martedì 26 aprile 2016

Comunicato stampa dei lavoratori della Taranto Isolaverde Spa

I lavoratori della Taranto Isolaverde spa, in attesa di ricevere le lettere di licenziamento intendono replicare a quanto emerso nel corso della trasmissione Quindici sera del 22/4 u.s.
I lavoratori giovedì 21/04 u.s. si sono recati a Massafra, comune che il presidente Tamburrano amministra da sindaco, per protestare contro i licenziamenti determinati da errori madornali commessi da una classe politica, amministrativa e dirigenziale incapace di gestire e risanare un’azienda pubblica, nonostante due anni di cassa integrazione e altri due di contratto di solidarietà. E’ surreale che il Presidente affermi che i lavoratori hanno solidarizzato con lui. Equivale a dire che lavoratori, che in questi anni hanno subito ogni sorta di umiliazione e che non percepiscono lo stipendio da un anno, si siano recati a Massafra per dire che è giusto che li licenzino. Ma… scherziamo?!?

Ma veniamo ai fatti. Dopo mesi di proteste, presidi e atti dimostrativi, i dipendenti di
Taranto Isolaverde spa si sono guadagnati un tavolo tecnico composto da Prefetto, Provincia, Comune, Regione, azienda e parti sociali dove individuare le possibili soluzioni per risolvere il problema. E’ emerso immediatamente che per far ripartire la società, grazie a cospicui aiuti messi in campo dalla Regione, era necessaria l’uscita dallo stato di liquidazione e che nel frattempo, per sostenere i lavoratori, occorreva mettere in campo istituti come quelli del distacco presso altre aziende o l’attivazione della clausola sociale. E’ stato in questo contesto che il Presidente Tamburrano ha dichiarato che se il restauro del Palazzo degli Uffici fosse stato finanziato con fondi Cis, un minuto dopo con un atto di volontà politica avrebbe convocato il Consiglio provinciale e svincolato € 2.800.000 per destinarli al rientro in bonis della società. E’ per questo, considerato che il tavolo istituzionale tardava a deliberare la presa in carico del restauro del Palazzo degli Uffici, che i lavoratori hanno accettato la sospensione non retribuita pur di non essere licenziati. Un ulteriore sacrificio, pur di salvare il posto di lavoro.
Le argomentazioni messe attualmente in campo dal Presidente Tamburrano appaiono del tutto pretestuose in quanto, da politico navigato qual è, non è credibile che a novembre potesse pensare che i fondi Cis sarebbero arrivati contestualmente alla decisione di prendere in carico il restauro del Palazzo degli Uffici.
I lavoratori di Taranto Isolaverde spa hanno seguito con rabbia e disperazione la trasmissione andata in onda su Studio 100. E anche con senso d’impotenza, perché non potendo intervenire, non potevano porre le domande vere, quelle che un conduttore più preparato sulla questione e sensibile alla problematica avrebbe posto.
1. Se non intendeva salvare Taranto Isolaverde spa, perché proporre ai lavoratori cinque mesi di sospensione non retribuita, che oltretutto andranno a decurtare in modo significativo la Naspi? E non desse la colpa ai sindacati, anzi a certi sindacati come dice lui, perché sono sue le dichiarazioni in Prefettura che hanno spinto i lavoratori su questa strada;
2. Il Presidente ha dichiarato che da maggio 2015 non è in condizione di erogare tutti quei servizi che competono all’Ente che amministra e per i quali i cittadini pagano le tasse. Che fine hanno fatto i fondi che la legge di stabilità gli aveva assegnato per amministrare? E le tasse di scopo? Perché non si dimette?
3. Perché per effettuare le pulizie negli uffici dell’Ente non ha utilizzato la clausola del distacco come prevedeva il protocollo d’intesa siglato il 25/11/2015 e ha permesso che i suoi dirigenti affidassero lo svolgimento del servizio ad una ditta che si è servita di operai propri?
4. Che senso ha affermare di aver rispettato il patto di stabilità se si distrugge la vita di 215 dipendenti di una società di cui l’ente che amministra è proprietario al 100%?
5. Atteso che il Comune circa due anni fa ha ceduto alla Provincia il servizio di verifica degli impianti termici del comune di Taranto con l’intento di favorire il salvataggio di Taranto Isolaverde Spa e considerato che nella trasmissione lei ha dichiarato che in questo frattempo servizio è stato svolto, chi se n’è occupato, visto che non è stato svolto dai dipendenti di Taranto Isolaverde spa? Perché nello stesso periodo detti lavoratori sono stati tenuti in contratto di solidarietà e altri addirittura in “sospensione retribuita” quando invece avrebbero potuto lavorare proficuamente nell’interesse proprio, dell’azienda e della collettività?
Si resta basiti di fronte ad un presidente che candidamente parla di “chiacchiere della politica”. Essendo lui stesso un politico, per la proprietà transitiva, si autodefinisce un chiacchierone? E mentre la classe politica e dirigente chiacchiera, discute, progetta, ipotizza e si parla addosso, 215 famiglie sono sul lastrico per mano di un Ente pubblico, di chi lo amministra e di chi lo rappresenta.

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