sabato 2 aprile 2016

Brindisi: i migranti non hanno diritti, non hanno neanche dove dormire. Non devono protestare sono buoni solo per essere sfruttati come braccianti per un euro all'ora!

Decine di migranti davanti al Comune. "Non cacciateci dal dormitorio"
Diverse decine di extracomunitari, ospiti del dormitorio di via Provinciale per San Vito, si sono presentati davanti Palazzo di Città. Una manifestazione nata sia per opporsi all'eventualità che la struttura venga chiusa, sia per protesta contro gli orari di fruizione del centro

BRINDISI - Diverse decine di extracomunitari, “ospiti” del dormitorio di via Provinciale per San Vito, si sono presentati, questa mattina (1 aprile), davanti Palazzo di Città, in piazza Matteotti.
Una manifestazione nata sia per opporsi all'eventualità che la struttura, a causa delle condizioni di degrado in cui versa e al numero eccessivo di migranti ospitati, venga chiusa, sia per protestare contro la rigidità degli orari di entrata ed uscita che regolano la fruizione
dell’edificio, gestito dalla società cooperativa “La Città dei servizi”. Orari (l’uscita è prevista alle ore 7 mentre il rientro è permesso solamente dopo le 21, ndr) che cozzano con le necessità lavorative dei migranti, quasi tutti impiegati in lavori nelle campagne del brindisino, che si trovano, una volta finito di lavorare, chiusi fuori dal dormitorio.
“Vogliamo restare non sappiamo dove andare”, poche parole, scritte in rosso su un grande lenzuolo bianco, che due giovani migranti nordafricani hanno mostrato a chi, questa mattina, si è trovato ad assistere alla manifestazione. Sul posto sono intervenuti agenti della Digos, due pattuglie dei carabinieri e numerosi agenti della polizia municipale del Comando di Brindisi, non si sono comunque registrati momenti di tensione.migranti manifestazione 1-2. Una delegazione ha chiesto di poter incontrare il commissario straordinario, Cesare Castelli, per poter affrontare e risolvere le sopracitate problematiche, visto che  il Comune, è proprietario dello stabile.

Quello di oggi è solo l’ultimo di numerosi episodi che hanno segnato la storia del dormitorio. Il capannone di via Provinciale per San Vito inizia ad accogliere nel 2004 numerosi richiedenti asilo eritrei; una soluzione di comodo risultata, dopo una chiusura temporanea del centro di Restinco e dopo il passaggio di quest’ultimo da Cie, centro di identificazione ed espulsione, a Cara, centro di accoglienza per richiedenti asilo, indispensabile per risolvere il problema migranti.
Nel 2012 la struttura, in mano alla Caritas di Brindisi, viene sgomberata, troppo fatiscente e troppi i cittadini extracomunitari (200 invece degli 80 permessi, ndr) che usufruivano dell’alloggio.
Una situazione che, complici i numerosi appelli lanciati dall’Ufficio Migrantes Diocesano e l’imminente campagna elettorale, si risolse con lo spostamento dei migranti nel quartiere Perrino; in un primo momento si pensò di allestire una tendopoli all’interno del campo di calcio del villaggio San Pietro, soluzione accantonata a causa delle condizioni del terreno (provvidenziale fu, infatti, un temporale che allagò in poco tempo il campo che doveva ospitare la tendopoli).
Si optò quindi per ospitare i circa 80 extracomunitari in una edificio in via Sele che, anni addietro, ospitava una scuola. Si trattava di una soluzione temporanea. I migranti infatti sarebbero tornati nel dormitorio di via Provinciale per San Vito una volta finiti i lavori di ristrutturazione del capannone.Il dormitorio di via Provinciale San Vito
A fine marzo del 2013, alla presenza dell’allora sindaco Mimmo Consales, venne inaugurato il “nuovo” dormitorio. Un restyling costato all’Amministrazione ben 200 mila euro, una grossa cifra, soprattutto tenendo presente che, ancora prima che gli ospiti del dormitorio prendessero possesso dello stabile, vennero notate dei problemi strutturali, all’interno infatti vi erano delle infiltrazioni di acqua piovana.

Dall’inaugurazione ad oggi sono stati numerosi i blitz e i controlli da parte delle forze dell’ordine: in ultimo il blitz del 3 dicembre 2015 condotto dal personale della Digos, con il supporto delle unità cinofile e degli uomini del Reparto di prevenzione Crimine e quello, portato a termine il 3 marzo del 2016, della polizia municipale e richiesto dal commissario straordinario Castelli. Un controllo, per identificare le persone ospitate nel centro e appurare l’effettiva fruibilità dell’immobile, che ha evidenziato come nel dormitorio trovino alloggio più persone del dovuto e come la struttura si trovi in uno stato di assoluto degrado.
(Gianmarco Sciarra)

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