martedì 12 gennaio 2016

Morire sulle nostre coste pugliesi...

(da Il Manifesto) - "Scaraventata in acqua dagli scafisti a pochi metri dalla costa. E’ morta così una donna somala di 33 anni. A trovare il suo cadavere, tra gli scogli di Fellande, in Salento, è stato ieri un pescatore. Altre 37 persone, tutte di nazionalità somala, sono state salvate, cinque delle quali sono state ricoverate per ipotermia e contusioni.
Non hanno pietà gli scafisti che approfittano della disperazione dei migranti per i loro affari. Il semicabinato sul quale il gruppo di ha attraversato il mare Adriatico era partito due giorni fa dalla Grecia diretto in Puglia. A bordo 43 persone, 23 delle quali donne e qualche bambino, uno dei quali, un bimbo di appena un anno, è ora ricoverato in condizioni gravi. Molti migranti, dopo aver percorso a nuoto gli ultimi metri che li separavano dalla salvezza, sono stati ritrovati al mattino dai militari sulla spiaggia di Marina di Novaglie, in provincia di Lecce e sono stati trasferiti nel centro di accoglienza «Don Tonino Bello» di Otranto. Fino a ieri sera sono proseguite le ricerche delle quattro persone che ancora risultavano disperse.
Quello avvenuto in Puglia non è stato purtroppo l’unico naufragio della giornata. Un altro si è verificato nelle acque del mar Egeo tra Turchia e Grecia, e ancora una volta tra le vittime — di origine afghana — si contano donne e bambini. La tragedia è avvenuta al largo della località costiera Ayvacik, in Turchia, da dove l’imbarcazione con 16 afghani a bordo era partita diretta alle isole greche. Il naufragio si è verificato duecento metri dalla coste turche e ha provocato la morte di due donne di una bimba di 5 anni".
A fronte di queste morti, l'Europa imperialista si preoccupa solo di sollecitare il governo turco a un maggiore impegno nel fermare le partenze dei migranti. E cosa vuol dire "fermare", i tragici racconti dei migranti lo spiegano: essere incarcerati o uccisi, o, bene che vada, di essere ricacciati nei paesi da dove sono fuggiti.

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