domenica 7 febbraio 2016

Ilva, USB aderisce allo sciopero del 10, ma è la solita storia: scioperi di routine, senza blocchi e senza creare problemi alla fabbrica e pesare sulla città. Ma che senso ha? Gli operai devono capire che solo con una rivolta bloccando fabbrica e città senza fermarsi, sarà una lotta vincente

Si a partecipazione di Usb  vuole essere un chiaro segnale di ricerca dell’unità sindacale e soprattutto il tentativo di dare una scossa in positivo alla infinita frammentazione di cui questa città soffre e in cui il governo sguazza – commenta Francesco Rizzo, dirigente provinciale al termine del direttivo che si è tenuto ieri mattina.
Mentre a Taranto si continua a litigare su cosa sia giusto fare, la fabbrica cade a pezzi, l ‘indotto o quel che resta di esso, sta collassando e il futuro che si prospetta è tutt’altro che roseo, bonifiche e salute sono state cancellate dalle priorità. Il governo con l’ultimo decreto ha semplicemente detto che non ci sono garanzie per le  bonifiche e per la salute, che  non si attuerà l’ ambientalizzazione e nessuna garanzia occupazionale, ignorando tutte le posizioni di chi sostiene la Nazionalizzazione – riconversione,  la privatizzazione, fino ad arrivare a coloro che sostengono  la chiusura. Per tutti questi motivi saremo presenti al corteo silenzioso che muoverà dal ponte di pietra fin sotto la Prefettura senza nessun blocco e senza creare nessun disservizio alla città,  ma facendo capire con un rigoroso silenzio che siamo parte integrante della città e non antagonisti ad essa – va avanti Rizzo -. Al Prefetto consegneremo un documento in cui rimarcheremo la contrarietà e le contraddizioni contenute nell’ ultimo decreto. Auspichiamo che questo possa essere il primo passo per riavviare un dialogo corretto con il mondo politico-istituzionale,  dell’associazionismo e sindacale che a Taranto manca da troppo tempo e che finora ha permesso al Governo di prendere decisioni senza tener conto delle voci in campo e soprattutto della città”.

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