità produttive".

Vi sarà una nuova riunione mercoledì pomeriggio a Roma, nelle sede dell’Anci, a cui parteciperanno tutti i sindaci dei Comuni sedi di stabilimenti Ilva, come Taranto, Genova, Racconigi e ovviamente Novi.
Il sindaco di Novi Ligure dice: "Per prima cosa chiederemo un incontro con il governo e con i commissari aziendali... vogliamo capire con quali modalità si arriverà alla cessione dell’azienda: se mantenendo gli stabilimenti in efficienza o se invece riducendo la produzione e tagliando la manutenzione, come pare stia accadendo".
E la Fiom aggiunge: "Il bando di vendita è scritto in maniera molto fumosa e non dà garanzie sui livelli occupazionali. Così come non dà garanzie su un'eventuale vendita del gruppo 'a pezzi', con la cessione di singoli impianti".

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