giovedì 30 giugno 2016

FORMAZIONE RIVOLUZIONARIA DELLE DONNE: CHIANG CHING - 2° parte



femminismorivoluzionario.blogspot.it/2016/06/formazione-rivoluzionaria-delle.html?m=1

La voce delle lavoratrici degli asili

GIOVEDI' ROSSI - SULLA CRISI DELLE BANCHE... MA IL CAPITALISMO FUNZIONA COSI' - USARE "L'IMPERIALISMO" DI LENIN PER CAPIRE AVVENIMENTI ODIERNI

Pubblichiamo stralci di un lungo intervento inviatoci dall'Avv. Enzo Pellegrin e pubblicato sul sito www.resistenze.org - osservatorio - italia - politica e società - 28-12-15 - n. 571.
L'Avv. Pellegrin di Torino è tra i legali delle parti civili di operai Ilva, lavoratori cimiteriali, cittadini dei quartieri inquinati nel processo Ilva che si tiene a Taranto


La libertà di impresa che uccide la libertà
Enzo Pellegrin

Sullo scandalo banche si potrebbe azzardar a dire che lo sviluppo della vicenda abbia perfettamente seguito il percorso gradito al potere ed al capitale.
Si potrà obiettare che lo scandalo è venuto alla luce, che il partito di regime è stato costretto al salvataggio vergognoso di un ministro colto in un più che sgradevole conflitto di interesse, che i risparmiatori si stanno "organizzando" supportati dalle onnipresenti opposizioni, che la Procura sta indagando, che insomma i corrotti, se non ancora puniti, sono identificati, che il re è nudo….
Proprio quest'ultimo punto consente di affermare che il giudizio di cui sopra è vero.
Se la ragione di scandalo delle banchette del centro Italia sarà stata individuata solamente nelle patologie della mancata vigilanza, nei conflitti di interesse tra gestione della banca e clientele politiche e non, insomma, nella malagestione e nella corruzione, allora il capitale ancora una volta avrà vinto.
Nessuno si è infatti chiesto se una dinamica come quella verificatasi nella crisi di Banca Marche, Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio, CariChieti e Cassa di Risparmio di Ferrara, col sacrificio dei risparmiatori che ne è seguito, non fosse indicativa di un andamento fisiologico del sistema, uno sviluppo necessitato e voluto dalle forze economicamente egemoni e dai centri di potere ad esse strumentalmente legate. In poche parole: il capitalismo funziona così.
Il fallimento o l'emarginazione economica delle microbanche locali od il loro nuotare in ogni anfratto illegale per raggiungere la salvezza non è nient'altro che il funzionamento del corpo, non la malattia.
Soprattutto quando ciò avviene in una fase economica fortemente globalizzata, in cui non solo il capitale finanziario è in grado di essere egemone di fatto, ma ha al suo servizio organizzazioni burocratiche sovranazionali che impongono lo ius capitalis, anche, in luogo ed al di sopra dei diritti dell'uomo, dei popoli, degli stati.
Per chi correttamente fa uso del marxismo, questi fenomeni - spesso erroneamente catalogati come "neoliberismo" o capitalismo tossico o cattivo - altro non sono che la fisiologia della "fase suprema dello sviluppo capitalista", analizzata ed indicata da Vladimir Lenin come "Imperialismo".
Egli riassumeva i cinque noti "contrassegni" di tale fase, individuandoli nei seguenti : "1) la

A proposito dell'assemblea in p.zza di martedì 28 - noi vogliamo una manifestazione cittadina perchè il 10° decreto decadi - Vogliamo l'unità con gli operai ilva contro decreto e svendita, per lavoro e salute - Vogliamo uno sciopero generale che blocchi la città contro governo, padroni e sindacati confederali complici di padroni e governo. Vogliamo una partecipazione di massa alle sedute del maxi-processo Ilva nell'ultima settimana di luglio - Ma le forze e i cittadini in piazza, parlano purtroppo d'altro...

Presenti: P.D , Comitato di quartiere, Rifond. com , Marescotti, Dott.sa Moschetti, ARCI, Liberi e pensanti, Ex Cloro.
Ord. del giorno: 1) diritti negati, 2) argomenti di riconversione. 
Interventi: bisogna creare sportello, ognuno mette quel che vuol mettere.
La prossima settimana bisogna aprire di più la pagina perchè le assemblee non saranno sempre e solo di martedì
Sondaggio: gli argomenti più gettonati sono urbanistica e spazi sociali, turismo e economia del mare. Su questo bisogna fare richieste al comune.
Luigi (il ragazzo aggredito perchè i gestori del bar non volevano esporre la sua locandina) dice che si è scelto di fare il gay-pride perchè si vuole dare voce a Taranto.
Dott.sa Moschetti: "segnaliamo che il vento che spira dall'area industriale incrementa le polveri e di conseguenza la mortalità. Confermato che per i sei giorni successivi (al vento), le persone , sopratutto quelle più fragili sono più esposte alla mortalità. L'USL ha prodotto un documento che dice: i Tamburi, popolazione di suo più sensibile, quando spira il vento devono usare delle cautele, ed è il comune che dovrebbe avvisare la popolazione, ma non risulta aver avvisato nessuno, perchè??? Chiediamocelo!!
Marescotti : "quando tornate a casa scrivete al sindaco e mettete il sito dell'ARPA, la mail può essere protocollata, chiedetevi, perchè non è stato comunicato niente? Scrivere al sindaco è importante perchè prima o poi, i nodi vengono al pettine. E i nodi
sono i MORTI."
Ultimo intervento di Giuseppe Portacci (Vivere di mare)

Ilva - assemblee USB - informazioni avute dai lavoratori presenti - nei prossimi giorni commento

Oggi a Bari manifestazione dei lavoratori delle campagne immigrati - da Taranto delegazione di lavoratori e migranti slai cobas per il sindacato di classe - info 3475301704

mercoledì 29 giugno 2016

Il sindaco sentito come teste a un processo alla lotta dei disoccupati dice falsità e fesserie

Lunedi scorso, si è svolta al tribunale di Taranto l'udienza del processo a una decina di disoccupati che furono denunciati dal nostro "beneamato" sindaco Ippazio Stefano perché nel 2010 i Disoccupati Organizzati Slai cobas per il sindacato di classe, in lottato quotidianamente per un lavoro dignitoso, con un sindaco sempre introvabile, lo andarono a trovare vicino la sua casa, giusto per vedere se viveva ancora, era partito all'estero...

