venerdì 13 maggio 2016

Deportazione di tipo nazista dei migranti da Ventimiglia per finire il loro viaggio all'Hotspot di Taranto

Sgombero a Ventimiglia, via 50 migranti. No borders: «Una deportazione»

Sgombero a Ventimiglia, trasferiti 50 migranti

Ventimiglia - Il questore Leopoldo Laricchia lo aveva annunciato già domenica scorsa, all’indomani della visita del ministro dell’Interno Angelino Alfano: «I migranti saranno trasferiti da Ventimiglia». Ma l’operazione è arrivata comunque a sorpresa, nella tarda mattinata di ieri, nei modi e nella sostanza, sorprendendo anche i solidali del “Presidio No borders” che pure i migranti accampati a Ventimiglia li guardavano a vista da giorni. Ad essere accompagnati lontano dalla città di confine, sull’onda dell’imperativo dello stesso inquilino del Viminale, convinto che fosse necessario far comprendere «che da Ventimiglia non si passa», sono stati infatti una cinquantina di persone: 35 migranti respinti dalla Francia e 15 migranti rintracciati in città dalla polizia.
Radunati nel centro di cooperazione di Ponte San Luigi, la vecchia frontiera che domina dall’alto il più importante valico di San Ludovico, 50 extracomunitari sono stati fatti salire su due grossi pullman di linea presi a noleggio. E da qui trasferiti a Genova, insieme ad altrettanti poliziotti e carabinieri, prima della destinazione definitiva: i più “fortunati” nei “Cara”, i centri per i richiedenti asilo; gli altri, respinti direttamente al paese di provenienza o momentaneamente ospitati nei “Cie”, per le procedure di identificazione ed espulsione.
Un gruppo di profughi alla stazione
La discriminante tra i due gruppi l’aveva già ribadita lo stesso Alfano a Ventimiglia: a chiedere asilo potranno essere solo i migranti provenienti dai paesi di guerra, Siria e Stati del Corno d’Africa, mentre i migranti economici dovranno essere rimpatriati. In una città apparsa ieri blindata solo nell’area attorno al confine, per impedire l’arrivo di persone estranee, il sentimento è duplice: sollievo ma anche rammarico per quello che per decine di giovani uomini con storie dolorose alle spalle, rappresenta il fallimento di un sogno.
Il pulmann scortato dalla polizia
Non ci sono state ribellioni da parte dei migranti che ieri sono stati fatti salire sui pullman, solo passi strascicati: dai mezzi della “Paf”, la polizia di frontiera francese, a quelli che li hanno portati indietro. E sguardi persi nel vuoto. Chiuso il centro di assistenza della Cri, in cui i migranti in cammino non hanno mai voluto entrare per non dover chiedere asilo in Italia, complice l’accordo di Dublino, sgomberata da tende e coperte già mercoledì mattina anche la spiaggia alla foce del Roia dove si erano accampati, gli extracomunitari hanno trovato rifugio nei luoghi ancora più impervi. Sotto i piloni della sopraelevata, negli anfratti più nascosti tra la vegetazione del fiume.

Parlano di veri e propri «rastrellamenti e deportazioni», i “No Borders”, che hanno annunciato per domenica una manifestazione di protesta contro il “Piano Alfano”.

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