All'udienza di lunedì, il sindaco in evidente stato confusionale interrogato dall' avv. della difesa sulla presunta invasione dello spazio antistante la sua abitazione da parte di alcuni disoccupati (ma è una strada normale, pubblica, non una sua depandance...), a domanda precisa se avesse lui personalmente visto i disoccupati sotto la sua abitazione ha risposto di No, ma, giusto per attaccare i Disoccupati in lotta, ha cominciato a farneticare, a parlare in gnerale, lamentandosi di fatti, manifestazioni al Comune, che nulla c'entravano con il caso oggetto del processo, accusando  i disoccupati di ogni nefandezza, e  di persecuzioni alla sua persona.

Il nostro bravo sindaco non avendo argomenti validi ha ritenuto di fare accuse a casaccio.

Ci rivredemo alla prossima udienza del 17 ottobre 2016

DISOCCUPATI ORGANIZZATI SLAI COBAS per il sindacato di classe

Marx sui produttori siderurgici: “Hanno da fare ben altro che produrre acciaio! La produzione dell’acciaio è un semplice pretesto per la produzione del plusvalore”


...........Cosa significano questi piani per i lavoratori: tagli di posti di lavoro, più produttività, cioè più sfruttamento, perchè la diminuzione del profitto a causa del restringimento dei mercati, venga compensata da un maggiore pluslavoro.
E’ in corso una guerra all’”ultimo sangue” tra capitalismi, in cui le riprese possono essere momentanee, prima di una nuova e più grave crisi.
Ma il problema chiaramente non è la sovrapproduzione perchè non ci sarebbe consumo, ma una sovrapproduzione frutto della legge del capitale della produzione finalizzata solo al profitto - come disse Riva all’inizio dell’attuale crisi: io preferisco tenere bloccato l’acciaio nei piazzali piuttosto che abbassarne il prezzo

Bari la marcia di protesta degli eritrei del Cara "fateci lasciare l'Italia"


Trecento ospiti del Centro richiedenti asilo di Bari hanno bloccato la strada davanti alla struttura a pochi metri dall'aeroporto di Palese: un modo per protestare contro le lungaggini burocratiche
(La repubblica) 28 Giugno 2016
Una marcia pacifica per chiedere di poter raggiungere altre nazioni europee come promesso da mesi. Trecento eritrei ospiti del Cara, il Centro richiedenti asilo di Bari, hanno bloccato la strada davanti alla struttura a pochi metri dall'aeroporto di Palese: un modo per protestare contro le lungaggini del programma di relocation che li ha portati temporaneamente nel capoluogo pugliese prima di essere trasferiti in altri Paesi.

Il Cara di Bari da qualche mese è diventato un hub nazionale, scelto insieme con altri centri per il programma di smistamento dei migranti in tutta Europa. Attualmente la struttura ospita circa 900 eritrei (sul totale di 1.500 migranti) inseriti nella relocation. Sono stati proprio loro a organizzare la manifestazione di protesta con una marcia dalla zona industriale al Cara.

"La situazione era sotto controllo", assicura la direzione del centro. Sono intervenute le forze dell'ordine anche per evitare eccessivi disagi al traffico. Lo scorso 21 giugno il quadro di San san dalla Basilica aveva raggiunto il Cara, accompagnato dal priore Ciro Capotosto, per inaugurare la ludoteca destinata a un centinaio di bambini eritrei arrivati a Bari proprio grazie al programma di relocation. La visita era stata anche occasione per analizzare i numeri dei trasferimenti: in Italia su 40mila migranti coinvolti, soltanto un decimo avrebbe raggiunto la destinazione finale.

martedì 28 giugno 2016

Il 7 luglio fiaccolata in ricordo di Federica e Andrea assassinati ferocemente da Luigi Alfarano

Una fiaccolata per Federica e Andrea Il 7 luglio corteo
Le lavoratrici del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario di Taranto partecipano 


TARANTO - «Per non dimenticare Federica e Andrea». Giovedì 7 luglio, in occasione dei trigesimo della loro scomparsa, l’Associazione Volontari Ospedalieri ha organizzato una fiaccolata in ricordo di Federica e Andrea.
Lo scorso 7 giugno la tragedia che ha sconvolto la città intera: Luigi Alfarano uccide la moglie Federica de Luca ed il figlioletto Andrea, prima di togliersi la vita.
L’Avo invita a partecipare all’iniziativa «tutte le associazioni di volontariato o comunque impegnate a contrastare la violenza in particolare sulle donne ed i bambini».
Il raduno è previsto alle 19.30 in piazza Maria Immacolata dove saranno distribuite le fiaccole. Il corteo percorrerà via D’Aquino, corso Due Mari, ponte Girevole, piazza Castello, via Duomo per poi raggiungere la Cattedrale di San Cataldo dove don Emanuele Ferro celebrerà la Santa messa.
«Facciamo appello - scrivono dall’Avo - alla sensibilità di tutte le associazioni che vorranno testimoniare con la loro presenza, ai commercianti tarantini che vorranno unirsi idealmente a noi oscurando le vetrine al nostro passaggio, ad una città che saprà manifestare la sua solidarietà ed il suo affetto».
Ieri, intanto, le dichiarazioni raccolte dalla nostra redazione, direttamente dalla sede nazionale della Fondazione Associazione Nazionale Tumori.
Ai contestati funerali di Luigi Alfarano, autore della strage familiare, Maria Letizia Zavatta, mamma di Alfarano e delegata Ant per Taranto, aveva annunciato di voler donare la villa teatro della tragedia ai bambini malati di tumore dell’Ant.
«Non accettiamo quella donazione - hanno spiegato dalla sede centrale - mentre abbiamo accolto le dimissioni della signora, rispetto al suo incarico di referente provinciale della Fondazione....

Verso la manifestazione del 30 giugno a Bari, dei lavoratori migranti delle campagne della provincia di Foggia in lotta per il loro diritto a documenti, un contratto, una casa, una vita dignitosa, Lo Slai Cobas sc parteciperà alla manifestazione con una delegazione. Ai lavoratori tutta la nostra solidarietà e il nostro appoggio. La vostra lotta è la nostra lotta!

Manifestazione di giovedì 30 giugno h 10 Piazza Umberto - Bari

Il report dell'assemblea a Villa Roth del 21 giugno

All'assemblea tenutasi presso Villa Roth il 21 giugno hanno partecipato gli abitanti della stessa Villa, i migranti del Cara e di Villa Ada a Palese e diverse realtà e singoli che in città sostengono e supportano le vertenze e le rivendicazioni dei soggetti migranti. L’assemblea

All'Hotspot non si sta bene... anche per l'aria

Tra i diritti negati all'hotspot di Taranto, anche quello di respirare. Guardate come, in pochissimi mesi, si sono "colorati" di polvere di minerale i capannoni in cui sono identificati ed ospitati i migranti.
Foto di Luciano Manna - Peacelink

“Puglia Pride”, sabato il corteo: "diritto al lavoro, alla salute, ad autodeterminarci, alla libertà, all’amore"

‘È stata presentata in conferenza stampa la parata finale della terza edizione del “Puglia Pride” che, per la prima volta in assoluto, si svolgerà a Taranto sabato 2 luglio; 
In conferenza stampa Cosimo Martucci, presidente della associazione di volontariato LGBTQI “28 giugno”, ha annunciato che alla sfilata tarantina del “Puglia Pride” sono stati invitati Michele Emiliano, Governatore della puglia, ed Ippazio Stefano, Sindaco di Taranto, mentre hanno già confermato la loro partecipazione Antonio Decaro, Sindaco di Bari con una delezione della sua Giunta, Titti De Simone, consigliera politica del Presidente Emiliano per l’attuazione del Programma, Rosy Paparella, Garante regionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, e rappresentanti regionali e provinciali della CGIL.
Con gli hashtag ufficiali #DueMaridiDiritti #PugliaPride e #TarantoPride, per la prima volta Taranto ospita la parata finale del “Puglia Pride”; la manifestazione, che si avvale del patrocinio morale del Centro Servizi Volontariato di Taranto, è iniziata lo scorso 25 giugno con un fitto programma di iniziative nelle principali città pugliesi.
In occasione della sfilata del “Puglia Pride”, Taranto si colorerà d’arcobaleno, pronta ad accogliere tutte le sfumature dell’essere; la parata, infatti, sarà un modo per rivendicare tutti quei diritti che appartengono a ogni essere umano: il diritto al lavoro, alla salute, ad autodeterminarci, alla libertà, all’amore.

Come è ormai tradizione, anche a Taranto la sfilata del “Puglia Pride” prevede un gioioso corteo che, anche con carri allegorici, sfilerà per le vie cittadine; per i partecipanti il rendez vousè alle ore 16.30 in piazza Fellini, nell’area del Parco archeologico delle mura greche, da dove alle ore 17.30 partirà la sfilata.
Il corteo si snoderà nelle vie della città con questo itinerario: via Blandamura, via Dante, via Cagliari, via Plateja, via Polibio, via Dante, via Aristosseno, piazza Madonna delle Grazie, via Falanto, via Cugini, via Leonida, via Di Palma, piazza Immacolata, via D’Aquino, via Regina Margherita, Lungomare.
Dopo l’arrivo sulla Rotonda, previsto alle ore 19.60/20.00 circa, si terrà l’evento conclusivo che inizierà con gli interventi dei rappresentanti delle principali associazioni LGBTQI, discorsi “interpretati” nel linguaggio LIS (Lingua Italiana dei Segni), e a seguire un programma di intrattenimento con le performance musicali di tre gruppi locali e un dj set finale.
In conferenza stampa Miky Formisano ha anche annunciato l’intenzione del “Puglia Pride” di installare, in un’area attigua alla Rotonda del Lungomare, un maxischermo per dare anche l’opportunità di guardare la partita Italia-Germania, una possibilità al momento dipendente dalla reperibilità di ulteriori fondi per sostenere questo costo non preventivato.’

Ilva, Rete di monitoraggio della qualità dell’aria 2015: criticità in Cokeria


Dopo la relazione di ARPA Puglia sulla Qualità dell’aria del 2015 a Taranto, pubblichiamo quella sul “Monitoraggio della qualità dell’aria rete ILVA S.p.A. – Report Anno 2015“, realizzata da Alessandra Nocioni, Maria Mantovan e Gaetano Saracino – Qualità dell’Aria di BR-LE-TA, sempre dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale.
Il report riassume le elaborazioni dei dati medi mensili registrati nell’anno 2015 dalla rete di monitoraggio della qualità dell’aria ILVA...  6 stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria... sono state installate ed entrate in funzione nel mese di agosto 2013. Delle 6 stazioni, 4 si trovano lungo il perimetro dello stabilimento, una nell’area cokeria e una in via Orsini, nel quartiere Tamburi.
I limiti previsti dal D. Lgs. 155/10 non sono normativamente applicabili alle stazioni della rete ILVA interne agli ambienti di lavoro (Cokeria, Direzione, Riv, Parchi e Portineria) che ricadono in aree industriali private, quindi non accessibili alla popolazione; i livelli misurati si confrontano però, ugualmente, per fini comparativi con i valori limite di legge, mentre tali limiti si applicano alla stazione denominata Tamburi.
Non sono riportati invece all’interno della relazione, i dati dei COV (Composti Organici Volatili), “in ragione della difficoltà di rappresentazione grafica della mole di dati prodotti dagli strumenti installati nella rete; tali dati saranno oggetto di successive elaborazioni” assicura l’ARPA nell’introduzione della relazione.
PM10
In ogni stazione di monitoraggio sono installati 2 monitor di PM10, un FAI SWAM 5a che

Nuovo ritrovamento di amianto alla Pasquinelli - L'Amiu mette costantemente in pericolo la salute dei lavoratori

L'amianto non deve proprio arrivare sul nastro di selezione della differenziata, in quanto l'appalto e l'attività lavorativa di selezione ha per oggetto solo e soltanto materiale differenziato.
Non è certo la prima volta che viene trovato amianto su nastro, di varie dimensioni e sempre in stato friabile o danneggiato, a dimostrazione che l'Amiu non effettua secondo le regole la raccolta differenziata e soprattutto, nello scaricare i rifiuti all'interno dell'impianto Pasquinelli e sul nastro, non separa la differenziata dal restante materiale di rifiuti - in cui oltre l'amianto vi è ogni tipo di rifiuto pericoloso (carcasse di animali, rifiuti ospedalieri, siringhe infette, ecc.).
 
Pertanto l'Amiu è responsabile di mettere in questo modo costantemente a rischio la salute dei lavoratori

LA STORICA LIBRERIA CALUSCA-MILANO E' STATA LA BELLA CONCLUSIONE DI QUESTO NUOVO CICLO DI PRESENTAZIONE DEL LIBRO ILVA

Video sulla presentazione alla Calusca

https://www.youtube.com/watch?v=5Hp97J-MnUs
 https://www.youtube.com/watch?v=MihW2phSyxI

I compagni intervenuti rappresentavano realtà importanti, da Medicina democratica, ai rappresentanti sindacali di diverse organizzazioni di base, Usi, Coordinamento 3 ottobre, Usb, Slai cobas sc, da operai, precari lavoratori attivi nelle lotte, a militanti politici importanti della realtà milanese, come Soy Mendez, il nuovo collettivo di Micene, Anpi, Crescenzago, compagni di 'Penetteria', 'Olga', ecc.

Aprendo la presentazione, la compagna di Taranto è partita dai dati che riassumono la dimensione della questione Ilva, sempre utili e necessari per mettere i compagni in grado di comprendere la portata della vicenda e della lotta necessaria a Taranto.
Quindi ha letto alcuni brani del libro che riguardano la biografia economia, personale di padron Riva, espressione concentrata del capitale industriale nella sua espressione più chiara di attacco ai lavoratori, alla condizione di vita e di sfruttamento globale, di disprezzo per la loro vita.
Intrecciato con la visione di alcuni video che permettevano ai compagni di conoscere volti e

lunedì 27 giugno 2016

L'Usb Ilva: "Sciopero? tra un mese..." - La pratica dei rinvii evidentemente influenza tutti, anche chi dovrebbe chiamare alla mobilitazione subito

Nè si tratta di fare scioperi di "bandiera", di marcette dall'Ilva all'Eni.
Continuare, poi, a parlare di "nazionalizzazione" è prendere in giro gli operai:
l'Ilva era di Stato fino al '95, e sfruttamento e sangue degli operai erano sempre ai massimi livelli; l'Ilva è ora commissariata dal governo e si continua a morire e ad ammalarsi e lo Stato sta per svendere la fabbrica ai nuovi padroni, con gravi conseguenze ancora su posti e condizioni di lavoro, salute, ambiente.
Una "nazionalizzazione" fatta da uno Stato al servizio dei padroni, serve solo altri padroni e viene gestita con le stesse leggi del profitto sulla pelle degli operai e delle masse popolari.

NON DICIAMO, QUINDI, STUPIDAGGINE A CIELO APERTO!

Bloccare il siderurgico e unire operai e cittadini

Solidarietà al presidente dell'Arcigay - boicottiamo il negozio dell'uomo che lo ha vigliaccamente colpito - Lo Slai cobas esprime il suo appoggio al Pride del 2 luglio


(Da Il quotidiano) - "E' stato inseguito in via D'aquino, la principale via di Taranto. E alla luce del sole è stato insultato e picchiato. Vittima della vile aggressione Luigi Pignatelli, artista tarantino presidente dell'Arcigay. Poco prima di mezzogiorno è stato pesantemente insultato da un passante che ha utilizzato espressioni di stampo omofobo. A quel punto è nato un diverbio e purtroppo le parole hanno lasciato spazio alle mani. Pignatelli è stato inseguito e assalito alle spalle. Un uomo lo ha scaraventato contro la vetrina di un negozio. Poi lo ha colpito con un pugno in faccia e altri due allo stomaco. Il presidente dell'Arcigay è stato soccorso e condotto in ospedale. Sull'aggressione, avvenuta a pochi giorni dal Puglia Pride in programma il prossimo 2 luglio a Taranto, indaga la Polizia".

Dalle proposte del "Decreto Operaio" dello Slai cobas: "la salute è un diritto intoccabile per operai e cittadini, per cui servono visite mediche mirate, cure sanitarie gratuiti, ospedale e strutture d'emergenza, affidate ad Emergency, per fronteggiare la situazione"

Dal Facebook del Comitato Liberi e pensanti:

OSPEDALE MOSCATI
DA PRONTO SOCCORSO A PUNTO DI PRIMO INTERVENTO
Il Pronto soccorso dell'Ospedale Moscati a Paolo VI è destinato a una "riconversione" che di fatto impedirebbe alla popolazione del quartiere, così come per i cittadini di Statte, Montemesola e Crispiano di ricevere interventi di emergenza/urgenza presso la struttura.
Stessa sorte toccherebbe, nel quadro della normativa nazionale adottata dalla Regione Puglia (Michele Emiliano) al pronto soccorso del San Marco di Grottaglie.
QUESTIONE SANITARIA - DOCUMENTO CONGIUNTO LIBERI E PENSANTI E ASL DI TARANTO
Nell’incontro avuto lo scorso 18 aprile con la Direzione Generale dell'Asl di Taranto, con le relative strutture dedicate alla ricerca e alla statistica e con i Dirigenti di Oncologia ed Ematologia, abbiamo sostanzialmente chiesto di unirsi a noi cittadini sia nella denuncia delle carenze, a cui loro stessi non riescono a far fronte, sia nell’istanza urgentissima di individuazione e di recupero delle risorse economiche necessarie ad uno standard di assistenza sanitaria adeguata.
L’invito a un’azione congiunta è stato accolto e la stessa Direzione Generale della Asl ha inoltrato le nostre richieste al Presidente dellaRegione Puglia Michele Emiliano.


IL LIBRO ILVA NELLA REALTA' VIVA E DI LOTTA DEL CS DI SERIATE (BG), TRA IL CALORE DEI COMPAGNI E COMPAGNE

A Seriate, Bergamo, il 18 giugno, la presentazione del libro Ilva è stata come una “irruzione” in una realtà viva e di lotta, partecipata di compagni, operai, lavoratori, precari, donne, giovani, costantemente in trincea nella lotta sociale e politica sul territorio. Per cui l'intera assemblea, oltre che molto partecipata, è stato terreno di vivace discussione, confronto e in alcuni casi anche di scontro costruttivo, che ha permesso che la questione Ilva e la questione Taranto uscisse dalle pagine di un libro e, appunto, invadesse la realtà del centro e si intersecasse con la vita e l'azione del centro stesso.

Nella introduzione è stato subito posto sul piatto il tema del libro: il ruolo degli operai dell'Ilva dall'inizio alla fine di questa vicenda, contro chi li voleva trasformati e ridotti a complici del padrone assassino o fantasmi di uno scenario tutto giocato sull'assurda “alternativa”: se è meglio morire da inquinamento o da fame.
Non è vero che gli operai non hanno lottato. Hanno lottato anche duramente, ma hanno perso a fronte dell'alleanza padroni, governo e sindacati. In questa fabbrica come in tutto il paese.
E' vero che gli operai ci tengono al lavoro e al salario - in una città del Sud sullo stipendio di un operaio vivono tante persone - e, quindi, è naturale che si faccia il massimo di resistenza per non ricadere in una prospettiva di disoccupazione e di mancanza di futuro.
Ma questo non vuole assolutamente dire che gli operai non vogliono una fabbrica che non uccida sul lavoro, come per centinaia di volte è avvenuto, prima, durante e dopo Riva, sia nella fabbrica di Stato, che nella fabbrica privata, che nella fabbrica attuale commissariata dal governo dei padroni.
E' vero che la lotta è stata resa difficile, non ultimo dalla catena di assunzioni pilotate, prese dai bacini dei paesi, delle parrocchie e del sindacalismo compiacente. Ma questa classe operaia ha
prodotto piattaforme e le avanguardie hanno affrontato una dura repressione con metodi che sono andati oltre quello che normalmente succede nelle fabbriche, dalla Palazzina laf, ai licenziamenti degli operai e delegati Fiom che avevano bloccato un convertitore, alla persecuzione scientifica dei delegati che non ci stavano né all'insicurezza permanente né alla complicità sindacale. 
La verità è che quando gli operai hanno lottato sono stati soli, gli ambientalisti, che poi hanno occupato gli scenari di questi ultimi anni, non c'erano mai quando gli operai morivano in fabbrica, quando gridavano nei cortei “Riva assassino”, quando venivano fatti segno di pressione, intimidazione e repressione.


La storia concreta, viva della fabbrica, la storia di operai come Massimo Battista, ha colpito

domenica 26 giugno 2016

AL C.S. 28 MAGGIO DI ROVATO (BS) - DAL LIBRO "ILVA LA TEMPESTA PERFETTA": LA STORIA POLITICO SINDACALE CHE HA PRODOTTO LA VICENDA ILVA

In uno dei Centro sociali più attivi e interessati alle questioni operaie e ambientali della provincia di Brescia, Rovato, il C.S. '28 Maggio', è giunta la presentazione del libro “Ilva la tempesta perfetta”.
Il carattere di questa presentazione ha avuto dei lati positivi ma anche negativi che ne testimoniano tutta l'attualità.

Il lato negativo è stato, per ragioni tecnico informative, la poca partecipazione dei frequentatori, di solito più numerosi, del centro.
Questo ha reso necessario valorizzare il lato positivo dell'iniziativa, la solidale e calorosa accoglienza dei compagni gestori del centro, prevalentemente, operai, lavoratori, che hanno fatto di tutto per rendere utile la riunione allargata che si è tenuta.

Gli autori del libro hanno messo qui in rilievo non solo i contenuti del libro, ma gli elementi di storia politica e sindacale che hanno prodotto negli anni la vicenda Ilva e che hanno avuto il segno di una lotta operaia d'avanguardia e di massa, che ha cercato dagli anni '70 in poi di mettere in discussione

sabato 25 giugno 2016

Trasformare le assemblee all'Ilva in aperta contestazione

Da lunedì comincerebbero le assemblee, indette dai sindacali confederali, di area, reparto all'Ilva.  
NON E' CERTO QUELLO CHE SERVE. Perchè occorre un'ASSEMBLEA GENERALE, perchè gli operai oltre che sentire, possano decidere tutti insieme cosa bisogna fare.
Ma i sindacati confederali non vogliono questa assemblea generale per non trovarsi di fronte a contestazioni dei lavoratori, per tenere le assemblee sotto controllo.

Trasformare queste assemblee in aperta e forte contestazione
verso il governo che ha fatto il 10° decreto, la situazione attuale di svendita al buio e i sindacati confederali che stanno accompagnando questa morte lenta e annunciata. 

La situazione in fabbrica va sempre più peggiorando, "siamo alle pezze", non abbiamo neanche i pezzi di ricambio, e da un momento all'altro l'infortunio o l'incidente può succedere.
Quello che stanno facendo governo e commissari è una svendita a nuovi padroni.

Ma il nostro problema non è sceglierci il padrone!
Sia l'una che l'altra cordata prevede tagli almeno di un 30% di noi operai, considerando anche l'appalto, nessuna reale bonifica e contratti peggiorativi per chi resta.
Anche sul fronte salari siamo a rischio. I 300 milioni dati dal governo coprivano fino a fine giugno. Mentre continua la "solidarietà" con "figli e figliastri".

Senza una mobilitazione vera vi sarà sempre più attacco al lavoro, al salario, alla nostra salute dentro e anche fuori la fabbrica. Nessuno può sentirsi al riparo.
 
Il 10° decreto è il peggiore e più illegale fatto finora: concede l'immunità e quindi il via libera a violazioni sulla sicurezza, sull'ambiente ai nuovi padroni; rinvia fino addirittura al 2019 gli interventi di bonifica (tra cui la copertura dei micidiali parchi minerali). Di fatto vuol dire non farle mai, visto che permette ai nuovi padroni di modificare il piano ambientale (cioè di peggiorarlo). Questo decreto toglie ai nuovi acquirenti l'obbligo di restituire i 300 milioni e altri debiti (che quindi pagherà lo Stato, cioè noi); ripresenta la strada della newco - in cui sarà salvata solo una parte della fabbrica e gli operai passeranno con un nuovo contratto all'insegna del jobs act - e della badcompany - in cui saranno messi debiti, risarcimenti, spese ambientali "improduttive" e migliaia di esuberi operai.

Questo 10° decreto va cancellato!

Siamo stati fin troppo zitti e fermi su questo. Ora basta, dobbiamo ribellarci!

Gli operai devono autorganizzare una lotta vera, che li faccia sentire e pesare, una lotta decisa dagli operai stessi, autonoma dai vertici dei sindacati confederali.

Occorre sì un decreto, ma un DECRETO OPERAIO!

- devono essere fatte subito le bonifiche, a partire dalla copertura dei parchi minerali, il risanamento degli impianti e aree nocive
- nessun di noi operai deve andare a casa, 

-
salari e diritti non si toccano,
- la prima messa a norma è garantire la nostra sicurezza e salute
- dobbiamo imporre di poter andare in pensione prima, perchè i
n una fabbrica nociva come l'Ilva non si può stare e lavorare per tanti anni, ma 25 anni bastano
- vogliamo una postazione ispettiva, degli organi di controllo fissa in fabbrica
- vogliamo
visite mediche mirate, cure sanitarie gratuiti, ospedale e strutture d'emergenza.

D'Alò sindaco di tutti?

Si ripete anche con l'elezione di Ciro D'Alò, ex rappresentante della lotta ambientalista, a sindaco di Grottaglie un déjà vu - per cui qui sì non c'è distinzione tra sinistra e destra:
"Sarò il sindaco di tutti!" - ha subito proclamato D'Alò - ...grande senso di responsabilità verso tutti i doveri che si confanno alla fascia tricolore...".

Ma come? Prima si sono chiesti i voti perchè espressione di chi non era rappresentato, della gente che non si vede difesa nelle sue condizioni di vita, di lavoro, nei suoi diritti dai precedenti politici e precedenti amministrazioni, e dopo il voto ci si scorda di chi lo ha votato e subito si dice: "Io sono di tutti", come se improvvisamente a Grottaglie fossero sparite le classi, le disuguaglianze, chi sta sopra e chi sta sotto, chi è stato e complice nelle discariche e inquinamento del territorio e chi subisce il degrado, ecc.?

Per essere un sindaco diverso dovrebbe invece essere di "parte", che poi è la maggioranza della popolazione.

Ma, no! Dal giorno dopo le elezioni il candidato "alternativo" D'Alò diventa subito "responsabile" verso la fascia tricolore - cioè verso quello Stato che rappresenta i forti contro i deboli.

Ci si scorda anche che il giorno prima, per essere eletto, ha criticato la precedente amministrazione, il precedente sindaco; anzi chiede a questi di continuare a dare il suo contributo...

Quando si dice "di tutti" vuol dire solo che dopo un pò nei "tutti" via via spariranno i lavoratori, i giovani che non trovano lavoro e futuro, le masse più danneggiate e andranno in prima fila i settori e rappresentanti della borghesia di Grottaglie.

Cominciamo bene...!

IL LIBRO "ILVA LA TEMPESTA PERFETTA" A TORINO, con gli avvocati del processo

Il libro “Ilva la tempesta perfetta” è stato presentato alla libreria Comunardi di Torino il 16 giugno di questo mese ad un pubblico molto attento di avvocati, tecnici, professori, operai ed ex operai, attivisti sindacali e di movimento, giovani attivi nei movimenti sul territorio.
La presentazione aveva obiettivi che andavano oltre il libro, quelli di interessare la realtà torinese alla vicenda ben viva in queste settimane e al maxi processo che a Taranto è ricominciato il mese scorso e vede tre avvocati torinesi ben conosciuti (Avv. Bonetto, Vitale, Pellegrin) protagonisti come legali di un centinaio di operai, lavoratori e cittadini autorganizzati e di associazioni attive sulla vicenda quali lo Slai cobas sc di Taranto e Medicina democratica.
Infine, la presentazione è avvenuta in un momento in cui a Torino si sono appena consumate le vicende giudiziarie di analoga importanza che hanno riguardato la ThyssenKrupp e l'Eternit.

Nell'intervento introduttivo è stato raccontato come la vicenda Ilva sia esplosa ma anche implosa. Diverse forze, soprattutto nei due anni caldi 2012/2013 hanno agito (e agiscono) con vari interessi, ognuna portando una propria posizione, contribuendo alla “tempesta perfetta”.
Nei due anni in cui è esplosa una rivolta che metteva in discussione non solo gli effetti ma anche le cause.
Dal 2012 tutti i governi che si sono succeduti hanno fatto decreti. L'ultimo il 10° è una sorta di compendio dei precedenti – l'inchiesta aveva parlato di 60 gg per la messa a norma, il 10° decreto proroga al 2019, introducendo l'immunità per i nuovi padroni, una sorta di “scudo giudiziario”.
Si tratta - è stato detto - di una guerra di bassa intensità, in cui sono in gioco gli interessi della grandi multinazionali dell'acciaio.
Ma c'è da dire che mentre perfino al G7 in Giappone si è parlato dell'Ilva, in Italia, a livello nazionale, nelle aree di movimento, del sindacalismo di base, non se ne parla o se ne parla solo come “vicenda di dolore”.
Il dramma epocale è anche questo. Non è solo quello di una fabbrica capitalista, cartina di tornasole dell'attacco alla salute e al lavoro, ma anche il dramma che non vi è consapevolezza della partita in gioco, della valenza nazionale della questione Ilva.
Il libro racconta di questa mancata trasformazione di una grande vicenda in opportunità.

Il libro mostra come non è vero la vulgata secondo cui gli operai non hanno lottato per la salute. Anche a Taranto negli anni 70/80 vi è stato un grande movimento di lotta operaia che ha affrontato i temi della salute, sicurezza, ambiente e fatto anche piattaforme dettagliate. In questa fabbrica gli operai hanno sempre lottato, resistito, ma hanno perso. Perchè non c'era il sindacato di classe, il partito comunista.
Come non è vera l'altra vulgata secondo cui gli operai nell'attuale vicenda stanno tutti con l'azienda. Si tratta di luoghi comuni per caratterizzare l'apparenza dello scontro non la verità dei fatti.
Parte degli ambientalisti hanno fatto una guerra agli operai, ma prima che scoppiasse la vicenda dell'inchiesta avevano lasciato soli gli operai, sia quando morivano, sia quando lottavano. Oggi poi si sostiene una filosofia idealistica del mondo della fabbrica, della società, che trasforma vicende reali in categorie astratte
La stessa inchiesta rende invisibili gli operai, si parla di impianti come se operassero senza persone.
Queste correnti hanno prodotto un secondo “disastro”, quello soggettivo.
L'Ilva non è una fabbrica di Taranto ma il paradigma di una realtà che mostra che: nocivo è il capitale non la fabbrica. E il libro radiografa un sistema che si chiama sistema del capitale.

Sono seguiti gli interventi degli avvocati.
L'Avv. Bonetto ha detto che il libro “Ilva la tempesta perfetta” dovrebbe essere letto e diffuso “quasi obbligatoriamente”.
Nessuno sa nulla di questa vicenda, alcuni pensano che l'Ilva sia chiusa. Vi sono situazioni di cui si parla ogni giorno mentre dell'Ilva non si parla mai, o appena si parla, si fa un decreto (Renzi come un Richelieu).
L'importanza di questo libro è che costringe ad affrontare i problemi reali.
Quindi è tornato sul processo: Già negli anni passati il Procuratore Sebastio di Taranto faceva inchieste, faceva lettere al Ministero, ma in tutti questi anni non ha mai ricevuto una risposta; per questo processo “ambiente svenduto” la Procura ha dovuto scavalcare polizia e carabinieri.
Il processo Ilva è l'unico processo che è tornato indietro.
Il processo è una cristallizzazione di una certa verità. In questo processo c'è ogni cosa.
L'Eternit aveva cessato di produrre nel 1987 e qualsiasi cosa facesse non avrebbe cambiato nulla. Con l'Ilva c'è una fabbrica in piedi.
Non credo – ha detto infine – che si possa guardare a Taranto come ad una contrapposizione tra chi vuole il lavoro e chi lotta per la salute. Taranto è una città operaia e la maggiorparte delle persone fa una vita da operaio e grosso modo la pensa come gli operai.

L'Avv. Pellegrin – di cui abbiamo già pubblicato uno scritto critico sull'istanza di trasferimento da Taranto del processo fatta dagli avvocati di Riva – sempre riferendosi alla vicenda del “trasferimento”, ha detto che paradossalmente quando gli avvocati degli imputati al processo parlano non utilizzano luoghi comuni ma i fatti descritti nel libro “Ilva la tempesta perfetta”: partendo dal fatto che “la fabbrica permea l'intera città di Taranto”. L'istanza chiede il trasferimento del processo in nome della “difesa delle giustizia”, dicendo che, altrimenti: “qui crolla l'intero sistema...”
Nello stesso tempo Pellegrin ha detto come sia necessaria la partecipazione operaia e popolare, delle parti civili al processo: chi al processo non vuole “disturbare il manovratore” o dice: “evitiamo di mettere tutto in discussione”, ha già così egli stesso “portato via il processo”
Infine, ha concluso affermando che una discussione che voglia essere reale sulla questione Ilva/Taranto, che non si eserciti in maniera idealistica sulle “soluzioni alternative”, deve partire da un fatto semplice: il capitalismo, per buono o cattivo che sia, resta sempre capitalismo.

Dopo queste corpose introduzioni e tenendo conto dei limiti di tempo, si sono susseguiti degli interventi volti a indicare proposte, forme di coinvolgimento dei lavoratori e della pubblica opinione e, infine, alla ricerca di contributi tecnico-scientifici e artistici che possano dar forza alla battaglia sociale e legale verso una soluzione della vicenda Ilva e Taranto che permetta effettivamente di difendere lavoro e salute e di ottenere anche in Tribunale giustizia e risarcimenti per il disastro ambientale che gli operai e i cittadini di Taranto hanno pagato e pagano duramente sull'altare del profitto capitalista.
Particolarmente interessante è stato l'impegno assunto da alcuni degli intervenuti per proporre il dibattito sul libro e sulla vicenda Ilva-Taranto nel movimento No Tav e nelle altre realtà torinesi.

Una rappresentanza delle compagne del MFPR di Taranto oggi partecipa alla manifestazione de L'Aquila

Difendiamo le condizioni di vita dei prigionieri politici rivoluzionari

Solidarietà a Nadia Lioce
IL VOLANTINO
La nostra mobilitazione è rivolta per quei detenuti politici rivoluzionari, verso cui lo Stato agisce con particolare repressione, applicando il 41bis, perchè non si sono pentiti e rivendicano la lotta contro questo Stato borghese.
Con l'applicazione del 41 bis ai detenuti politici è la lotta rivoluzionaria che lo Stato vuole colpire.

Nadia Lioce, rinchiusa nel carcere de L’Aquila, è l'unica compagna, insieme ad altri 2 prigionieri politici, ad essere ancora sottoposta al regime di 41bis, inasprito dalla direzione del carcere de L'Aquila da fine novembre 2014, con una condizione d’isolamento totale e perenne. Ora d'aria in compagnia di una sola detenuta, in una vasca di cemento da tre metri per tre. Massimo due libri e due quaderni al mese. Alle detenute è vietato scambiarsi libri. Anche ai familiari e ai parenti, è vietato inviarne in regalo.
Alle Costarelle le detenute sono trattate peggio dei boss mafiosi. Le loro celle si trovano alla fine di un lungo tunnel sotterraneo. Sono grandi due metri per due. Si affacciano sul nulla. E ancora peggio va per l'ora d'aria, in una vasca di cemento grande tre metri per tre. Alla maggior parte dei boss mafiosi è consentito socializzare in gruppi di sei persone. Siamo di fronte ad una sorta di “tortura bianca”!
L'accanimento dello Stato contro Nadia Lioce non può e non deve passare sotto silenzio, perchè, al di là del giudizio sulle sue scelte di lotta, questo accanimento repressivo è per cercare di ammazzare la sua volontà di non cedere, la sua coerenza nella battaglia contro questo Stato.
Lo Stato borghese vuole le donne subordinate e oppresse e, se lottano, le vuole pentite o dissociate. Chi non ci sta viene doppiamente repressa, anche perchè ha osato...

La liberazione dei prigionieri politici, la difesa delle loro condizioni nelle carceri, la solidarietà a Nadia Lioce, è parte della lotta contro la repressione, lo Stato di polizia e il moderno fascismo.



MOVIMENTO FEMMINISTA PROLETARIO RIVOLUZIONARIO
SOCCORSO ROSSO PROLETARIO

Marcegaglia - una lotta degli operai di Milano che interessa anche qui

QUESTA E' L'AZIENDA CHE VUOLE ACQUISIRE L'ILVA: A TARANTO CHIUDE, A MILANO LICENZIA!
La solidarietà con chi ora lotta è una nostra arma. Mandiamo messaggi di solidarietà: si possono inviare a Taranto a slaicobasta@gmail.com che li inoltrerà ai 7 operai in lotta.

DAL COMUNICATO DEL PRESIDIO

Compagni e compagne,
la vertenza Marcegaglia è a un punto di svolta.
E' il momento di estendere il più possibile la solidarietà a questa vertenza.
Invitiamo tutti e tutte a costruire tutte le iniziative possibili, e nelle proprie corde, ovunque nel paese a sostegno della lotta.
Chi di voi ne avesse la possibilità per vicinanza geografica chiediamo di volantinare questo appello ai cancelli delle fabbriche di Marcegaglia, per far sentire forte la pressione all'azienda.

Solidarietà agli operai Marcegaglia Milano
7 BUONI MOTIVI PER LOTTARE CONTRO MARCEGAGLIA.

7 operai da mercoledì occupano gli uffici direzionali della Marcegaglia, per riconquistare la dignità che l’azienda con arroganza sta cercando di togliere loro costringendoli alla disoccupazione.
L’occupazione sul piano sindacale è efficace ma, Marcegaglia e uno fra quelli che comunemente chiamiamo “POTERI FORTI”, per cui i rapporti di forza attualmente in campo sono nelle proporzioni che c’erano tra Davide e Golia.
Crediamo però che sia nell’interesse di tutti i lavoratori e le lavoratrici, di tutti coloro che tengono alla giustizia sociale e a un futuro senza precarietà, miseria, disoccupazione, fame ecc che anche questa volta il piccolo Davide prevalga sul gigante.
Ci sono almeno 7 buoni motivi per lottare contro Marcegaglia e il suo enorme potere economico, politico e finanziario:
  • Emma Marcegaglia è stata la presidente di Confindustria, attualmente è presidente degli industriali europei, per cui è stata tra i principali sostenitori del jobs act e della riforma Fornero prima e oggi della Loi travail in Francia.
  • Il gruppo ha interessi in diversi settori, principalmente quello siderurgico, ma è uno dei principali gestori del traffico dei rifiuti speciali. Di pochi anni fa lo scandalo dei rifiuti tossici industriali trattati come rifiuti ordinari che ha visto coinvolto il gruppo.
  • Hanno costruito un impero finanziario, con interessi in fondamentali istituti bancari Nazionali ed europei. Di recente il fratello di Emma, Antonio, ha patteggiato una pena di 6 milioni di euro per 19 conti in nero all’estero.
  • È tra i padroni più coccolati dai vari governi. 2 anni fa Emma è stata nominata presidente di ENI, mentre annunciava la chiusura dello stabilimento di Milano.
  • Il gruppo vanta numerose condanne per gli scandali legati all’edilizia pubblica e agli appalti di ANAS
  • Il loro impero produttivo e finanziario e si costruito a suon di finanziamenti pubblici
  • La cordata Marcegaglia Arcelor Mittel, ormai rimasta senza concorrente, quasi certamente acquisirà ILVA, e ha già dichiarato un terzo di quei lavoratori ESUBERI. Se non è in grado di rispettare gli impegni per 7 operai, cosa si devono aspettare gli operai dell’ILVA da questo padrone?
La vittoria dei 7 operai in lotta contro la Marcegaglia potrebbe diventare un volano per la ripresa di fiducia dei lavoratori e delle lavoratrici nella possibilità, attraverso la lotta, di costruire un futuro diverso da quello che ci stanno imponendo governi e padroni.
Chiediamo ai lavoratori e le lavoratrici, i partiti, i sindacati, i collettivi, i centri sociali, le associazioni solidali ecc.. a costruire ovunque iniziative di sostegno alla lotta di questi operai in tutte le forme possibili. Per sostenere la cassa di resistenza ricarica posta pay 4023 6009 2624 2720 intestata a De Clemente Rosaria.

Né licenziamenti Ne deportazione
RESISTIAMO UN MINUTO IN PIU’ DEL PADRONE
Presidio via della casa 12 – i 7 operai in lotta!